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Bonsignori V.Presidente della Provincia sulle esternazioni "scolastiche" del Premier

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : lunedì, 28 febbraio 2011

L’ultimo pesante attacco – in ordine di tempo – alla Costituzione del nostro Paese, Silvio Berlusconi lo ha realizzato nei confronti della scuola pubblica, poiché, a suo dire, gli insegnanti delle scuole pubbliche «inculcano idee diverse da quelle che vengono trasmesse nelle famiglie». Riportiamo il virgolettato, anche se il premier si è poi affrettato a dire di essere stato frainteso. Ha detto il premier: “Libertà vuol dire avere la possibilità di educare i propri figli liberamente e liberamente vuol dire non essere costretti a mandarli in una scuola di Stato”. Il punto sta tutto qui: nessuno ha mai inteso proibire alle famiglie l’iscrizione dei figli ad una scuola privata, di qualsiasi genere. Il punto sta nello stesso dettato costituzionale: “La scuola è aperta a tutti”. Siamo convinti che, per rendere effettivo questo enunciato, uno Stato moderno debba investire, in finanziamenti ed idee, sulla scuola pubblica, in quanto garanzia di “apertura a tutti”. Questo non significa che le scuole private non debbano essere tutelate, tutt’altro. Ma la scuola pubblica è strumento vero e privilegiato di crescita, di integrazione, di intreccio di vite, saperi e competenze. Scriveva nel 1950, con parole ancora attualissime, Piero Calamandrei: "“Quando la scuola pubblica è cosa forte e sicura, allora, ma allora soltanto, la scuola privata non è pericolosa. Allora, ma allora soltanto, la scuola privata può essere un bene. Può essere un bene che forze private, iniziative pedagogiche di classi, di gruppi religiosi, di gruppi politici, di filosofie, di correnti culturali, cooperino con lo Stato ad allargare, a stimolare, e a rinnovare con varietà di tentativi la cultura. Al diritto della famiglia, che è consacrato in un altro articolo della Costituzione, nell’articolo 30, di istruire e di educare i figli, corrisponde questa opportunità che deve essere data alle famiglie di far frequentare ai loro figlioli scuole di loro gradimento e quindi di permettere la istituzione di scuole che meglio corrispondano con certe garanzie che ora vedremo alle preferenze politiche, religiose, culturali di quella famiglia”. Ma, prosegue il grande giurista, niente può sostituire l’espressione “di unità, di coesione, di uguaglianza civica” che è propria della scuola pubblica.”


Fausto Bonsignori

Fausto Bonsignori