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A Sciambere del gatto e del fiume (di parole)

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 24 febbraio 2011

All’Elba ci sono numerosi gatti ma anche tanti volontari che accudiscono gli animali senza proclamarlo ai quattro venti: lo fanno in silenzio ma con grande costanza e sacrificio. Molte persone di mia conoscenza, diciamo un buon 60% delle persone che io conosco e frequento hanno gatti. Ma non ne possiedono 1 o 2 come chi ha un appartamento e vive in città. No. Si va da un numero minimo di 3 ad un massimo di 8-15 gatti e molto oltre. Naturalmente ci sono anche persone che hanno dei cani oppure gatti e cani assieme, oppure hanno tanti cani. Precisiamo che all’Elba non si collezionano gatti nel senso che non ce li andiamo a cercare perchè li vogliamo, semplicemente arrivano loro, spinti dalla fame e dalla ricerca di un rifugio sicuro. Arrivano gatti maschi ma arrivano gatte femmine, spesso gravide o già coi cuccioli al seguito e così il numero tende ad allargarsi. Comincia così un impegno che all’inizio cerchi di sviare ma che poi la tua coscienza ti impone di valutare. Allora ti applichi con metodo: fai le sterilizzazioni, le castrazioni, costruisci cucce, fornisci loro cure mediche, visite veterinarie e ti organizzi per economizzare un po’ sul cibo. Li tieni come fossero gatti domestici, di proprietà, ma in realtà non sono gatti tuoi, sono animali randagi a cui offri conforto sostituendoti inconsapevolemente , spinto da principi di rispetto della vita, alle istituzioni preposte sul territorio ignare evidentemente della reale seria problematica. Chi come me si è trovato in questa circostanza è un volontario tutto l’anno, dalla mattina alla sera, senza sabati nè domeniche, con la pioggia o con il sole, per Natale e per Ferragosto e senza possedere tesserino di nessuna associazione ma con obblighi, doveri e responsabilità verso questi animali che senza di lui tornerebbero a fare una vita sofferente ricca di pericoli e malattie. Questi numerosi volontari senza tesserino nè bandiere di partito sono stati sempre snobbati dalle istituzioni e non solo da queste. Pochi giorni fa è stato scritto dall’associazione animalista presente sul territorio elbano che ci sarebbero persone che si atteggiano a fare...che farebbero e disfarebbero il mondo ma che poi, presto, si stufano e abbandonerebbero il loro impegno. A tal proposito ci sentiamo di dire che esistono nella vita impegni morali che sono come catene attorno alla volontà e facoltà di operare di ciascuno di noi e che impediscono di abbandonare impegni non ufficiali, meno comuni, a volte giudicati puerili e di minor valore: gli esseri viventi. C’è una persona sull’isola che molti conoscono, esempio di molte altre, che tutte le mattine si alza all’alba per andare a prendere il pesce dai pescherecci giù al porto, va dal fornaio a prendere il pane avanzato del giorno prima, va a comprare il pollo, le scatolette per poi, dopo aver cucinato, cominciare il suo lungo giro giornaliero sul suo furgone che lo porterà a sfamare più di 100 gatti, molti dei quali trasportati da Pianosa sotto la tutela firmata dall’associazione stessa affinchè questa persona se ne occupasse. Vorremmo sapere se secondo l’Ente questa persona, come molte altre, ha abbandonato il proprio impegno o se si è piegato totalmente ad esso tanto da non potersi trasferire fuori dall’isola e sino ad investire le sue risorse personali al punto di impoverirsi sotto gli occhi di chi si scorda che a farne le spese sono sempre gli animali. Si sta parlando di vite intere dedicate ad operare a missioni non ufficiali, ma molto più nobili di tante altre. Ci vuole rispetto nelle parole e saper “ascoltare” con una mano sul cuore queste vite straordinarie sospese nel silenzio e nella solitudine di giorni uguali spesi al sostentamento di numerosi animali con minimi aiuti e zero riconoscimenti ma tanta malcelata commiserazione che a volte si trasforma anche in pretestuoso dileggio. Sabato scorso è stata fatta una nuova raccolta del cibo da parte dell’Ente a Portoferraio e noi, come molti altri, ci chiediamo perchè non siano stati resi noti i numeri delle quantità raccolte, il metodo oggettivo di distribuzione del cibo raccolto e le persone o meglio i gatti o cani che ne hanno beneficiato visto che molte persone pur avendo colonie feline registrate non hanno ricevuto niente e non sono neanche state contattate. Inoltre visto che proprio l’Ente stesso si dichiara di non