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Controcopertina: Il ministro dell’ambiente sempre peggio

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 19 marzo 2011

Ieri in una trasmissione del TG 3 in collegamento con Firenze e Bologna si è discusso della crisi dei parchi. La regia aveva chiesto agli ascoltatori cosa pensavano dei tagli inflitti anche alla natura dopo quelli alla cultura, ai beni ambientali etc. Le risposte -aiutate in questo dalle notizie fornite dalla regia e dagli intervistati che denunciavano gli effetti già vistosi dei tagli persino per la più ordinaria amministrazione compresa la benzina per i guardiaparco -come del resto per i poliziotti- hanno manifestato profonda preoccupazione e anche sdegno. A fronte di questa situazione che stando alle pochissime dichiarazioni del nostro ministro Prestigiacomo l’anno prossimo peggiorerà come è già avvenuto del resto anche per le energie rinnovabili mentre per il nucleare qualche dubbio gli è venuto ma solo per la paura di perdere le elezioni (quando si dice le emozioni!) va detto subito che l’allarme e soprattutto la risposta delle istituzioni è del tutto inadeguata. In nessun paese del mondo si tollererebbe che 18 dei 24 parchi nazionali fossero o commissariati (sei) per anni o senza organi direttivi a posto e uffici in grado di svolgere il lavoro che gli assegna la legge. In nessun paese del mondo con le elezioni nazionali, regionali o locali si cambia il presidente di un parco per metterci per tempo indeterminato un commissario amico della parrocchietta che spesso dei parchi non sa neppure una mazza. I parchi li stanno smantellando dopo che Calderoli voleva abrogarli per far prima. Tagliano i soldi, paralizzano vergognosamente gli enti magari per progettare poi nei parchi abruzzesi piste da scii e campi da golf o mandare a schifio lo Stelvio. Intanto la talpa parlamentare al senato sta lavorando per fare un obbrobrio di legge che manderebbe definitivamente in pensione le regioni nella gestione delle aree protette marine. Ora chi si è occupato e si occupa da tempo di parchi sa naturalmente che ci sono stati ministri che non hanno brillato in questo ruolo ma non si era mai dato il caso che un ministro dell’ambiente dinanzi al rischio nel ventennale della nostra legge quadro che i parchi siano di fatto liquidati non abbia finora avvertito il dovere di discuterne innanzitutto con i parchi e con le altre istituzioni. Che io ricordi non era mai accaduto con nessuno ministro di nessuna parte politica. Ma non ricordo neppure un parlamento tanto latitante se non impegnato in qualche pasticcio come al Senato. Difficile sorprendersi quindi che anche in alcune regioni si stia diffondendo il virus dei commissariamenti e scelte che ridimensionano in Piemonte come in Lombardia –e cito non a caso due regioni storicamente con le carte in regola- il ruolo dei parchi regionali con veri e propri trucchi ed espedienti. Ecco perché in San Rossore abbiamo parlato di rilancio dei parchi. Non ci interessa una polemica in più fin troppo facile ma un impegno capace di scuotere un sistema istituzionale che sembra catatonico per troppi versi.


Stefania Prestigiacomo

Stefania Prestigiacomo