Torna indietro

Ancora troppe ombre sul federalismo

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 17 marzo 2011

Il presidente Rossi ha detto senza tanti giri di parole che sul federalismo permangono troppe zone d’ombra e non solo nei confronti delle posizioni della lega. E i riscontri possiamo e dobbiamo ricercarli anche in Toscana specie nel momento in cui si stanno discutendo soprattutto in campo ambientale alcune scelte assai impegnative. La lega e non solo Calderoli hanno dato al tutto un segno ben riassunto negli slogan le ‘Dolomiti tornano a noi’, ‘il Garda torna a casa e noi siamo i padroni’. Un federalismo che di solidale non ha nulla se non la pretesa del tutto anacronistica che le Dolomiti o il Po o l’Arno possano e debbano essere gestite senza una politica e un governo nazionale e come se oggi il governo di queste realtà potesse ignorare le politiche comunitarie e internazionali e quindi i governi nazionali e cioè anche Roma ladrona. Il governo del territorio quale previsto ( ma dimenticato) dal titolo V della Costituzione richiede politiche di pianificazione in cui stato, regioni ed enti locali fanno rete e sistema per usare termini abusati. E fanno rete seguendo non solo i confini amministrativi ma quelli territoriali, ambientali, paesaggistici che quei confini travalicano che si tratti di fiumi, montagne o coste. Questa trama nel PIT non era e non è chiara. Il PIT –mi si passi la battuta- è assai poco federalista. Se prendiamo importanti realtà regionali sempre sconfiniamo che si tratti del Santuario dei cetacei o dei due dei tre nostri parchi nazionali, e non è certo un caso che toscana., emilia e liguria abbiano firmato recentemente un accordo per la gestione appenninica. Nel raggio di soli 70 km, di parchi ce ne sono tre nazionali e 6 regionali, di mare e di montagna. L’emilia ha da poco istituito il primo parco interregionale con le Marche ( Sasso Simone e Simoncello). Noi toscani abbiamo con la Liguria un’ unica autorità di bacino per il Magra che è appunto tosco- ligure ma solo la liguria ha sulla sua sponda un parco regionale. Lì –come direbbero i leghisti- casa nostra non finisce in toscana. Se il federalismo non vuole essere appunto chiacchera che riduce il governo del territorio al paiolo di casa bisogna incardinare -e non soltanto le politiche ambientali- su questa rete non riconducibile solo ai livelli istituzionali elettivi ma a quella scala ambientale che –ripeto- nel PIT non ritroviamo se non del tutto inadeguatamente. A me ha colpito che nel dibattito vivacissimo su Peretola e dintorni il parco della piana fiorentina che pure non è un parco a tutti gli effetti stia giocando un ruolo importante. Come l’ha giocato quello di San Rossore per la nautica, o quello della Val di Cornia per il destino di Baratti etc. Ecco perché ci sono scelte che rimandare a soggetti settoriali,ad esempio l’agricoltura, che si tratti della Val d’Orcia o della tenuta di San Rossore è un grave errore. Come lo è non accelerare finalmente l’approvazione della nuova legge regionale sui parchi. Solo così usciamo al meglio dai settorialismi e solo così ci sintonizziamo meglio con Emilia e Liguria e non solo per i parchi. Solo così introduciamo quei connotati federalisti che né la lega né la Prestigiacomo hanno intenzione di realizzare. In questo il 150 anniversario dell’Unità d’ Italia specie per noi toscano è senz’altro una buona occasione per non pensare solo ai campanili.


mappa toscana

mappa toscana