Nell'ambito delle attività ed iniziative che Legambiente propone, in diverse località su tutto il territorio nazionale, per il weekend dal 4 al 6 febbraio in occasione della Giornata mondiale delle zone umide e foreste che coincide con i festeggiamenti per i 40 anni dalla firma della Convenzione Internazionale di Ramsar, l'associazione ambientalista chiede alla Regione Toscana ed alla Provincia di Livorno immediati interventi di salvaguardia in favore delle zone umide residue dell'Elba che, diverse pubblicazioni scientifiche ed ornitologiche riportano come aree di fondamentale importanza sia per l'avifauna nidificante che per quella migratoria e svernante, come attestano gli eccezionali avvistamenti effettuati negli ultimi anni di numerose specie incluse nella Lista Rossa e negli elenchi di tutela nazionali e regionali. In particolare, Legambiente pone l'attenzione sulla situazione della zona umida dello Schiopparello-Le Prade, già Sito di Importanza Regionale (SIR) assieme a Mola, altra area umida residua rimasta all'Elba, da tempo candidato a diventare Oasi naturalistica ed area marina protetta. Secondo Umberto Mazzantini, portavoce di Legambiente Arcipelago Toscano, “la gestione e la difesa della zona umida dello Schipparello-Le Prade dovrebbe maggiormente interessare la Regione Toscana visto il suo grande valore naturalistico che ne fa un importantissimo elemento della Important bird area (IBA) dell'isola d'Elba e che ha portato la Provincia di Livorno, negli anni passati, a proporla come Oasi senza però mai arrivare ad una sua istituzione definitiva. Si chiedono pertanto ai due enti territoriali – prosegue il rappresentante di Legambiente – immediati interventi di salvaguardia, ad iniziare da un'apposita tabellazione e cartellonistica relativa alle condizioni di utilizzo del SIR, e per evitare che episodi come la vicenda dell'interramento dell'elettrodotto di Terna o gli incendi dolosi di cui l'area negli anni passati è stata oggetto, possano ripetersi”. “L'ulteriore proposta che il SIR venga esteso anche alle vicine zone umide di San Giovanni, Punta della Renna e Fosso di Riondo con importanti acquiferi superficiali, resti di saline ed habitat di foce – prosegue Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente – è quanto mai importante per dare un deciso segnale sullo sforzo che occorre profondere da parte degli enti preposti e di tutti i soggetti interessati, per preservare lo straordinario patrimonio di biodiversità racchiuso nelle zone umide le quali che possono essere considerate anche tra gli ecosistemi maggiormente a rischio del Pianeta. E' per questo importante anche tutta la preziosa rete di piccole aree umide costiere residue presenti nel Comune di Portoferraio – conclude Nicoletti – venga inserita nel Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano per dare continuità alla necessaria protezione”.
fosso madonnina