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Odissea a quattro zampe

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : lunedì, 14 marzo 2011

Abitando ormai da diversi anni all’Elba conosco la storia “infinita” del canile e quindi delle difficoltà a trovare le giuste e legali soluzioni ai casi di animali randagi ma ingenuamente, credevo che le Istituzioni e gli Enti preposti fossero comunque organizzati e pronti a trovare rapide soluzioni in applicazione della Legge 281 inerente la problematica del randagismo. Il caso ha voluto che oggi, alle ore 17,30 un cane giovane, con collare, senza medaglietta si affacciasse al nostro giardinetto, segnalato dall’abbaiare dei nostri due meticci: mi sono avvicinato è sono rimasto colpito dalle condizioni del cane, denutrito, sporco con i nodi al pelo, affamato ma con uno sguardo dolce e desideroso di coccole. Non avendo possibilità di tenerlo,ho chiamato la Polizia Municipale del Comune di Porto Azzurro, che per legge dovrebbe intervenire: una gentile vigilessa mi ha testualmente detto: “le spiego quale è la procedura: se lei lo tiene ne diventa proprietario”; le rispondo che non posso, che sarebbe opportuno trovare l’eventuale proprietario o comunque una adeguata sistemazione. La gentile vigilessa mi informa che purtroppo, capisce il caso, ma non può far nulla in quanto sono solo in due in servizio, uno al mattina uno al pomeriggio, che lei è impegnata con il Rally, che la macchinetta per leggere il microcip è guasta e che il collega che si occupa di animali è malato; alle mie garbate osservazioni più che insistenze, precisa che comunque anche volendo non avrebbero potuto far nulla in quanto non esiste una soluzione per i cani randagi; per i gatti, grazie ad una signora volontaria, una soluzione forse si poteva trovare ma per i cani al momento non aveva soluzioni da suggerire. Conclude dicendo che comunque fino a lunedì non può materialmente far nulla. Alle ore 18 circa decido allora di chiamare l’Enpa,associazione che so essere attiva sul territorio: la Presidente Affini, mi informa che si, loro hanno lo strumento per leggere il microcip, ma che al momento era utilizzato sull’altro versante dellElba, rispetto a Porto Azzurro, e che comunque per risalire al proprietario, nel caso in cui il cane avesse il microcip, bisogna chiamare il servizio sanitario Asl, forse aperto metà giornata domani sabato 12. Le chiedo di attivarsi per fare in modo che qualcuno dei volontari Enpa venga con la macchinetta verso casa mia e che sarei andato incontro in modo di avere almeno un primo tassello; mi dice di darle il tempo di fare alcune telefonate e che mi avrebbe richiamato; speranzoso la richiamo dopo 15 minuti, ma ancora non aveva avuto il tempo di chiamare nessuno. Alle 19 30, mi richiama la Presidente Affini, informandomi che avrei potuto fruire della macchinetta per la lettura del microcip, ma che avrei dovuto portare il cane a Portoferraio o comunque trovare una soluzione con una volontaria. Naturalmente l’Enpa, come il Comune, non ha soluzioni per trovare una adeguata collocazione al cane e credo che non sia nemmeno posto il problema, la cui soluzione è rimessa allo sfortunato cittadino di turno. Questa mia piccola esperienza mi ha fatto capire come al di là dei progetti più grandi, vedi canile, non trovano applicazione le normative in materia di animali, che impongono precisi obblighi ai Sindaci ma che non solo rimangono lettera morta ma che questo viene considerato normale dai rappresentanti delle Istituzioni. Sarebbe fortemente auspicabile che in attesa del canile, che mi auguro che quanto prima venga realizzato e che sia adeguato al numero di cani randagi presenti sull’isola, ogni Comune si attrezzasse affinché ogni cane randagio possa trovare una tempestiva ed adeguata soluzione e ogni cittadino che non vuole vivere facendo finta di non vedere, possa in breve tempo attivare fiducioso gli organi competenti. Nel frattempo il cane mi è scappato. Mi affido alla buona sorte ed alle foto che vi prego far divulgare, affinché il gentil cane, possa ritrovare casa.


odisseo bis

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