Torna indietro

Contin torna a scrive a Mancuso: le cointroindicazioni dello "sviluppismo"

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 19 febbraio 2011

Gent.ma Sig.ra Mancuso grazie fin d’ora per aver voluto rispondere ad un intervento fatto esclusivamente a titolo personale così come sono le parole che mi trovo a scrivere ora. Voglio dirle subito che di quanto della sua proposta pubblicata il 15 febbraio mi ha positivamente colpito il fatto che un candidato sindaco di uno degli otto comuni elbani parlasse dei problemi dell’isola come di un tutto non parcellizzabile in otto entità distinte, senza proporre, come unica irrinunciabile ancora di salvezza, soluzioni localistiche o irrealistiche o, peggio, devastanti sia per il territorio che per gli equilibri necessari a mantenere e consolidare la coesione delle comunità che lo abitano. Voglio ancora farle sapere che la mia prima intera estate all’Elba (compresa alluvione) l’ho vissuta proprio a Rio Marina (correvano i tempi del ducetto). Ne ho un ricordo splendido, forse anche perché avevo 30anni di meno, ma cosciente dei ritardi che penalizzavano allora Rio in relazione ad altre parti dell’isola, ritardi che, riconosco, a tutt’oggi non risultano soddisfacentemente colmati. Ma veniamo al sodo: non ho assolutamente letto il suo intervento come una conversione a visioni del mondo che non le appartengono ma ho apprezzato la chiarezza con cui ha parlato del problema lasciando aperto al contributo di tutti il capitolo sulle soluzioni. D’altra parte se è vero che il problema dell’isola non è tanto quello di aumentare le presenze nei tre mesi di saturazione quanto quello di estenderne la stagionalità orizzontalmente è altrettanto vero che questo significa implicitamente riconoscere che l’isola non ha bisogno di ulteriori seconde case o cementificazioni non solo inutili e ridicole in relazione a quanto andiamo a distruggere, ma addirittura controproducenti al fine dell’obiettivo delineato. Credo che ritrovare quella che lei chiama leadership del mercato turistico passi, in primo luogo, proprio attraverso la consapevolezza della necessità di mantenere (nel senso di fare manutenzione) i tratti salienti che caratterizzano l’intero arcipelago, l’ambiente, il mare, il clima. Solo questo certamente non basta, ma questo è irrinunciabile. Le dirò anche che pur trovando motivata l’esigenza da lei espressa di dotare il versante occidentale di una struttura portuale che credo debba essere leggera (non accompagnata da centri commerciali, villaggi, ecc) ma in qualche modo adeguata, e della relativa, strettamente necessaria, viabilità, (non usata, in soldoni, come un grimaldello per “valorizzare” e rendere successivamente edificabili le zone che attraversa), sono convinto che queste realizzazioni dovrebbero andare di pari passo con l’archiviazione delle ipertrofiche infrastrutture che portoferraio intende realizzare nella rada alla quale dà il nome (forse sono stato frainteso, ma quando parlavo di megaporti mi riferivo proprio a quest’ultimo). A mio parere, Sig.ra Mancuso, una amministrazione locale che abbia giurisdizione sull’intero territorio è condizione necessaria e non più rinviabile se vogliamo provare ad evitare dannosi doppioni e malintesi sensi di emulazione che rischiano di fare della nostra isola la continuazione pura e semplice di ciò che sta diventando la costa toscana appesantita, nel caso specifico, dai costi del trasporto marittimo. Anche dal punto di vista strettamente imprenditoriale (e non è l’argomento che più mi sta a cuore) offrire lo stesso prodotto che qualcun altro offre a costi inferiori non è propriamente il modo più intelligente per stare sul mercato. Leggo, sul portentoso macchinario tecnologico sul quale digito, di aver già scritto 577 (578 579 ecc) parole. Un’enormità che non avrei voluti infliggerle e che mi convince a non affrontare la palude di significati a cui rimanda il termine sviluppo. Sarà, dandosene l’occasione, per un’altra volta. Grazie per l’attenzione,


villaggio paese 1

villaggio paese 1