Sul tema dei rifiuti l'Elba ha ormai imparato a non cantar vittoria, almeno da quando - sottoscritto l'accordo per rilevare l'impianto del Buraccio (tra le firme c'era anche la mia)- si comprese che il peso dell'ennesima scelta sbagliata sarebbe stata pagata solo dai cittadini elbani con costi spropositati ad aggravare quelli - gia' sopra la media - di un ciclo dei rifiuti che presto avrebbe esaurito la propria autosufficienza. E' cosi`che probabilmente si e`compreso che dietro la fretta di alcune scelte si cela spesso la classica "ultima spiaggia": o bere o affogare insomma e spesso siamo stati cosi`"allineati" da sorbirceli entrambi. Ho di recente confrontato la questione con il Sindaco Peria, condividendo il fatto che questa fase puo`rappresentare un'opportunita' solo nel caso in cui all' autonomia sacrificata corrisponda un reale abbattimento dei costi, risultato che richiede forti garanzie tecniche e politiche e che potrebbe essere meglio essere raggiunto con un gioco di squadra che tenga viva la contrattazione e riconosca a ciascun comune un adeguato potere decisionale. Ho suggerito - nei limiti dell'attuale conoscenza della questione - di pretendere che i costi di investimento siano ripartiti su tutta l'ATO e recuperati almeno nella parte del residuo ammortamento, spalmando cosi' su tutto il territorio almeno una parte dell'attuale tariffa . Questa a mio avviso la minima condizione per sedersi al tavolo di un'altra "societa' di bacino". Il termine non e`casuale e porta in se' il giudizio critico su organizzazioni societarie a larga base territoriale che finiscono per distinguersi a mala pena dagli organismi regolatori che dovrebbero esserne i controllori a tutela dei cittadini. Risultato: i bilanci diventano tariffe e le tariffe... bilanci. Per riassumere la mia posizione... Non e' rinunciando a porsi domande che si esercita un ruolo e non e' abdicando al ruolo di tutela dei cittadini che si ottengono le garanzie.
Buraccio stretta