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Controcopertina: Danilo Alessi: Intervento sulla fine dell'Uunione dei Comuni

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 31 marzo 2011

La nostra capacità di farci del male appare infinita. Mentre gli altri serrano le fila e rispondono con la forza dell’unità all’aggressione sempre più insidiosa e dirompente della crisi, noi non troviamo di meglio che affondare l’unico ente rappresentativo a livello comprensoriale, venendo meno alla responsabilità di governo di importanti servizi e accentuando ulteriormente le nostre ataviche divisioni. Un capolavoro di autolesionismo politico di cui non credo si possa andar fieri. Se è vero che da tempo l’Unione versava in serie difficoltà, è anche vero che le possibilità di ripresa c’erano tutte e fattibili. Non averle colte e aver lasciato l’Ente morire in una forma di cinica eutanasia, è colpa grave di cui qualcuno dovrà rispondere nei confronti della gente elbana, dei lavoratori giustamente preoccupati per il loro futuro, delle imprese che vedono ridotti i margini della loro già scarsa attività. A pensarci bene l’Elba si è sempre avvalsa di un organismo sovracomunale. Prima l’EVE e poi la Comunità Montana hanno svolto, negli anni, un ruolo unitario indubbiamente importante e positivo. E non tanto e non solo per le pur rilevanti funzioni gestionali, ma anche e soprattutto per i compiti di coordinamento e programmazione delle politiche territoriali, che in nessun caso il singolo comune è in grado di affrontare. Ciò che verrà meno, d’ora in poi, sarà proprio questo, con grave danno per l’economia, la capacità di governo locale, la credibilità e la stessa immagine dell’Isola rispetto agli altri soggetti istituzionali. Il richiamo alla situazione debitoria dell’Ente e alla presunta volontà prevaricatrice della Regione sono argomenti che non reggono e che non giustificano la volontà liquidatoria di chi dentro e soprattutto fuori dall’organismo ha perseguito l’obiettivo della cancellazione dell’Unione. Nel primo caso perché comunque le criticità finanziarie risalgono alla precedente gestione del settore idrico e pertanto andranno distribuite fra tutti e otto i comuni dell’Isola; nel secondo caso perché la Regione si è offerta a sostenere anche finanziariamente la nuova Unione, garantendo i contributi ordinari venuti meno dallo Stato e chiedendo più volte di sottoscrivere un accordo di programma per favorire la soluzione dei problemi dell’Elba. Le ragioni, quindi, sono altre e tutte politiche, finalizzate a colpire la Regione e ad accreditare l’idea di una ipotetica subordinazione dei comuni di centrosinistra. Una scelta sbagliata che rende l’Elba più debole ed esposta alla crisi e che nei tempi brevi chiude definitivamente la porta alla ricostituzione di un ente comprensoriale, dichiarando il fallimento di una classe dirigente miope e indegna di rappresentare gli interessi degli elbani. Un quadro desolante che non offre molte prospettive per il futuro e che solo la battaglia per il Comune unico potrebbe riscattare, “un passo obbligato”, come scrive il Sole 24 ore, “per rendere più competitivo il territorio elbano”.


Alessi al lavoro

Alessi al lavoro