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Il giorno del velo e del cappello (intervento nella polemica Muti - Giorni)

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : lunedì, 14 febbraio 2011

O Sergio, anche se non son pratico del mestiere, e anche se non c'entro proprio nulla (né coi Veli e né co le veline, né coi cappelli, come si capirà dal seguito, e, già che ci so, anche se ci so' più Giorni che sarcicce...) a lègge' l'urtimi Aggiornamenti (inevitabile, con quel dirigibilino rosso che ci gira sopra...) m'è venuta spontanea una riflessione, anche alla luce dell' ultime vicende del nostro sovrano a vita, sua indecenza Sembrachunfacciaaltro III Dirai, o che c'entra il Berlo con l'aggiornamenti di ElbaReport? A parte che Lui c'entra sempre: è sempre voluto entrà nelle case di tutti gli italiani, in tutte le salse: vedi opuscoli e altre spazzature. Ma in questo caso vorrei agganciarmi all'ultime vicende, soprattutto al sollievo di aver evitato una guerra termonucleare con l'Egitto, a causa della presunta nipote tuttomenochetegame del suo pari sovrano a vita. Ora, la lettera dell'assessore Jessica Muti sembrava descrivesse un malessere per un'occasione mancata o quantomeno mal gestita, e che risultati ne ha dati pochi (in termini di partecipazione). Il tono della risposta mi sembra che peggiori le cose. Se è vero che un soggetto che si è mosso in prima persona (come riconosciuto anche dal sig. Giorni) apprende solo dai giornali che un iter messo in piedi con tanta pazienza sta arrivando a dare i suoi frutti è ovvio che il tutto venga interpretato come una “calata” del “solito onorevole” e che appaia come un tentativo di mettere un cappello. Eh, si, la cappellata sembra proprio questa. In tempi di berlusconismo imperante, il metodo che si segue nel fare una cosa è divenuto oltrepìù importante. Se i tempi sono ristretti meglio rimandare un pochino: il lavoro di gruppo richiede più sforzo e più attenzione ma alla lunga dà i risultati migliori, perchè li consolida e consolida i rapporti tra le persone (che non sono macchine), ricrea un tessuto sociale di collaborazione e buona disposizione gli uni nei confronti degli altri. Non è per equilibrismi o per vis polemica, credo sia proprio una cosa sostanziale. Queste righe che scrivo (garantisco del tutto spontanee e da persona poco informata dei fatti, derivanti solo da quello che ho letto), esagerando apparentemente un po' nei toni, hanno solo l'intenzione di dare un tono semiserio alla vicenda. Ma se qualcuno è responsabile della disfunzione nella comunicazione sappia che ha fatto autogoal, su questo non si fanno sconti. E' proprio qui che si può e si deve fare la differenza. Le giustificazioni tardive lasciamole al Berlusca. Noi impariamo a muoverci su un altro terreno. R. B. Provo a risponderti a tono quindi semi-seriamente: "Cavallo che rimonta di solito passa e arriva", so' preoccupati, s'arrabattano.


cappello borsalino nero

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