Caro Serginorossi, un ti scrivo guasi mai perché faccio come quel bambolo che la su’ famiglia si credeva che fosse muto mentre invece lui s’era stato zitto fin quando tutto l’era andato bene. Allora: avrei da criticare sommessamente il tuo “A sciambere” del 24 febbraio. Fermo restando che la vedo come te sul fatto che chi scrive per il pubblico deve avere il coraggio di firmarsi e indicare in maniera inequivoca i destinatari delle proprie critiche, non ho capito perché hai rinfacciato all’anonimo animalista la lunghezza del suo scritto. Posso solo pensare che tu sappia esattamente di chi si tratta e che il tapino ti stia sui coglioni. Io invece, che vivo altrove e non conosco più quasi una mazza degli isolani di oggi, ho condiviso perfettamente quell’esternazione, forse anche perché mia moglie Gioia ed io ci troviamo in situazioni molto simili a quelle lamentate, dopo che la giunta di questa città (indovina di quale schieramento?) ha praticamente azzerato le iniziative che quella precedente aveva attuato per la tutela degli animali e la lotta in termini civili al randagismo. Oltretutto – non è per farti i conti in tasca – ma solo nell’ultimo mese hai ospitato due scritti di oltre 10.000 battute, tre di oltre 8.000 uno di quasi 7.500 e vari poco sotto le 7.000. Infine – posso dire? – mica tutti erano così leggibili e godibili. Deduco che è meglio non starti sui coglioni. Un abbraccio a te e un pesce fresco e diliscato a zippamilla cui gratto la testa e la bazza. Andrea (sponzadatrieste) Caro Andrea Purtroppo non ho più l'età né la stazza per essere noto come sergino, ma fa sempre piacere sentirsi così appellare. Ciò premesso, ed ammesso pure che, sì, starmi sui coglioni non fa per niente bene alla salute (specie politico-amministrativa), giuro di non sapere né sospettare lontanamente chi mi inviò il felino pippettone (da una mail "coperta"). Quanto alla pubblicazione di articoli di maggiore lunghezza, con tutto il rispetto che nutro per la specie e pur facendo mia l'affermazione di un'altra tosco-triestina come Margherita Hack "il gatto è creatura simbolo di grazia e di indipendenza, ma anche capace di grande amicizia e affetto da pari a pari verso i suoi compagni umani", è pur vero che si è verificata, ma, mi consentirai di notare che quei pezzi, forse si riferivano a problematiche un poco più complesse del randagismo felino all'Isola d'Elba. L'iniziale similitudine "presunto muterino" era stupendo, un abbraccio e una "ronfata"
zippamilla