Tanelli aveva detto: "Il mio compito, in quest'isola, consiste nel cambiare il Dna degli elbani. Fatto questo, me ne potrò tornare a fare il professore". Tanelli voleva dire che in una riserva naturale è giusto che vi si muovano abitanti con grande sensibilità ambientale. L'ambiente si difende dall'uomo, non dai pettirossi. Se poi sia giusto che un bambino elbano sia indottrinato diversamente da un bambino milanese, lasciamolo come un problema aperto. Ne potremmo discutere. Ma quello che, al momento, appare molto interessante (o preoccupante) è che esistono segni evidenti che l'opera di Tanelli non solo è stata portata a termine, ma è andata forse al di là di ciò che lui stesso poteva sperare. Le prime vittime di questo plagio collettivo sembrano essere i giornali locali, le cui pagine sono ormai in gran parte dedicate alle questioni ambientali e animali. Le pagine di cronaca elbana assomigliano sempre più a giornaletti di associazioni ambientaliste. Via la sanità, i trasporti, la droga, il lavoro, gli anziani, i senza casa, gli extracomunitari, la viabilità. Pagine intere dedicate ai cani senza canile, ai delfini spiaggiati, alle stitichezze della tartaruga carretta-carretta, ai delfini con il morbillo, ai gatti vittime di vendette mafiose, ai gabbiani corsi, al rospo "smeraldino" al cui rinvenimento sull'isola è stato dedicato, addirittura, un editoriale di prima pagina. E poi la storia commovente della cicogna debilitata che non potendo emigrare in Africa volando ci è stata portata con un aereo speciale, accompagnata da veterinari e volontari per assisterla e quindi con un costo quantificabile in svariate migliaia di euro. Facendo il percorso inverso degli altri flussi migratori, quelli dei veri disperati: uomini, donne e bambini che dall'Africa cercano di raggiungere le nostre coste. Loro, però, non in aereo, ma su infernali “carrette del mare” e a rischio della propria vita. E la cicogna, in aereo insieme ai suoi accompagnatori, avrà sorvolato anche zone disastrate dai vulcani, dai nubifragi e dai terremoti, con intere popolazioni gettate nella disperazione da drammi inenarrabili. Popolazioni che hanno bisogno di tutto e che aspettano l'inverno sotto le tende o dentro piccole roulotte. Cazzo … questo si che è ambientalismo, questa si che è umanità. E poi in questo perdita di senso (rincoglionimento) generale nascono anche leggende metropolitane con risvolti comici. Una signora milanese racconta che la sua canina, una ciuawa (si scrive così?) la chiamava mamma. Il tesorino è morta poi di parto dopo aver subito l'ultimo degli affronti: essere stata violentata da un mastino napoletano. Ad ogni anniversario, le fa celebrare una messa. La città di Portoferraio, poi, è prossima ad un tilt ambientale. E' invasa dai cani e dai loro padroni che li portano sistematicamente ad annaffiare le fioriere. Nei marciapiedi, poi, ci sono più stronzi che fiori nelle fioriere. Qualche tempo fa un signore, in un bosco ha visto un talpone immobile. Preoccupato, perché convinto che si sentisse male, lo ha messo in una scatola e lo portato alla Forestale dove lo hanno rassicurato: si trattava solo di un ghiro che stava dormendo, come fanno i ghiri. Chi lo ha svegliato, invece, era una povera ghianda ambientalista vittima di questo plagio collettivo. L'abitante perfetto, direbbe Tanelli, per vivere in una riserva. E adesso una domanda. E' possibile rispettare l'ambiente e amare gli animali senza cadere nel ridicolo? Tanelli riderà sotto i baffi ma noi siamo ancora in tempo a darci una regolata.
ghiro animali