Anni fa il compianto ed insuperabile Fortebraccio (Mario Melloni) usava spesso “incicciare” uno dei padri della Repubblica, il repubblicano Ugo La Malfa perché egli spesso indulgeva in un vezzo quello di dire “questo io l’avevo già detto” di qualsiasi cosa si discutesse, ci ricordiamo pure che in un pezzo citò uno scambio di battute tra Palmiro Togliatti e Giorgio Amendola entrambi dirigenti del Partito Comunista. Un giorno Amendola che era da considerare un innovatore in senso riformista, rimproverò al segretario del PCI di essere giunto su una questione a maturare una posizione che lui aveva assunto anni prima. Togliatti commentò gelido: “Anche ad essere in anticipo si sbaglia” Ciò premesso e visto pure il vezzo tutto italiano di inventarsi o modificare a convenienza il proprio passato (dopo i crollo del fascismo ad esempio pareva che il regime avesse avuto pochissimi sostenitori, e accadrà, vedrete, anche con Berlusconi appena la storia lo spazzerà via ) ed inoltre perché come dice quel profondo pensatore che è Eugenio Finardi “l’avere ragione non è un dogma statico o una religione” (commesso vada a prendere un’aspirina per l’Assessore, che ha già il mal di testa), non faremo i La Malfa di turno. Non vi annoieremo quindi più di tanto a raccontarvi del coro di prese di culo al limite del pernacchio con cui un congresso del PCI elbano (Peppe Battaglini, che sosteneva la stessa tesi, escluso) unanimemente accolse nell’ormai lontanissimo 1978 la nostra considerazione sulla necessità di “fare dell’Elba un solo comune”. Consentiteci almeno però di esprimere tutta la nostra soddisfazione per il fatto che oggi si costituisce un comitato che ha in animo di giungere al superamento di questo assurdo “campo di decentramento (o di sparpagliamento)” senza capo né culo che è l’attuale assetto istituzionale isolano. Speriamo davvero che questo 3 Febbraio rimanga nella minima storia di quest’Isola come il giorno in cui gli elbani cominciarono a rinsavire.
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