La scelta della Regione Toscana della privatizzazione al 100% di Toremar con un bando che prevede, quindi, oltre che l’affidamento ad un privato della gestione del servizio anche la cessione della Società, ci era stata giustificata con la considerazione che la Regione non può mettersi a fare l’armatore. Non ne ha la competenza, non dispone delle necessarie professionalità. Questo era il pensiero dell’Assessore Conti che non è stato contraddetto dalla nuova Amministrazione regionale con l’Assessore Ceccobao. Qualcuno aveva timidamente suggerito, anche il Sindaco di Rio Marina On.Bosi, una privatizzazione, diciamo, a metà, con la cessione di parte del capitale azionario e insieme l’affidamento del servizio ad un medesimo Armatore privato, giusto appunto per poter utilizzare adeguate esperienze e professionalità. Insomma l’alternativa alla totale privatizzazione poteva essere la costituzione di una Società mista, a capitale pubblico e privato, con la partecipazione della Regione (e degli Enti locali). Una scelta che avrebbe garantito un diretto coinvolgimento delle Istituzioni pubbliche e perfettamente in linea con le direttive europee in materia di servizi pubblici locali. Scelta che altre Regioni, come il Lazio, la Campania e la Sardegna, hanno compiuto. Ma non c’è stato nulla da fare. L’Assessore Conti è stato irremovibile e il suo successore non ha cambiato “rotta”. Sul quotidiano L’Unità del 2 febbraio abbiamo letto, però, che il Presidente della Giunta regionale Rossi ha in mente di costituire “un’unica società, con la partecipazione azionaria della stessa Regione, per gestire in maniera unitaria tutti gli aeroporti toscani a cominciare ovviamente da Pisa e Firenze”. Ma allora come stanno le cose? Al mestiere dell’armatore, la Regione preferisce quello dell’aviatore? Qualche tempo fa l’Assessorato ai Trasporti ha tentato di giustificare la privatizzazione richiamando una legge regionale, la n° 20 del 2008, che vieta la partecipazione della Regione in Società “ aventi per oggetto produzione di beni o di servizi non strettamente necessari per perseguire finalità istituzionali”. In altre parole il servizio marittimo, che è di vitale importanza per l’economia delle isole toscane e per le esigenze di mobilità di chi vi risiede o lavora, non rientrerebbe nella categoria dei servizi strumentali al raggiungimento delle finalità istituzionali del Governo regionale. Ma anche in questo caso c’è qualcosa che non torna. La Regione infatti partecipa al capitale azionario di molte Società. Ne citiamo solo alcune: Firenze Fiera con il 31,85%; Arezzo Fiere e Congressi con il 40,26%; Alatoscana spa con il 70,79; Società Aeroporto toscano “G.Galilei” con il 16,89%; Interporto toscano “A.Vespucci” Livorno-Guasticce con il 17,79%; Società logistica Toscana con il 52%; tre Società termali ( di Casciana con il 75,66%, di Montecatini con il 61,59% e di Chianciano con il 66,59%) e ….dulcis in fundo la Società “Golf la vecchia Pievaccia “ di Montecatini, dove la partecipazione regionale, è vero, è appena dello 0,001%, ma comunque sta a significare l’interesse della Regione per uno sport non molto popolare, ma evidentemente considerato un servizio di grande rilievo economico e sociale. Insomma la Regione Toscana, più che il trasporto marittimo, ha “a cuore” gli aeroporti, gli interporti, la logistica, le fiere, i congressi, le terme e i campi da golf.
marmorica toremar in accosto