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Controcopertina - Rio Marina: ambientalisti confusi sui lavori dopo-alluvione

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : domenica, 12 ottobre 2003

Sui lavori alle aree ex-minerarie non esiste alcuna confusione, se non nella mente degli esponenti di Legambiente, nuovi Scherlock Holmes di tutto quanto accade all’Elba. I lavori per la messa in sicurezza ed il recupero geomorfologico ed ambientale di questo territorio sono finanziati dal Ministero dell’Ambiente, e realizzati dal Commissario straordinario nominato dal Ministero dell’Interno, Dipartimento della Protezione Civile, a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza decretata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Tutto ciò non solleva il Demanio, in quanto proprietario dell’intero vastissimo Compendio minerario, dall’esecuzione degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e dalla rimozione delle situazioni di pericolo, ove queste si manifestino. Tutto ciò, a maggior ragione, ove si verifichino eventi di eccezionale gravità come quelli alluvionali dello scorso anno, che hanno richiesto interventi di somma urgenza. Continua a meravigliare il fatto che, dopo oltre vent’anni di totale abbandono del Compendio minerario elbano, e altrettanti di silenzio, le associazioni ambientaliste ed alcuni organi d’informazione si mobilitino proprio nel momento in cui si svolgono importanti interventi di messa in sicurezza e di recupero ambientale, che dovrebbero semmai essere salutati con viva soddisfazione da tutti. Come già puntualizzato nel comunicato di ieri, comunque, l’Amministrazione comunale non ha nessun ruolo nella scelta delle aziende chiamate a svolgere gli interventi straordinari suddetti, e neppure funzioni di supervisione od ispezione sugli stessi. Comune di Rio Marina L'Amministrazione Comunale di Rio Marina ha fornito ancora una non-risposta travestita da risposta, e farebbbe bene ad evitare toni sarcastici, parlando delle attività di una seria e prestigiosa associazione ambientalista, che ha contribuito con le sue inchieste e col suo patrimonio di conoscenze territoriali (negli anni e non negli ultimi mesi), a migliorare quest'isola, diffondendo la coscienza ambientale, e promovendo azioni di moralizzazione e salvaguardia di una trasparenza e spessore culturale assai maggiore rispetto al procedere della sgalluzzante o sgallittante compagine amministrativa di Bosi e dei suoi fidi scudieri. Quanto il Comune ci dichiara in ordine alle procedure che si applicano nei casi in cui ad un ente si consenta di operare in regime di "somma urgenza" è cosa scontata e nota. Ma che, come la risposta del comune potrebbe indurre a intendere, la realizzazione delle opere in somma urgenza crei uno stato di perpetuata extragiudizialità ed extraterritorialità delle zone interessate dai lavori e sui lavori medesimi, ci pare quanto meno giuridicamente "creativo". Ribadiamo il concetto che indipendentemente da chi ha concesso (Prefettura, Demanio, Parco Minerario etc) i finanziamenti e disposto le opere, restano al Comune che le ospita i normali adempimenti di registrazione e controllo territoriale comunque previsti dalla legge, oltre che il rilascio delle autorizzazioni (pur se a sanatori) dei lavori eseguiti: tutto ciò ricordando che uno stato di emergenza ha un inizio ed una fine temporale, dopo la quale (per fortuna) i processi debbono riprendere a seguire gli iter normali. Ma resta anche per la comunità locale ed al Sindaco in prima istanza, un obbligo morale a vigilare che quanto accade sul territorio di competenza rispetti i canoni della correttezza amministrativa della congruità dei risultati in rapporto agli erogati finanziamenti, e che le maglie necessariamente più larghe che si usano per favorire interventi di somma urgenza, non creino occasioni per violazioni di legge, quali eventuali esercizi abusivi di attività, eventuali realizzazioni di opere incompatibili con il funzionamento delle strutture esistenti, eventuali violazioni delle norme che tutelano i lavoratori sotto il profilo contrattuale e quello della sicurezza del lavoro. Questo anche perchè il Sindaco, se ad esempio avesse contezza del verificarsi di vere e proprie violazioni di legge, quali pericolose difformità nella esecuzione delle opere, uso di materiali scadenti, sottrazioni di materale minerario di pubblica proprietà per la inefficienza delle modificate strutture di accesso alle aree, utilizzo di personale assunto al nero, occultamento di gravi incidenti occorsi a persone, un altro obbligo maturerebbe per l'amministratore: quello di sporgere regolare denuncia. Ma l'assoluta tranquillità degli amministratori potrebbe anche significare che hanno vigilato, che tutto è filato e sta filando liscio, e che niente di quanto paventavamo è accaduto e forse è questa serenità che induce i maggiorenti riesi a fare del sarcasmo sulle secondo noi invece fondatissime preoccupazioni altrui Ed in ultimo vorremmo ricordare (quasi per fatto personale) agli amministratori di Rio Marina forse giovani e/o distratti e/o disinformati sugli eventi elbani, che nella loro nota ci propongono un ageniale certastampeggiare in versione piaggese, che in molti dei 308 numeri di questo giornale negli oltre 600 di Joinelba (1^ direzione), e sulle colonne de l'Unità e di Mattina degli ultimi venti anni, chi scrive ha posto spesso e volentieri, le questioni della conservazione delle aree minerararie, dello sviluppo delle loro potenzialità turistiche come volano economico del riequilibrio tra il ricco sud-ovest dell'Elba e l'attualmente meno opulento versante di nord-est isolano.


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rio marina attilio 9 miniere

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