essere un buon comunicatore nelle attività svolte a maggior ragione avrebbe dovuto informare il popolo elbano di tutte le attività promosse, gli obbiettivi raggiunti, le donazioni ricevute e reinvestite per le diverse missioni incluse appunto anche le raccolte cibo. Riteniamo che solo con la dovuta trasparenza e coerenza sia possibile raggiungere credibilità e infondere entusiasmo nella gente per reclutare così nuovi volontari di cui, sembra che l’Ente abbia bisogno. Inoltre pensiamo che il suddetto Ente ma anche e ancor più le istituzioni dovrebbero dare delle risposte a molte persone e non stupirsi ed inasprirsi se noialtri “volontari senza tessera” abbiamo ricevuto aiuti da chi, conoscendo la nostra storia ha deciso di fornircelo creando una grossa raccolta cibo fuori dall’isola, fuori da qui dove tutti parlano di animali, dove tutti sanno far tutto ma dove poi c’è una grande voglia di criticare e attaccare chi ha avuto la generosità e la fiducia di crearci una concreta possibilità che forse potrebbe oscurare qualche nome qua sull’isola. Le polemiche e le parole non sfamano i gatti da strada e tantomeno sono efficaci nel controllo demografico degli animali randagi Siamo almeno contenti che ora, all’improvviso, grazie all’intervento offertoci da numerose persone, qualcuno si sia improvvisamente ricordato dei 100 gatti e più, molti dei quali provenienti da Pianosa, che erano stati affidati alla gestione di questa persona, abbandonata anche essa a se stessa, a parte in rari casi con offerte di cibo sufficienti a durare una sola giornata. Non siamo gelosi noi. Noi gridiamo al mondo la realtà che questi animali affrontano su questo territorio e non saranno certo queste piccole lotte di potere tra istituzioni e Enti locali, questi puerili teatrini politici vecchi come il mondo e che vediamo e ascoltiamo tutti i giorni, nè tantomeno questi unti e bisunti proclami da botta e risposta sui giornali locali a tapparci la bocca quando poi chi si alza la mattina all’alba e si sporca le mani senza un euro d’aiuto sono sempre gli stessi mentre altri parlano negli uffici comunali come nei bar sorseggiando un caffè senza però far nulla. Questa noi la chiamiamo, senza tanti giri di parole, inadempienza oltre che indifferenza. Ma diversamente da molti e da tanti “bla bla” proclamiamo che chi fa, fa bene a fare che sia poco o tanto senza delegittimare nessuno nel proprio impegno e senza offenderci se qualcuno potrebbe far meglio di noi se a beneficiarne in fondo sono gli animali. Concludiamo dicendo a tutti quanti che è del tutto inutile continuare a coltivare il proprio orticello puntando infervorati il dito contro quello che è il più spoglio e malandato di tutti guardandolo indifferenti lottare sotto il sole senza concedergli neanche un secchio d’acqua perchè quel povero orticello malandato è anche il nostro orticello che consapevolmente facciamo morire piano piano........ (noi volontari freeland, senza confini, senza bandiere, senza tessere figli della stessa madre Terra) Caro anonimo signore/a Il documento finale della Conferenza di Yalta che trattava di accordi che dovevano condizionare la storia di questo pianeta per almeno mezzo secolo era lungo 8 righe. Lei per trattare un aspetto della questione del randagismo (felino) all’Elba ci ha inviato 1.200 parole toccando la tastiera per circa 7.500 volte. Non vogliamo sminuire un problema che ci sta a cuore, come altri molteplici aspetti della questione ambientale, ma se tutti usassero il suo metro i giornali diventerebbero dei non leggibili (se non altro per questioni di tempo) tomi quotidiani. Rispettare il prossimo, indipendentemente dal numero delle zampe con le quali calca questa Terra, è anche questione di senso della misura nella comunicazione. Ci perdoni poi se ribadiamo un concetto già tante altre volte espresso: l’anonimato può essere tollerato quando si gioca, ma quando si formulano serie accuse e critiche, non è affatto corretto alludere ad altri soggetti senza chiamarli per nome e senza presentarsi con il proprio nome. E così come non ci piace chi tira i sassi e nasconde la mano, pensiamo (pur rispettando il lavoro di TUTTI i volontari) che per migliorare la qualità di TUTTA la vita in quest’Isola, servano molto di più una educazione, una coscienza ed una coerenza dei comportamenti diffuse dell’automartirio, e della conseguenti autobeatificazioni ed autoesaltazioni, di qualsiasi problema si tratti. La salutiamo


zippamilla

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