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A Sciambere multiplo

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 30 marzo 2011

Cari lettori Per una serie di concause - si direbbe in un burocratico rapporto - tra le quali uno sbaglio di impaginazione compito ieri al quale rimediamo oggi, ci troviamo a gestire un afflusso extra di note satirico-divertite pervenuteci da alcuni tra i più acuti abituali interlocutori. Abbiamo quindi deciso di quadruplicare, per un giorno, la razione, mettendoci in pari, ma cercando anche di spiegare la coincidenza di tante "ispirazioni", trovandola in due adagi: "Canta che ti passa" e "L'uccello in gabbia - o canta per l'amore o per la rabbia". Come dire che tali e tante sono in questo periodo le ragioni sacrosante per per essere colti da quel moto dell'animo che il volgo appella "giramento di coglioni", che è meglio, per la salute pubblica, in luogo di farci il sangue marcio, prenderla per il lato comico (che non è detto debba necessariamente sia il lato ghiozzo). Iniziamo quindi con un sontuoso intervento del coltissimo nostro mitile che non fa mai un discorso "a cozza": FUOCO DI SBARRAMENTO Al rischio che i giapponesi, travolti da uno dei più potenti terremoti/tsunami della storia, ci rubassero per qualche mese la palma mondiale dell’inefficienza aggravata dalla furbizia idiota (limitatamente alle centrali nucleari), abbiamo messo il turbo e risposto con un fuoco di sbarramento mai sviluppato prima. Siamo riusciti con scioltezza a collassare per l’arrivo di meno di diecimila (dicesi 10.000, non milioni di) profughi (Sabatini Coletti: profugo=chi è costretto a lasciare la propria patria a causa di calamità naturali, guerre ecc.), siamo riusciti elegantemente a entrare in guerra senza farci accettare né da una parte dei belligeranti né dall’altra (e nemmeno dagli alleati esterni), e, mentre siamo in guerra (contro chi? non lo sappiamo – alleati di chi? nemmeno) qualche manina sconosciuta manda simpaticamente in televisione (tipo Tepco con le radiazioni) una bugiardona a dire che all’Aquila, tuttora ingombra di macerie, si sta meglio di prima. In queste more (non si tratta di signore nerocrinite), il padrone del consiglio, noto nel mondo del burlesque come silviodelirio, passa le giornate a dare ossessivamente dei criminali ai magistrati, un ministro del governo italiano di nazionalità sembra straniera bofonchia fesserie intraducibili, il ministro dell’interno (straniero a sua volta) va in tunisia senza capire che, dopo quello che è successo ai dittatori nordafricani, col piffero che qualcuno fa ancora accordi con lui (porta jella a sé e agli altri), un’altra esagerata di ministra va su youtube a dire che fra poco si sposa con mezza roma e, per rientrare nell’orticello di casa, qualcuno sostiene (tutto contento) che per ogni posto barca partorito a Portoferraio trovano lavoro due elbani (come gli ormeggiatori, uno per ogni cima d’ormeggio). Secondo tale elementare ma avvincente logica se facciamo 1.000 posti barca creiamo lavoro per 2.000 persone, se ne facciamo 10.000 per 20.000, se ne facciamo 100.000 per 200.000 ecc.ecc. Se, oltre a tutto questo, mettiamo in conto che il consigliere Tortolini vive ormai stabilmente nel futuro e sta calcolando con sempre maggiore precisione quanto risparmieranno gli stessi elbani con il gas algerino fra venti o trent’anni (forse), possiamo finalmente dormire sonni tranquilli. Il mitile ignoto P.S. Ho mandato la mail in regione a sostegno della partecipazione del sig. Pacini (che non conosco) alla commissione Toremar. indi proseguiamo riproponendo recuperando il ritratto di uno dei più gloriosi governanti italici erroneamente impaginato ieri nella rubrica "ambiente" (forse freudianamente considerandolo alla stregua di un R.S.U.) SE QUESTO E' UN MINISTRO Anni fa a La Spezia incontrammo un soggetto stranissimo che, completamente calvo, si era fatto tatuare sulla cute del cranio