Proprio a Portoferraio al Molo Elba un magnifico yacht del 1920: il Lulworth. 46 metri fuori tutto e 37 in coperta; larghezza di 6 metri e 60, 190 tonnellate di dislocamento e 5 metri e mezzo di pescaggio. L’albero maestro, gigantesco, è di 52 m., complessivamente la struttura che tiene i 1450 metri quadri di vele pesa 10 tonnellate. Provate ad immaginarlo a vele spiegate. È stato tra i protagonisti delle grandi regate inglesi ed insieme al Britannia, al White Heather, allo Shamrock IV e al Westward era una delle famose "Big Five" della Coppa America. Erano la massima espressione dello yachting di allora e forse lo sono in assoluto, dovevano essere manovrati da equipaggi di almeno 30 persone. Lulworth è l'unico yacth sopravvissuto dei big five: gli altri 4 sono stati affondati o demoliti per volontà dei loro primi e unici armatori. Il suo nome originario era Terpsichore, un cutter aurico tutto in mogano e teak. Nel 1924 cambia nome in “Lulwoth” nome dato dal suo nuovo proprietario Herbert Weld –Blundell castellano di Lulworth Castle, appartenente ad una delle grandi famiglie presenti nello yachting inglese fin dagli inizi dell'Ottocento. Grazie ad alcune messe a punto la barca diventò invincibile e nei cinque anni successivi ripagò l’armatore degli investimenti fatti. Continuò a vincere anche con il proprietario successivo Sir Singer, l’erede della dinastia delle macchine da cucire, e ancora con Allan Patton, A fine carriera Lulworth aveva totalizzato 258 regate con 114 premi vinti di cui 59 primi. La sua carriera finì alla fine del 1930, quando cominciò a trovarsi in svantaggio gareggiando con barche di altra generazione più piccole e tecnologicamente più avanzate nelle vele e nei materiali. Ma più che per le sue glorie il Lulworth è diventato famoso per la storia del suo incredibile restauro. Passò ancora di mano e il nuovo armatore lo portò in cantiere per restaurarlo, ma fu arenato in un fiume e divenne un’abitazione fin al 1986. Fu bombardato durante la guerra e le sue riparazioni furono fatte in cemento. Nel 1990 la proprietaria del cantiere non potè rifiutare un'offerta da un italiano. Fu portato nel 1991 presso il Cantiere Beconcini di La Spezia per essere restaurato, ma il progetto per conto dei nuovi armatori fu protagonista di una lunga vertenza sui criteri di restauro che lo portò all’abbandono e al progressivo ulteriore deterioramento. Per fortuna nel 2001 fu acquistato dall'attuale armatore olandese Van Den Bruele che finanziò il lungo e costoso restauro realizzato in un capannone a Viareggio costruito appositamente. Il restauro di Lulworth è stato l'evento più importante nel mondo dello yacthing d'epoca per la qualità, la meticolosità e la precisione con cui esso è stato fatto. E stata recuperata gran parte dei vecchi interni ed è stata fatta una ricerca in tutta Europa per reperire le varie suppellettili andate disperse nel passare del tempo. Si temeva che tutto fosse andato perduto invece é stato recuperato il 25 % del materiale grazie a reperti recuperati e pervenuti anche spontaneamente da varie parti del mondo. Responsabile del progetto è stato Giuseppe Longo, aiuto indispensabile per l'armatore nella realizzazione di un recupero unico al mondo che ha comportato ricerche storiche e l’impiego di molti professionisti che hanno lavorato a lungo per mantenere in vita una leggenda: l’ultimo Big Five gaff cutter è stato rifatto esattamente come era negli anni ’20. Lulworth è tornato in acqua, elegante, maestoso, sublime e l’armatore per scaramanzia ha fissato alla base dell’albero una moneta d’oro, un gesto di buona auspicio che dovrebbe preservare l’albero da spiacevoli avarie. Il varo del Lulworth 6 febbraio 2006 è stato straordinario un po’ come tutta la sua storia, è stato ospitato addirittura nell’Arsenale della Marina Militare di La Spezia, nel bacino di carenaggio dell’Amerigo Vespucci . Dopo il varo è stato ospite a maggio dello stesso anno del Trofeo Accademia Navale a Livorno e poi al Festival del Cinema a Cannes e in molti altri eventi di rilievo e in diverse regate storiche. Oggi è di nuovo in vendita a 8milioni 250.000 euro. Speriamo che vada in buone mani.
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