FIRENZE Arriva la primavera ed arrivano anche le farfalle. Ma non tutte sono gradite. Nell’area del promontorio di Piombino e all’isola d’Elba, nei comuni di Rio Marina e Marina di Campo, è prevista per la primavera un’elevata presenza di Lymantria, una specie di farfalla che allo stato larvale (bruchi) rappresenta uno dei maggiori pericoli per le foreste. L’allarme viene dal servizio META (Monitoraggio Estensivo dei boschi della ToscanA a fini fitosanitari) della Regione Toscana che ha provveduto a mettere in atto le difese necessarie. Le larve di Lymantria – rassicurano gli esperti del servizio – non rappresentano un pericolo per persone o animali, non avendo potere urticante, tuttavia, trattandosi di una specie che si alimenta praticamente su ogni specie di pianta, in caso di massiccia presenza possono causare, in particolare in ambienti di tipo mediterraneo, consistenti danni alla vegetazione. Per questo motivo dalla Regione sono stati allertati gli Enti territorialmente competenti al fine di programmare gli opportuni interventi di contenimento delle larve mediante trattamenti localizzati da attuarsi nelle aree a maggior frequentazione turistica e nelle zone in cui potrebbero aversi danni permanenti a carico della vegetazione forestale. I trattamenti – spiegano i tecnici del servizio META – saranno effettuati in una fascia di alcuni metri lungo viabilità percorribile con mezzi fuoristrada per circa 7 km all’Isola d’Elba e 10 km nel Promontorio di Piombino; la superficie complessiva trattata sarà all’incirca di 30 ettari. Per i trattamenti si utilizzeranno prodotti a base di Bacillus thuringensis che agiscono selettivamente sulle larve nei primi stadi di sviluppo. Il prodotto utilizzato – rassicurano gli esperti – il cui uso è consentito anche sulle coltivazioni biologiche, non ha effe tti negativi né sull’entomofauna utile (ad esempio le api) né sulle altre componenti, animali e vegetali, degli ecosistemi forestali. L’azione del prodotto, che viene ingerito dalle larve insieme alle foglie di cui si nutrono, si dispiega in poche ore mentre il prodotto non ingerito viene degradato dalla luce solare nell’arco di due-tre giorni dalla sua distribuzione senza lasciare residui. Gli interventi saranno attuati impiegando gli operai forestali, alle dipendenze degli Enti territorialmente competenti, che distribuiranno il prodotto da terra, concentrandosi nelle aree nelle quali è stata rilevata la massima presenza di uova dalle quali fra la fine di aprile ed i primi di maggio emergeranno le larve. Considerato l’elevato valore ambientale delle aree – concludono gli esperti – gli interventi saranno accuratamente programmati e concordati con le strutture competenti e le aree saranno sog gette ad un particolare monitoraggio sia per valutare gli effetti dei trattamenti sia per prevedere eventuali ulteriori necessità. (nella foto di repertorio: zona della valle del Volterraio attaccata dalla Lymantria nella primavera di qualche anno fa)
lymantria focolaio