Mi inserisco nella conversazione a distanza tra Paola Mancuso (candidata –unica?- sindaco di Rio Marina) e Beppe Contin. Penso di averne minimamente titolo quale erede di un nonno riese rompiscatole, da tutti chiamato “bastian contrario”, che donò al comune il terreno per il cimitero del Cavo nella speranza che almeno quello avrebbe fermato lo “sviluppo”. Ho dei bellissimi ricordi a Cavo come quella mattina di un luglio a metà degli anni ’80 quando l’allora proprietario del campeggio, per persuadere mia mamma a cedergli un ambito terreno in pianura, pronunciò una frase che ancora oggi è per la mia famiglia emblema di quello “sviluppo”: ‘signora, ma se lo immagina lei, tutto un bel parcheggio’?. O quando, correva l’anno 1991 se non erro, il Sindaco di allora si scusò con mio zio quando la Regione Toscana cassò dal Piano regolatore la previsione di un campo sportivo nella Valle Baccetti (ignorando evidentemente che io avevo mandato delle foto in Regione per far capire quale fosse lo “sviluppo” desiderato dal piano) rimandando l’agognato “sviluppo” alla “prossima variante”! Ebbene grazie al cimitero, grazie a mia mamma che non cedette alle lusinghe economiche favoleggiate dal proprietario del campeggio e, permettetemelo, grazie a me che feci capire alla Regione quanto scellerate fossero certe previsioni di “sviluppo” oggi la Valle Baccetti è ancora una “zona agricola relittuale” come la chiama il Regolamento urbanistico. Ma questo non è purtroppo sufficiente a farci dormire sonni tranquilli (e non solo alla mia famiglia se, come è vero, il paesaggio è un bene comune); lo stesso Regolamento urbanistico prevedeva nuovamente di cancellare parte della “zona agricola relittuale” per ampliarvi il campeggio (previsione rivista grazie a una mia osservazione) ed ora sto aspettando di capire come, dove e perché alcuni imprenditori elbani vogliano cercare le acque termali in quell’area. Mi perdonerà la Sig.ra Mancuso ma mi sento in dovere verso quel burbero di nonno Aurelio di mantenere alta la guardia e di non rassegnarmi mai allo “sviluppismo” che chi la sta precedendo promuove a spron battuto. Se il versante orientale (o una parte di esso) è davvero rimasto indietro verrebbe da dire che ha vinto un terno al lotto! Davvero Paola Mancuso ritiene di dover rincorrere il modello tanto vituperato di Rio nell’Elba o quello di Capoliveri o di Procchio per “riequilibrare il livello di sviluppo”? Allora, siccome credo anche io che sia dotata di buonsenso come lei stessa dice (non fosse altro per il dialogo in cui mi inserisco che non ha ancora assunto il tono dell’insulto tra due parti evidentemente avverse) invito calorosamente Paola Mancuso a pensare bene al modello si sviluppo da rincorrere per raggiungere una “doverosa compensazione storica”. E quando ci ha pensato, che si fermi un altro minuto, a pensarci ancora! Permettetemi di citare le parole di Indro Montanelli che rispondeva l’8 aprile 2001 a un lettore della Riviera ligure dove le ruspe erano in agguato per “dare sfogo all’unica vera vocazione di questo nostro popolo di cialtroni che non vedono al di là del proprio naso: l’autodistruzione”. “Nella distruzione della vostra Riviera è responsabile tutta la vostra classe dirigente, non soltanto quella politica. Ne sono responsabili quella imprenditoriale, quella finanziaria, quella mercantile, quella alberghiera. Tutti. Tutti, anche il cosiddetto uomo della strada: tutti abbacinati dall’irruzione dei cantieri, fabbriche di miliardi e di posti di lavoro; dalla speculazione edilizia che prenderà d’assalto il promontorio dando agl’indigeni la grande occasione di arricchirsi con un orto. Che pacchia! Una pacchia che durerà sei, sette, dieci anni, per poi ridurre questo angolo d’immeritato paradiso alla solita colata di cemento e asfalto.” La prego, non ceda alle (legittime?) pressioni dei proprietari delle tante aree destinate dal piano al “riequilibrio” con Capoliveri! Usi quel buonsenso di cui parlava, si doti di una commissione per il paesaggio che colmi le carenze della Soprintendenza, si circondi di persone colte e lungimiranti, e ascolti anche chi vi osserva da fuori e possa astrarsi dagli interessi dell’uomo della strada che vuole arricchirsi con un orto! Sono convinto che il tempo le renderà merito perché arrivare al Cavo, nella mia “zona agricola relittuale”, non ha prezzo rispetto ad arrivare in un “bel parcheggio” o in un campo sportivo!! Anzi le dirò: se mia mamma avesse ceduto al “bel parcheggio” oggi l’Elba avrebbe almeno un frequentatore in meno!
valle baccetti