Pregherei di rendere pubbliche, tramite Elbareport, alcune delle considerazioni fatte che, pur restando delle mere opinioni personali sue e mie del tutto prive di ufficialità, tuttavia presentano degli aspetti che a mio avviso sarebbe peccato lasciar morire inascoltate. Tralascio quelle di carattere generale, come ad esempio l'auspicato ammontare futuro della popolazione stabile e turistica dell'Elba, pur con tutta la validità che rivestono le relazioni uscite ripetutamente dalla sua autorevole penna ma che esulano totalmente dalla mia competenza. Mi limito quindi al solo argomento "servizio idrico dell'Elba". Quello che vorrei far rilevare è come si sia sostanzialmente condivisa la seguente constatazione tanto più grave in quanto rappresenta anche all'Elba uno dei mali peggiori : LA CATTIVA PROGRAMMAZIONE GENERALE DELLE DECISIONI PUBBLICHE. E vengo ad alcuni dettagli. Secondo il suo parere personale la soluzione dei problemi idrici elbani, in realtà, non avrà affatto luogo tramite la costruzione dei 21 laghetti previsti nei progetti ASA e tutto ciò per le obbiettive difficoltà ambientali che finiranno per negare l'autorizzazione a farli, mentre a mio parere tale diniego sarà dovuto alla loro mancata funzionalità che verrà prepotentemente a galla fin dai primi esempi ora in via di attuazione. In conclusione sia io che lei pensiamo che i laghetti non verranno affatto costruiti nel modo previsto in progetto e quindi verrà a mancare la auspicata e fondamentale autonomia idrica dell’Isola.. Ciò a cui lei dà giustamente molta importanza è la seconda condotta sottomarina di collegamento con il continente cui si sta intravedendo la costruzione in abbinamento con il servizio gas. Nessuno può negare trattarsi di un intervento utilissimo. Secondo mè nascono però gravi problemi legati ad un punto interrogativo fondamentale: sarà la Val di Cornia in grado di produrre acqua "potabile" in quantità sufficiente per coprire i fabbisogni? La risposta viene dalla programmazione generale già fatta che prevede siano necessarie importanti opere che vanno dalla ricarica artificiale delle falde della Val di Cornia, alla utilizzazione di acque superficiali con prelievo e potabilizzazione di grandi fiumi del Continente, alla alimentazione con acqua grezza di aree industriali del continente sempre più vaste ecc. ecc. Fatto questo bisogna pensare al trasporto dell’acqua nella lontana Isola d’Elba Tutto ciò mi porta alle seguenti considerazioni .In primo luogo balza agli occhi la deleteria abitudine italiana di far grandi progetti per poi realizzare opere completamente diverse, nel caso specifico e secondo i pareri suo e mio, programmare i laghetti senza alcuna convinzione di farli . Ma la cosa più grave, a mio avviso, è la constatazione che vengano studiate tutte le soluzioni possibili per evitare l’unico provvedimento che costituisce di fatto la soluzione vera dei problemi idrici elbani, quella semplice, di sicura efficacia e di costo contenuto soprattutto se paragonata alle citate previsioni di piano ed è la seguente: CREARE L'AUTONOMIA ED AUTOSUFFICIENZA IDRICA DELL'ISOLA. A mio avviso fare grandi programmi di utilizzo di acque lontanissime, che richiedono trattamenti complessi per renderle potabili e costosi trasporti in terra e sottomarini per farla recapitare all’Elba è completamente errato per il motivo semplicissimo che in loco all’Elba si trova tanta acqua buona e a costi minimi. La conclusione della nostra conversazione mi sembra poterla riassume in questo modo: All’Isola d’Elba non si fa in tempo a conoscere la nuova soluzione del problema idrico che subito ne subentra una di nuova e migliore la quale, prima di essere realizzata sarà a sua volta cambiata. Tralasciando soluzioni apparse negli anni scorsi e subito abbandonate, sono appena apparsi all’orizzonte i 21 laghetti che già si profila la condotta sottomarina. Quando questa sarà fatta sarà necessario realizzare il potenziamento delle falde della Val di Cornia rese insufficienti, cui farà probabilmente seguito l’uso di acque superficiali dei fiumi sottoposta a trattamento di potabilizzazione, per continuare con altri provvedimenti (distrettualizzazione, ricerca ed eliminazione delle perdite, regolazione della pressione ecc. ecc.). Come dire che, per l’Isola l’unica soluzione vera è data dalla pioggia che si spera continui a cadere anche nel periodo estivo quando sta per arrivare la crisi. A mio avviso quanto indicato è dovuto solamente ad un fatto ben preciso: non si vuole adottare una valida modalità di utilizzazione della molta acqua che piove tutti gli anni all’Elba e che, come vado ripetendo da anni, consiste nell’ubicare nel sottosuolo elbano un grande invaso. Marcello Meneghin Circa la soluzioni degli invasi vorrein solo ribadire che le mie perplessità non sono tecniche ma normative. Non sono un tecnico e quindi non sono in grado di giudicare se la politica dei microaccumuli comporterà come Lei afferma tali e tante operazioni aggiuntive da poterla definire non risolutiva, le perplessità mi derivano dalla disciplina delle aree protette che mi pare vieti (e dal punto di vista conservazionistico a giusta ragione) la modifica del naturale assetto idrogeologico del territorio.
Laghetto bucine portoferraio