C’è voluta la tragedia del Giappone perché potessimo risentire la voce del ministro dell’ambiente Prestigiacomo. Ma ce l’aveva con lo sciacallaggio sul nucleare. Se per i beni culturali siamo quindi in attesa di sapere se il ministro Bondi rassegnerà o no le dimissioni dopo le critiche dopo Pompei che l’hanno tanto addolorato, per la Prestigiacomo ci chiediamo se dell’ ambiente e in particolare dei parchi gliene importa qualcosa. A occhio e croce pare proprio di no. Con il milleproroghe, ad esempio, sono stati abrogati i consorzi di gestione dei parchi regionali previsti dalla legge quadro. Erano stati introdotti unitamente all’ente sul modello di quello previsto per i parchi nazionali perchè le regioni se ne erano avvalse prima della 394 con ottimi risultati perchè questo organo aveva consentito di coinvolgere anche sul piano finanziario gli enti locali. Lombardia e Emilia Romagna avevano continuato ad avvalersene anche dopo il 1991. Ora però la regione Lombardia pretendeva che i consorzi continuassero a pagare ma per contare assai meno perché Formigoni risucchiava competenze non sue in fatto di pianificazione per ricondurle al Pirellone. Ecco allora che si abrogano a Roma con una legge guazzabuglio così gli enti locali restano a bocca asciutta e la regione può decidere come meglio gli aggrada. E mentre con il mille proroghe si lesiona la legge 394 nella maniera più clandestina si apprende che i tagliatori di teste ministeriali hanno prorogato le cose per la gestione della Meloria che è in ballo solo da una trentina d’anni, perché – questa volta -prima devono insediare la Commissione di riserva ormai considerato da tutti un fossile istituzionale. Una commissione affiancherà così il consiglio dell’ente di San Rossore e il suo comitato scientifico per gestire uno scoglio. Ma a fare scandalo –tranne che per la Prestigiacomo- è la situazione dei parchi nazionali quasi tutti nella paralisi più completa non solo perché commissariati ma in qualche caso non è a regime neppure il commissariamento. Insomma parchi illegittimamente impediti di fare il loro mestiere anche da anni ma che disinvoltamente e scandalosamente vengono coinvolti in operazione aberranti in Abruzzo in nome nientepopodimeno del terremoto. Se qualcuno su questo sfasciume ha sentito levarsi una qualche voce del ministro dell’ambiente alzi una mano. E qui non ci sono neppure le scuse delle risorse, dei tagli ma solo la confusione che regna a Roma e che si sta diffondendo anche in molte regioni sul ruolo dei parchi considerato evidentemente sempre più un fastidio e non soltanto a Milano. Se qualcuno aveva dei dubbi sulla necessità e urgenza di un loro rilancio alla luce di questi fatti può farsene senza fatica una ragione.
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