Novanta gru in volo, collo lungo e disteso, oltre due metri di apertura alare, enormi uccelli scuri nel cielo un po’ grigio di maltempo si chiamavano con voce gutturale per riprendere il viaggio. “E’ stata un’apparizione breve ma spettacolare” dice Franca Zanichelli direttore del Parco “stavo entrando in ufficio all’Enfola, quando ho udito un coro di voci per me inconfondibili, poi sono apparse loro, le gru, verso il promontorio. Venti, trenta, poi altre ancora, intanto che cercavo di contarle, ne apparivano altre, il cielo si è riempito dei loro voli circolari, pochi minuti poi si sono disposte in formazione a cuneo seguendo il capofila con le voci che si allontanavano”. Alcune gru erano già state viste nella stessa mattinata di martedì 15 marzo a Mola a pascolare nella zona umida. Le aveva scoperte Agostino Romano, un appassionato di fauna, che da una mano al Parco per limitare i cinghiali, e che gattoni le ha immortalate a terra documentando il valore di quel piccolo spazio di prati allagati e canneti. Poi sporadiche presenze in sosta qua e là attorno il golfo di Portoferraio, mentre il naturalista Antonello Marchese le ha riprese riunite in volo e ha messo la sua bella immagine anche su Facebook. La piccola zona umida di Mola è l’ultimo lembo di antichi paesaggi di acque dolci e salmastre che interessavano i golfi dell’isola d’Elba e di vaste aree italiane. Sono ambienti in forte regressione e spesso molto compromessi nella qualità ambientale ma rimangono come approdi indispensabili per questi grandi veleggiatori che a primavera rientrano dall’Africa per raggiungere le lande e le brughiere dell’ Europa nordorientale. Risalgono il nostro Paese passando proprio attraverso le prime isole dell’Arcipelago toscano viste come “portaerei naturali in mezzo al mare”. Quest’inverno a Mola è stato segnalato anche il Tarabuso, un airone giallastro, grande e un po’ goffo che se ne sta sempre nascosto tra le canne dove, a collo diritto all’insù, si finge esso stesso canna. E’ stato avvistato da Giorgio Paesani, un bravo ornitologo che fa base a Rio Elba e che da anni effettua i censimenti invernali per controllare i movimenti delle specie legate agli ambienti acquatici. Mola e il promontorio dell’Enfola sono entrambe Zone di Protezione Speciale, le famose ZPS della Rete Natura 2000, la Rete ecologica che connette in Europa tutti i siti importanti per l’avifauna e per la conservazione di flora e fauna di valore. Tali siti sono situati preferenzialmente entro le aree protette dei Parchi che possono garantire maggiori livelli di tutela. Alla mail del Parco Nazionale Arcipelago Toscano info@slepark.it si possono inviare altre foto e segnalazioni dei migratori che sorvolano le nostre belle isole, oppure si può utilizzare la pagina del Parco su Facebook per condividere altre immagini carpite sulla sosta di questi gruppo turisti con le ali sull’Elba che superando confini e grandi difficoltà diventano interpreti di centinaia di migliaia di singole odissee che rendono affascinante il fenomeno della migrazione. (la terza foto si riferisce ad un precedente avvistamento di gru in volo sul golfo di Portoferraio, in quel caso gli esemplari avvistati erano "appena" nove)
gru in volo 3
novanta gru posate a mola
novanta gru in volo