Non sarà stata un'impresa "giapponese" ma la riapertura (sia pure parziale) a tempo di record, del tratto di strada provinciale interessata dalla frana di Punta della Crocetta ha dimostrato ancora una volta l'ingenerosità delle critiche che molti "tecnici della viabilità da bar" (sostituiti nel tempo dai "tecnici della viabilità da blog") usano rivolgere agli operatori tecnici del Distretto Stradale dell'Elba della Provincia di Livorno, di noma aprendo bocca o afferrando tastiera per sparare delle gigantesche cazzate. Le foto che alleghiamo al servizio dimostrano tanto l'efficienza nella predisposizione delle barriere provvisorie, quanto le oggettive difficoltà con le quali, chi sovrintentende alla gestione del nostro patrimonio viario, e costretto giorno dopo giorno a misurarsi. Perché la realtà è quella che è e cioè che le nostre strade si snodano su percorsi spesso anzi spessissimo geologicamenti ostili in quanto soggetti a movimenti franosi dei versanti a fratturazioni dei materiali rocciosi, ed in più molti vetusti corpi stradali e "opere d'arte" (leggasi ponti, tombini etg) originariamente pensati per reggere minimi traffici sono sottoposti ad un crecente stress (oltre ad una usura dei manti di copertura che ha pochi paragoni) da flussi veicolari paragonabili nelle punte stagionali a quelli che si registrano su strade statali ed autostrade. Non è un mistero che il sistema stradale elbano abbia assorbito negli ultimi decenni la parte maggiore dei finanziamenti provinciali dedicati al settore, così come non è un mistero che per raggiungere uno standard ottimale, occorrerebbero degli investimenti sul fronte dei rafforzamenti e allargamenti delle sedi stradali e sulla prevenzione circa la stabilità dei versanti, che nessun ente (specie in questi tempi grami) può pensare di impegnare. E allora si può agire solo oltre che "facendo il Presepe con i pastori che ci s'hanno" con un uso più virtuoso del patrimonio stradale, piantandola ad esempio con l'idea di uno "sviluppismo" senza limiti, perché più cemento si getta sulla superficie elbana, più se ne dissesta il sistema idrogeologico e più si implementano i traffici veicolari: due fenomeni che fatalmente si ripercuotono negativamente sul sistema stradale dell'isola (e non solo su quello).
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