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Fratini: Tortolini oppone cortine fumogene in politichese agli argomenti

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 10 febbraio 2011

Ho letto con la massima concentrazione possibile l’intervento del Consigliere regionale Matteo Tortolini, ma, per quanto abbia cercato di andare oltre la cortina fumogena di uno straboccante “politichese”, non sono riuscito a capire che c’entrino le sue enfatiche e involute argomentazioni con le mie pure e semplici constatazioni. Devo preliminarmente ribattere che non ho affatto “banalizzato” l’idea del Presidente della Giunta regionale di andare verso la costituzione di una Società mista per la gestione degli aeroporti toscani. Anzi ritengo che la Regione faccia bene a entrare in quella Società. Non ho mai capito, però, perché non abbia scelto di fare altrettanto per il trasporto marittimo. Se questo significa, secondo il “vangelo” di Matteo, non avere “una cultura di governo capace di fare i conti con la riduzione delle risorse pubbliche a disposizione, la tenuta dei bilanci dello Stato, ecc..ecc..”, mi chiedo allora come sia possibile che non abbiano quella “cultura di governo” l’Unione europea, che consente agli Stati membri di affidare la gestione di servizi pubblici locali oltre che a Società private, a Società con capitale misto, pubblico e privato e addirittura anche con capitale interamente pubblico; il Parlamento italiano che ha recentemente recepito, con voto bipartisan, quella direttiva europea; i Governi regionali della Campania, del Lazio e della Sardegna. Tutti senza una “cultura di governo” all’altezza dei tempi che viviamo? Stento a crederlo. Tortolini sostiene che chiedere la partecipazione della Regione a processi di privatizzazione in un settore come il trasporto marittimo dove sono necessari notevoli investimenti “ si colloca al di fuori del contesto che stiamo vivendo, al di fuori di un disegno industriale compatibile con le risorse di bilancio…”. Osservo, innanzi tutto, che gli investimenti, ad esempio per il rinnovo della flotta, anche in una Società partecipata dalla Regione, dovrebbe farli l’Armatore incaricato della prestazione del servizio e non sarebbero quindi a carico del bilancio regionale. Noto poi che dimentica una cosa molto importante. La soluzione da dare alla gestione del trasporto marittimo locale, non può essere individuata solo sulla base di logiche di tipo industriale, perché nel caso delle piccole isole la garanzia di efficienti servizi rappresenta un diritto sancito dalla nostra Costituzione; la “continuità territoriale” dei territori insulari non è un privilegio da elargire, ma un sacrosanto diritto da riconoscere. E’ necessario evitare sprechi, certo; ma devono essere assicurati prima di tutto servizi che soddisfino i fondamentali bisogni degli utenti e a costi ragionevoli. Così è scritto anche nelle direttive dell’Unione europea. Quanto alle Società partecipate dalla Regione mi limito a ricordare che quelle da me elencate sono meno della metà di quelle attualmente esistenti. La legge finanziaria regionale per il 2011 non dispone nulla di nuovo e la legge regionale n°20 del 2008 che disciplina la partecipazione della Regione è ancora in vigore. Se poi il Governo regionale pensa di cessare certe partecipazioni oggi “valutate improprie”, come dice Tortolini, ( e quella nella Società Golf la Pievaccia di Montecatini senz’altro lo è) ne prenderemo atto. Ma una cosa sono i servizi termali, fieristici, congressuali o gli impianti da golf, altra cosa sono i collegamenti marittimi della Toscana insulare con il continente. Una eventuale presenza regionale nella gestione di questi servizi, non sarebbe stata “impropria”, come dimostrano altre Regioni. So benissimo che la Giunta regionale, con la finanziaria di quest’anno, ha deciso una concreta politica di contenimento della spesa ed ha quindi avviato una “ riorganizzazione poderosa del settore pubblico”, anche se molte delle economie sono conseguenti agli obblighi imposti dalla così detta finanziaria estiva del Ministro Tremonti. Finanziaria che, però, non ha potuto toccare le indennità di carica e di funzione e i non pochi benefit di cui godono Consiglieri, Presidenti e Segretari di Commissioni, membri della Giunta che, a quanto mi risulta, assicurano trattamenti economici mensili che variano dai 10 ai 12, ai 14 mila euro. Anche una riduzione di questi emolumenti sarebbe stata una scelta molto opportuna ed apprezzata; coerente con il principio affermato da Tortolini della “sobrietà della politica”. Se le risorse finanziarie pubbliche mancano e dobbiamo fare tutti dei sacrifici, tra quei “tutti” dovrebbero esserci anche gli Amministratori della Regione. La legge regionale n° 3 del 2009 che regola la materia, invece, non è stata modificata. Neppure in quella parte che prevede, a partire dal compimento del sessantesimo anno di età, un vitalizio mensile, nella misura del 20% della indennità di carica lorda percepita, anche a chi è stato in Consiglio regionale per soli cinque anni. Una sorta di pensione che, credo di essere abbastanza nel vero, dovrebbe aggirarsi sui 2000 euro al mese. E pensare che la stragrande maggioranza dei “comuni mortali” deve lavorare una vita per percepire pensioni anche più basse. Giovanni Fratini p.s. Quanto alla malattia del “benaltrismo”, confesso che, in un primo momento, mi sono un po’ preoccupato. Ho chiesto subito lumi al mio medico che mi ha detto di stare tranquillo. Ci sono patologie molto più gravi.


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