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L’ENPA e gli animali all’Elba

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 11 febbraio 2011

L’ ENPA è un ente costituito da volontari che giornalmente si occupa delle problematiche che riguardano gli animali in Italia, per noi sull’isola d’Elba. Chi aderisce a questa associazione ama gli animali e desidera lavorare perché si instaurino corretti rapporti tra la specie umana e gli animali stessi: piccoli, grandi, domestici, selvatici, belli o brutti, da allevamento o da compagnia. Si sa che per raggiungere risultati anche minimi è sempre necessario impegnarsi a fondo, si sa che si incontrano persone sincere e trasparenti e altri invece che solo si atteggiano a fare, che sembrano fare e disfare il mondo ma che purtroppo presto si stufano e abbandonano il loro impegno. L’ENPA, nel silenzio del suo lavoro, giorno per giorno interviene a recuperare quel gatto, ad occuparsi di quel cane, a stabilire relazioni e offrire collaborazioni agli enti per affrontare le situazioni e favorire la risoluzione dei problemi, quelli particolari e quelli generali. Forse non siamo buoni comunicatori delle attività che svolgiamo perché spesso ci accorgiamo che la gente non conosce tutto quello che quotidianamente viene affrontato, sia nel numero e nella qualità degli interventi sia nell’ammontare anche finanziario del nostro impegno. Se ci saranno altri volontari il lavoro potrà essere più significativo, ma le nostre forze oggi arrivano fino qui. E proprio da questa considerazione vogliamo esaminare la situazione degli animali all’Elba. C’è una normativa che prevede cosa devono fare i Comuni e la ASL che, nella sostanza, è completamente disattesa da tutti. Disattesa perché siamo da dieci anni in attesa del famoso canile comprensoriale, siamo sempre li ad un passo da averlo, siamo sempre li un passo in avanti e due indietro. La Regione Toscana ha dato finanziamenti per fare 5 canili: 4 sono stati fatti, 1 no, il nostro. L’ENPA, come forse le altre associazioni animaliste, sono arrivate in fondo alle loro possibilità: l’Unione dei Comuni e tutti i Comuni, in particolare quello di Capoliveri, devono portare in fondo il progetto del Parco Canile a colle Reciso e non nascondersi dietro a problemi burocratici o a fantasmagoriche illazioni sul disturbo recato ai turisti sulle spiagge dalle abbaiate dei cani in cima al colle! Sono state raccolte circa 1500 firme di persone che ritengono necessario il canile, residenti e turisti: residenti che ritengono che anche il canile sia indice della civiltà di un territorio, turisti che, se il canile non si farà, si continueranno a scandalizzare quando, telefonando ai vigili o ai carabinieri, si sentiranno ancora rispondere: “No signore, mi spiace, ma il canile non c’è. Porti lei il cane ferito dal veterinario a sue spese, oppure lo lasci lì, sul bordo della strada, forse qualcuno poi passerà …..”


cane nero procchio

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