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Quale federalismo ?

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 16 febbraio 2011

Il ‘federalismo municipale’ di cui tanto si parla è stato detto autorevolmente è una ‘bestemmia’. Chiamparino ha detto che i controversi testi sulle tasse su cui il governo annaspa non vanno confusi o comunque identificati con il federalismo. Allora questa ‘più grande riforma’ di tutti i tempi di cui parla Tremonti che cosa è? E’ un federalismo a più taglie a partire da quello municipale a cui dovrebbe accompagnarsi evidentemente su su quello provinciale, regionale fino a quello comunitario? Insomma la più grande riforma di tutti i tempi risulta finora un oggetto per molti versi misterioso sebbene sbandierato soprattutto dalla Lega come il loro più ambito vessillo che presto dovrebbe sventolare contro Roma ladrona e il sud sprecone. Ora quel che risulta davvero sconcertante in questo confusa situazione è che praticamente mai o quasi si trova un riferimenti al titolo V della Costituzione che dal 2001 (un decennio!) è in attesa di attuazione. Si tratta di quel titolo V che viene ricordato unicamente per essere stato approvato non a larga maggioranza e solo all’ultimo momento il che semmai accrescerebbe le responsabilità di tutti per attuarlo in una logica maggiormente collaborativa. Ora quel nuovo titolo che stabilisce –taluno lo ricorda criticamente- che la Repubblica non si ‘ripartisce’ più ma è ‘costituita’ ossia si compone di stato, regioni ed enti locali richiede –altrimenti il federalismo è mera chiacchera o appunto ‘bestemmia’- una ricomposizione, una nuova leale collaborazione tra stato, regioni ed enti locali nel governo della cosa pubblica e in particolare del territorio. Quel territorio che ci ricorda Settis nel suo ultimo libro e nei suoi interventi da Fazio che sta andando via a fette tra cementificazione, alluvioni, crolli e altri disastri. Insomma ci vuole un nuovo tipo di governo che sappia con le regioni e gli enti locali portare avanti una politica nazionale più efficace anche per le sue responsabilità comunitarie, con un nuovo rapporto con regioni ed enti locali dotate di nuove responsabilità, competenze e risorse. Tanto è vero che quel titolo V prevede che alle regioni possono essere affidate anche competenze aggiuntive se richieste. Di tutto questo non si parla o quasi in nessuna sede. Anzi diversamente da quanto è avvenuto recentemente con il nucleare negli ultimi tempi anche una serie di pronunce della Corte tornano ad assegnare allo stato –vedi in campo ambientale- ruoli che penalizzano quelli regionali considerati sempre meno concorrenti rispetto a quelle statali. In questo senso il federalismo previsto dal titolo V va in direzione opposta a quella versione disarticolante dell’unità del paese che piace tanto ai leghisti. Se qualcuno ha dei dubbi vada a leggersi l’art 117 in cui è detto che la potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni e che elenca le materie di legislazione concorrente specialmente in riferimento al governo del territorio che comprende la valorizzazione dei beni culturali e ambientali e organizzazione di attività culturali. Ora basta guardarsi intorno per capire da quel che succede nei bacini, nei parchi, con il paesaggio e la ( mancata) pianificazione del territorio che su tutto questo è buio pesto. Sono questioni sostanzialmente assenti dai testi vari che si rincorrono tra una commissione e l’altra e un consiglio dei ministri che annaspa. Ecco perchè parlare di federalismo municipale è una ‘bestemmia’ non rientrandovi nessuno di queste scottanti temi se non di striscio. D’altronde parlamento e governo sembrano in tutt’altre faccende affaccendati e al massimo si ha notizia che si stanno affilando i ferri per un nuovo condono e al posto del fallito piano casa emerge –par di capire- un piano casa urbano, insomma se non è zuppa è pan bagnato.


berlusconi bossi

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