l'immagine di una capigliatura, che gli dava un aspetto almeno inquietante. Tempo dopo pensammo di averlo rivisto fuggevolmente in TV, ma ci sbagliavamo, si trattava infatti di una giovane bella speranza craxiana che rispondeva al nome di Franco Frattini, e l'effetto tatuaggio che aveva quella testa a gaviglione era probabilmente dovuta all'abitudine (che deve aver mantenuto nei decenni) di tener una mucca per coifeur personale, la mattina un paio di leccate e via. Ma non è la pettinatura da birillo l'unica singolarità del nostro. Il compianto Sergio Leone usava dire di Clint Eastwood che aveva due espressioni: con il cappello e senza il cappello, Frattini supera in minimalità facciale Eastwood, perché di espressione ne ha una, singolare quindi in ogni senso, immutabile: l'espressione di una dozzinale saponetta. Tetragono, la teneva su quell'area anatomica che nelle persone normali si definisce volto, l'altra sera, mentre quella strega gentile di Lilli Gruber lo incicciava impietosamente con le varianti di un ragionamento che strizza strizza poteva essere così espresso: "Visto che vi hanno fatto deliberatamente fuori dalla videoconferenza sulla Libia tra Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e Germania, non le sembra il caso di ammettere che tanto lei quanto il suo principale (altro epigono dello spezino crino-tatuato, lui in testa si è trapiantato una moquette) sullo scenario internazionale non contate un cazzo?" E quello continuava a pigolare come un vecchio disco incantato "... ma ci hanno dato il comando delle operazioni navali ..." di sapore bambinesco: "Com'è che t'hanno stioccato 4 in matematica?" "Sì il problema l'ho sbagliato ma la maestra m'ha detto che le cornicine con le farfalline che c'ho fatto erano tanto carine..." Se questo è un ministro ... Tardò jr ed ora una più scarna nota ancora di originata da quello che una volta, prima dell'avvento degli LCD, si definiva tubo catodico, una delle tante "notizie del tubo" insomma MIN CUL POP Caro Sergio stasera alla TV ho sentito il Di Pietro nazionale riferirsi alla proposta di contingentamento dei tempi nei talk show, in vista delle prossime elezioni, in questi termini (duepunti e virgolette): "DALLA MAGGIORANZA, SUI TALK SHOW, UNA PROPOSTA DA MIN CUL POP!!!! " "Ohibo' - mi sono detto - MinCulPop? E vuoi vedere che gira gira qualcuno prima o poi comincia a pensare ad una nuova variante di BungaBunga"? Allo scopo di avere lumi sulla dipietristica asserzione, a volte erroneamente confusa per una curiosa onomatopea, ho pensato per un po' di interpellare il Grande Capo Estiquaaatsi per un illustre consulto. Ma poi, mi sono ricordato della tua alta conoscenza nella sociologia delle masse et similia e quindi mi sono detto: "massi' vai, lo chiedo a Sergio, almeno mi faccio du' risate". Sarei onorato di un tuo cortese riscontro a proposito e nell'attesa rimango il tuo Umilissimo Servitore Michele (dalla Marina) "Comincia a pensare? E' da mo' che ci stanno cortesemente invitando ad assumere (in tutta libertà, secondo il nostro arbitrio) una posizione tra gli 89 e 91 gradi! "Mi sembra che butti male, disse la rospa che vidde fa' la punta al palo". Ma terminiamo il cammino dopo aver spaziato per il mondo approdando sul Colle di Capoliveri con le surrealistiche annotazioni di Andrea Galassi: BARBETTI NON ESISTE Secondo me Ruggero Barbetti non esiste. È un'immagine olografica creata da un programmatore della Microsoft. E come tutti i programmatori della Microsoft l'ha creata piena di bugs. Da cosa nasce questa mia deduzione? Dal fatto che il nostro avatar sindachesco (!?) si distingue nel panorama dell'inutility politica elbana per una cosa: lui svetta per creatività nel grigiore confortante (confortante per le persone senza qualità come me, ovviamente) che omologa tutti i suoi colleghi amministratori. Infatti, quando ti aspetti che lui si uniformi al delirio unico e modaiolo dell'argomento