Torna indietro

Controcopertina: Tra il dovere civile ed il tornaconto

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : lunedì, 28 febbraio 2011

"Il capo del Governo si macchiò ripetutamente, durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo. Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto. Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto sarebbe stato tutt'al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po' ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano. Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare". Elsa Morante (Qualunque cosa abbiate pensato, il testo, del 1945, si riferisce a Mussolini...) Luigi Totaro La singolare coincidenza in virtù della quale entrambi i quotidiani della famiglia di Arcore si disputano i lettori, pubblicando in questi giorni documenti e patacche, con intenti smaccatamente revisionistico-rivalutatori dell'irrivalutabile personaggio che fu il Duce (la cui data di ascesa al potere, favorita da uno dei tanti cialtroni targati Savoia, dista dalla data nascita di mio nipote quando distava la terza guerra di indipendenza dalla mia), caro Luigi, completa la tua osservazione. Ma da storico avrai pur notato che per quanto gli eventi tendano in una certa misura a ripetersi ed a somigliarsi, essi in nessun caso si replicano identicamente, e così come in questi ultimi anni non abbiamo vissuto in una dittatura, ma in una caricatura di dittatura e l'Unto dal Signore di turno è da considerarsi alla stregua della caricatura di un dittatore. Ma anche le caricature possono risultare nefaste, guarda cosa è accaduto ieri quando, per arruffianarsi ai cosiddetti responsabili (quattro gatti raccogliticci che puntellano la sua scassata maggioranza parlamentare) il nostro non ha esitato ad attaccare la scuola pubblica italiana, secondo lui inadatta a formare i cittadini, la stessa scuola che per 9 degli ultimi 11 anni è stata governata (si fa per dire) da suoi fiduciari, l'ultimo dei quali la Ministra Gelmini era presente, e si è ciucciata, senza colpo ferire, anzi senza sopracciglio alzare, un insulto che la coinvolgeva in prima persona. Ma questo è ormai il paese delle parole in libertà: il premier, i suoi scagnozzi ed i suoi alleati possono tranquillamente affermare di tutto e il contrario di tutto, falsare e inventare, e smentire il giorno dopo tutto ed il contrario di tutto. Questo è il paese dove ormai le parole non sono pietre ma vacui suoni, che più in alto vengono emessi, più tendono a somigliare ad osceni pernacchi.


mussolini berlusconi

mussolini berlusconi