Il progetto “Giovani, il tesoro dell'isola”, ideato e gestito dall'associazione culturale e sportiva “La Rotta delle Lingue” insieme alla Cooperativa Altamarea e alla Fondazione Exodus, dopo aver coinvolto una ventina di ragazzi elbani per alcuni mesi nella scoperta del proprio territorio, con escursioni per terra e mare in diversi luoghi dell'Elba, giunge alla sua ultima fase detta della “Coscienza”. Un'ultima tappa questa che intende guidare i ragazzi verso una presa di coscienza della propria territorialità riflettendo sul proprio stato e sulla propria appartenenza all'isola attraverso una rilettura del testo del racconto “Sogno Blues”, tratto dalla raccolta “Sogni e dintorni” dello scrittore Federico Regini e la conseguente rappresentazione teatrale. Un'opera scelta non a caso, perché di uno scrittore locale, perché un “Sogno”, così da comunicare ai giovani la possibilità di valorizzare le proprie ricchezze nonostante i limiti geografici dell’ insularità. Un progetto ambizioso che è riuscito a tenere uniti ragazzi di età tanto differenti, che si incontrano tutte le settimane per leggere, riflettere, confrontarsi, scrivere e infine poter recitare un testo con il duplice scopo di essere, da un lato un documento di analisi delle tipiche dinamiche giovanili elbane, dall’altro spazio di aggregazione e condivisione di obiettivi. All'interno del racconto rivisitato saranno presenti parti in lingua straniera, scelte per comunicare la necessità di aprirsi a realtà lontane dall'isola, l'universalità del linguaggio giovanile, così come la volontà di valorizzare la diversità. Nel gruppo di lavoro alcuni ragazzi stanno creando un vero e proprio reportage delle azioni intraprese e dei luoghi dell’isola teatro delle stesse, documento che troverà uno spazio al termine del percorso con una mostra prevista per l’inizio dell’estate. Un lavoro questo che ricalca e si sposa con le finalità del progetto “Filigrane” voluto dalla Regione Toscana che ha come obbiettivo quello di formare un'equipe di lavoro “capace di riconoscere i propri bisogni e saperli risolvere, che sia inclusivo, ossia capace di coinvolgere quei giovani non raggiunti da altre politiche attuate, e che sia sostenibile, ossia capace di auto riprodursi e rigenerarsi nel tempo”.
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