LEGAMBIENTE Aver evacuato le persone nel raggio di 10 chilometri e ordinato al resto della popolazione vicina di non uscire, non bere acqua di rubinetto e non toccare nulla che sia stato all’aria non basterà, purtroppo, a limitare le terribili conseguenze dell’incidente, culminato con l’esplosione di un reattore, nella centrale nucleare di Fukushima. "La terribile situazione che si sta verificando in Giappone – ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza - dimostra che per le centrali atomiche non esiste sicurezza. La centrale esplosa, dalla quale già ieri era fuoriuscito materiale radioattivo, era stata progettata con tutti i più avanzati sistemi di sicurezza e dotata di criteri tecnici che avrebbero dovuto resistere a terremoti di qualunque entità, così come previsto da un Paese, tecnologicamente molto avanzato, abituato a fare i conti con onde sismiche di elevata potenza. Eppure la tragedia in corso è immane e inarginabile. Le conseguenze saranno enormi e non ci sono strumenti di alcun tipo per fare fronte all’emergenza sanitaria che seguirà. Non c’è bisogno di aggiungere altro all’evidenza, ma dobbiamo riflettere attentamente nel valutare e definire ‘sicure’ le centrali che si vorrebbero costruire in Italia, paese a rischio sismico e idrogeologico, dove non è in alcun modo possibile garantire la stabilità e la sicurezza di impianti così pericolosi”. Greenpeace A proposito delle notizie diffuse dalla azienda elettrica giapponese Tokyo Electric Power Co (TEPCO) sull'incidente alla centrale nucleare di Fukushima, il responsabile della campagna nucleare di Greenpeace International, Jan Beranek, dichiara che: “Qualunque rilascio di radioattività nell'atmosfera pone rischi per la popolazione dell'area interessata. Il fatto che il reattore nucleare di Fukushima stia rilasciando radioattività in conseguenza di una fusione del nocciolo, o che sia stato deliberatamente deciso di rilasciare gas radioattivi in atmosfera, significa comunque che tutte le protezioni fisiche che avrebbero dovuto isolare la radioattività dall'ambiente hanno fallito”. Secondo i dati resi noti dopo l’esplosione, nell’area della centrale una persona può assorbire in una sola ora una quantità di radioattività pari alla dose massima prevista per un anno. Beranek aggiunge: “Quanti altri casi come questo sono necessari per far comprendere che i reattori nucleari sono intrinsecamente insicuri? L'industria nucleare ci racconta che fatti di questo genere non possono più succedere nei reattori moderni, e invece oggi il Giappone è nel pieno di una crisi nucleare con conseguenze potenzialmente devastanti”. Se l'obiettivo immediato è quello di mettere la popolazione in sicurezza per minimizzare l'esposizione alle radiazioni, è necessario prendere atto che i reattori nucleari sono sempre vulnerabili a una combinazione di rischi legati a eventi esterni come i terremoti, errori umani o difetti progettuali. Greenpeace chiede una progressiva chiusura di tutti i reattori commerciali che oggi è possibile perché scenari basati al 100 per cento su fonti rinnovabili e aumento dell'efficienza energetica sono tecnologicamente fattibili ed economicamente possibili. Tanto è vero che anche l’Unione Europea li sta prendendo in considerazione. Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia, commenta: “Chi propone il ritorno al nucleare in Italia dovrebbe riflettere sulla irresponsabile leggerezza con cui sta procedendo. Dalla barzelletta del professor Umberto Veronesi, che dormirebbe con le scorie in camera da letto per tranquillizzare i cittadini che è chiamato a proteggere dalle radiazioni, alle esibizioni di Chicco Testa che continua imperterrito a spargere comunicazione ingannevole in tutti i media. È ora di finirla di trattare questo tema in modo così poco serio: l'Italia non ha alcun bisogno di tornare al nucleare, deve invece puntare sulle energie rinnovabili. Proprio il contrario di quanto sta facendo il Governo, che ha deciso di distruggere questa prospettiva”. Partito Democratico “Ogni strumentalità dopo il disastroso terremoto del Giappone è fuori luogo. Per parlare di energia e di fonti di approvvigionamento sicure per i cittadini occorrono alcuni fondamentali capisaldi in un paese civile e moderno: un piano strategico nazionale, la certezza del diritto, autorità terze di regolazione. Di tutto questo il nostro paese sta ancora discutendo, altro che fatti!” Lo ha dichiarato Raffaella Mariani, capogruppo Pd della commissione Ambiente della Camera. “E se oggi dobbiamo difendere i produttori di energie rinnovabili – prosegue Mariani - da un governo che cambia le regole in corsa mettendo in crisi investimenti e posti di lavoro, non abbiamo ancora notizie di un piano nazionale di sicurezza per le scorie delle centrali nucleari dismesse dopo il referendum del 1987.” “La corsa verso il nucleare avviata dal governo Berlusconi – conclude Mariani - è assolutamente priva degli elementi di garanzia richiesti, come quelli che abbiamo sollecitato in parlamento al pari delle regioni italiane e come chiedono i cittadini preoccupati.”
centrale nucleare giapponese