Ho letto una nota pepatissima di una associazione che richiama la regione a rivedere e alla svelta i criteri troppo generosi nei confronti delle attività e del territorio agricoli e penalizzanti per gli impianti fotovoltaici. Poi prosegue la polemica sull’autostrada maremmana. Intanto l’assessore Marson continua nella sua critica a una serie di progetti e interventi troppo generosi con il cemento in città come sulla costa per i Briatore di turno. E poi la piana fiorentina, la Val di Cornia, l’’area marina maremmana e la Meloria che galleggiano senza mai approdare, mentre il parco minerario dell’Elba ha problemi come li ha la Val d’Orcia. E come dimenticare –è sempre la Marson che parla- l’Arno i suoi progetti. Dietro questi nomi e situazioni c’è la crisi di una dimensione locale che per trovare oggi le scale giuste di intervento e di gestione deve misurarsi con pianificazioni non più riconducibili unicamente al comune o al settore agricolo o forestale che sia ma all’ambiente in una accezione più ampia e con una programmazione che operi in questa dimensione più ampia. Sul piano nazionale questa pianificazione è KO da tempo sia per quanto riguarda l’assetto idrogeologico che la natura, il paesaggio con i parchi in crisi senza soldi e ruoli degni di questo nome. Tanto che come risulta da studi non solo della LIPU risorse comunitarie volte alla tutela degli habitat naturalistici non vengono utilizzate con reciproco danno per la biodiversità e per gli agricoltori. E’ un aspetto –so di ripetermi- che anche in Toscana ha a che fare con la gestione dei parchi e delle altre aree protette regolata da una legge invecchiata e da rivedere. Se torneremo a discuterne avremo modo di verificarlo e di prendere me misure opportune per renderla più efficace. Perché non farlo e alla svelta?
solare fotovoltaico