di turno, lui ti spiazza con un delirio fuori dagli schemi. Tu pensi che l'assetto istituzionale preveda certi stili, e lui, tié!, si conduce in altro contegno. Qualcuno può chiamarlo eclettismo, qualcun altro libertà di pensiero. Invece è un bug del programma olografico. Ci sono una serie di indizi che danno adito alla mia teoria, che potrei elencare e l'ultimo in ordine di tempo ve lo voglio proprio disvelare. Ordunque, il tema caldo dell'inverno elbano è il comune unico. Il Barbettone bionico è da tempo a favore, a differenza di buona parte dei centro(mal)destri isolani. Bravo, Barbie, questo ti eleva al livello di strategia politica di un Matteoli (quando dorme). Ma il bug del programma olografico è in agguato. Così mentre Barbie alza i vessilli dell'Unità d'Elba, il system error malandrino si insinua nei suoi microcircuiti e, in veste di turbosindaco, lo spinge a modificare il progetto di centro servizi a Capoliveri per destinarlo a nuova sede comunale. Ma come! Vuoi un comune per tutti e intanto destini denari pubblici per una nuova sede di rappresentanza del tuo microcomune? Già, il centro servizi. Annunciato in pompa magna nel marzo 2007, l'ex giunta Ballerini poteva annoverarlo come uno dei migliori successi del suo mandato, insieme a poche altre opere pubbliche. Ecco cosa sarebbe nato al suo interno: sedi dei vigili, della pubblica assistenza e della protezione civile, con annessi posteggi coperti; sede del centro sanitario; sede della Caput liberum; biblioteca e sala lettura; archivio storico e sala pc. Tutte sciocchezzuole di cui la cittadinanza capoliverese non usufruisce o che attualmente occupano spazi privati in affitto (a spese indovinate di chi?). Invece arriva Barbie e, in corso d'opera, cambia destinazione, non tradendo la sua fama di decisionista, di sindaco del (s)fare. Infatti, si chiederà probabilmente l'olografia, a che serve che i capoliveresi si facciano medicare o godano di spazi comuni, quando è molto più utile che il sindaco di Capoliveri, nel mentre si strugge d'amore per il comune unico dell'Elba, raggiunga il suo ufficio vista golfo di Mola in ascensore? E allora, via! In un colpo solo fa fuori una decina di servizi pubblici che, centralismo o federalismo elbano, sarebbero stati un beneficio per tutti nell'immediato. Oh, voi direte: ma c'è la vecchia sede comunale da destinare a queste cose. Certo. Ma provate a mettere i due termini sul tavolo: 1) si costruisce un edificio ex novo per fare un centro servizi; 2) si costruisce un edificio ex novo per trasferirci il municipio, per quindi passare il centro servizi destinato all'edificio nuovo nell'edificio comunale vecchio. Se riuscite a sintetizzare la seconda asserzione in una frase più breve della prima, vincete un viaggio. Inoltre, è vero che i lavori di ristrutturazione potrebbero partire fin da subito. Ma per terminare a occhio e croce la prossima eternità. E, scusate se io una memoria ce l'ho, ma Barbie non voleva vendere al Parco come sua sede il vecchio (trent'anni circa) palazzo comunale? Ovviamente tra le risate degli improbabili acquirenti, visto che non sono capoliveresi e non si fanno convincere da proposte pataccare. Non vi illudete, malignoni di sinistra, tutto questo non è sprezzo del ridicolo, ma il solito bug. Pare anzi che programma che fa svalvolare Barbie sia talmente scadente, che quando è stato fatto vedere a Steve Jobs, la sua guarigione sia stata immediata. E i Ballerini boys che fanno? Invece di fare fuoco e fiamme per impedire lo stravolgimento di una delle opere più sensate degli ultimi quarant'anni, di portare i capoliveresi a fare come minimo un sit-in di protesta, aspettano che un programmatore misericordioso crei un service pack che faccia rinsavire il programma Barbetti 2.1. andrea galassi


Duce grande

Duce grande

barbetti busto

barbetti busto

orango scimmia risata

orango scimmia risata

frattini ministro

frattini ministro

cozze

cozze