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SEL dell'Elba per la pace in libia

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : lunedì, 28 febbraio 2011

Da giorni ormai assistiamo, spettatori impotenti, nelle nostre case, nei salotti caldi, nelle cucine accoglienti , seduti a tavole dove non manca il cibo, di fronte a televisori con tecnologie avanzate, alla carneficina di giovani, di donne, di bambini che sta avvenendo in Libia. Ancora un massacro. Un massacro di giovani che lottano per i loro diritti, per la dignità, per la libertà e per la democrazia. Giovani che lottano per popoli a cui è stato tolto tutto, che hanno subito la violazione dei più elementari diritti umani. Li abbiamo visti negli schermi dei nostri televisori, li abbiamo ascoltati: giovani fuggiti da paesi dove vivere è difficilissimo, giovani che chiedono libertà fondamentali e certezza di futuro, un lavoro, una casa, sogni e speranze esattamente come i nostri. E poi li abbiamo visti correre per le strade di Bengasi e Tripoli mettendo a rischio le loro giovani vite per protestare contro regimi inaccettabili. Non ci sono vite che contano più delle altre. Lo sapevamo, lo sapevamo tutti come si viveva nei Paesi del Nord Africa e del Golfo che si stanno rivoltando. Lo sapevamo chi è Gheddafi. Sapevamo che è un folle, un dittatore pericoloso che ha la responsabilità di migliaia di morti. Sapevamo che i popoli a cui si toglie tutto prima provano a scappare e poi si ribellano. Ce lo ha insegnato la storia. Sapevamo tutto ma abbiamo fatto finta di non sapere. Abbiamo stipulato trattati, abbiamo permesso che si accogliesse nel nostro paese, con tutti gli onori, un criminale delirante, un pazzo, un sanguinario. Abbiamo permesso, in nome di traffici leciti e illeciti, la complicità e la connivenza in un silenzio interessato. Il ridicolo che definisce la politica estera berlusconiana è ormai sconfinato nella tragedia. Ora basta: basta con il cinismo e la miopia. Basta con la paure, gli allarmi e le minacce. Il Circolo Patrizia Piscitello esprime la più totale e incondizionata solidarietà al popolo libico in rivolta e grande preoccupazione per la inadeguatezza della risposta italiana, in cui sembra prevalere soltanto un'allarmata preoccupazione, il timore di dover affrontare una emergenza umanitaria e l' eventuale accoglienza di profughi. Auspica che finalmente l’Italia e l’Europa abbiano il coraggio e la lucidità di pensare ad un ruolo da svolgere a sostegno dei cambiamenti in corso. Spera in un intervento urgente per fermare un massacro non più tollerabile. Noi sottoscriviamo l’appello e accogliamo l’invito, fatto dalla Tavola della Pace, ad esporre la bandiera della pace ai balconi delle nostre case in segno di solidarietà con il popolo libico che lotta: QUESTA RIVOLUZIONE E' ANCHE LA NOSTRA.


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