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Parco e ambientalisti: quel che la candidata sindaco Mancuso non sa

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 27 marzo 2011

Vediamo che la candidata sindaco di Rio Marina, dopo aver tirato in ballo in una campagna elettorale un Ente Nazionale e fatto strame delle sue competenze, ora ci accusa di esserci intromessi in cose procedurali e politiche che non ci riguardano, minacciando addirittura di far fare interrogazioni parlamentari, presumibilmente affidandosi all’acuta penna dell’onorevole sindaco Francesco Bosi, che l’ha imposta a quella candidatura. A parte che la candidata Mancuso ricalca le stucchevoli domande bosiane sul ruolo di Legambiente alle quali ormai ci siamo stancati di rispondere, perché evidentemente non capiscono o non vogliono capire, a parte che la candidata non risponde o non sa rispondere ai nostri precisi rilievi, sarebbe bene che la signora Mancuso prendesse un bel respiro e si calmasse, partendo da un presupposto più che certo: a Legambiente non interessa niente della campagna elettorale di Rio Marina, non interessa chi sarà il sindaco di Rio Marina e per noi lei potrebbe farlo anche in eterno, ma sarebbe bene che, chiunque sia, il nuovo sindaco di Rio Marina sapesse almeno come funzionano gli organismi di un Parco Nazionale e quale è il ruolo che in essi svolgono le associazioni ambientaliste. La candidata Mancuso, che le rarissime volte che ha partecipato alle riunioni riguardanti il Parco ed il suo Piano è di solito arrivata tardissimo ed è andata via prestissimo, evidentemente non è a conoscenza che: 1) In base alla legge 394/91, le associazioni ambientaliste riconosciute nazionalmente partecipano ai Direttivi dei Parchi nazionali con 2 rappresentanti. Nel Parco dell’Arcipelago uno di questi è Umberto Mazzantini (nominato due volte da due ministri dell’ambiente diversi in base ad una rosa di nominativi indicati dalle associazioni ambientaliste nazionali), portavoce di Legambiente Arcipelago Toscano e responsabile nazionale isole minori di Legambiente Nazionale, che fa parte anche della Giunta esecutiva del Parco. 2) Le associazioni ambientaliste quindi non bypassano proprio nessuno quando discutono di procedure e proposte e progetti riguardanti il Parco, dato che è loro diritto/dovere farlo, per statuto proprio e perché lo prevede la legge. Forse l’onorevole Bosi e la candidata Mancuso si sono abituati troppo ai silenti e docili consiglieri del centro-sinistra piaggese per potere pensare che in altri Enti e consessi democratici le cose si svolgano diversamente. Ma una cosa è certa: non sarà certo la candidata sindaco di Rio Marina a mettere il bavaglio a Legambiente o a dirci di cosa ci dobbiamo occupare e come e se dobbiamo farlo, né tanto meno a dire al nostro rappresentate nel direttivo del Parco cosa può e cosa non può fare. Anche perché altrimenti la Mancuso dovrebbe mettere personalmente la mordacchia anche tutti e 12 i Consiglieri del Direttivo del Parco, compresi quelli che rappresentano la Comunità del Parco, e cioè i Comuni, ed a tutte le forze politiche che li esprimono. Per quanto riguarda la cultura degli anatemi la candidata Mancuso si rivolga al suo mentore, l’onorevole sindaco Bosi, che in 10 anni contro Legambiente e il Parco ne ha scagliati a vuoto a decine, anche in umoristiche interrogazioni parlamentari, se invece per denunce l’aspirante sindaco si riferisce alle osservazioni fatte da Legambiente agli strumenti urbanistici e alle cementificazioni tentate e attuate nel suo Comune, abbiamo avuto ragione troppe volte per farle passare come cattiverie “politiche”, abbiamo fatto semplicemente il nostro dovere di associazione ambientalista (e di cittadini) segnalando normative violate e chiedendo un diverso uso del territorio, senza il quale lo sviluppo sostenibile di cui si riempiono la bocca i politici elbani è solo fumo negli occhi. Legambiente non è e non vuole essere “unico custode dell’interpretazione di uno strumento urbanistico (sic!) di rango nazionale, quale è la natura del Piano del Parco”, chi vuole si faccia avanti… a Rio Marina tutti si sono tirati indietro ed hanno sparato sul parco a palle incatenate, per poi magari blandirlo e utilizzarlo per prendere finanziamenti e per fare il Peep ed ora per cercare di realizzare il mega-porto con Villaggio Paese annesso e la sua strada “spacca parco”. E’ da quando sono state chiuse le miniere che tutti a Rio Marina invocano “Il sacrosanto diritto allo sviluppo!” e poi accusano gli ambientalisti (che in quel Comune non hanno mai governato e sono stati rappresentati una volta da un consigliere di minoranza subito non ripresentato) di volerlo impedire per cattiveria e invidia (sic!). Non viene in mente alla candidata sindaco che se questo sviluppo al cemento e dei villaggi paese e delle seconde case “non sviluppa” la colpa sarà di chi ha governato e non di chi fa rilevare che forse ci sarebbero altre strade… e non parliamo certo della “spacca parco”?


Miniere ocra canyon

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