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Da Auschwitz con domande e pensieri

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 03 febbraio 2011

Siamo tornati dal Viaggio della Memoria ad Auschwitz, dopo aver toccato con mano tutto quello che la nostra immaginazione aveva provato a delineare. Tutto quello che mi aspettavo, anche prima di arrivare qui, è sempre stato supportato da una piccola speranza: che ciò non fosse realmente successo nelle dimensioni che ci vengono raccontate. Poi oggi, davanti a quasi 800 persone, in un silenzio pressante, si è aperta davanti ai nostri occhi la realtà di un mondo che sembra quasi quello di un film horror. Abbiamo incontrato quattro persone, sopravvissute, che hanno vissuto tutt'altro che un film. Quasi mi vergogno a chiamarle semplicemente "persone" perchè tutto quello che hanno dovuto passare, la forza che hanno dovuto inevitabilmente tirare fuori per andare avanti, tutto l'orrore che i loro occhi hanno visto, non è da semplici "persone". Loro sono eroi, eroi del loro e del nostro tempo. Eroi che hanno segnato la storia del mondo, che sono riusciti a sconfiggere individualmente quel mostro terribile che è il male compiuto dall'uomo. Quando raccontano, insieme alle parole sono gli occhi che parlano. E improvvisamente ti ritrovi li, in mezzo al campo di sterminio, in mezzo alla neve, al freddo, con davanti la successione degli eventi che ti stanno descrivendo. Sei li, e non riesci a pensare a niente, non ti viene fuori nemmeno una parola, sei come annullato, estraniato dal resto del mondo. Però sei sempre tu, con la tua anima, con la tua testa, con il tuo vissuto. Provi ad immedesimarti nella stessa situazione e per un solo istante ti passa per la mente il ridicolo pensiero che forse tu saresti riuscito a sopravvivere. Io non ci sarei riuscita. La mia mente, oggi, è stata sommersa da centinaia di domande e pensieri a cui non riuscivo a dare una risposta. Avevo soprattutto due domande che ricorrevano in modo insopportabile: Fino a che punto arriva l'odio dell'uomo? Dov'è tutta quella forza in un uomo? Se ci pensiamo bene, l'uomo può essere tanto geniale nel bene, quanto nel male. Ha risorse che nemmeno lui sa di possedere ma al momento del bisogno le usa quasi inconsapevolmente. E cosi i tedeschi. Che macchina di sterminio perfetta, geniale hanno creato? Talmente perfetta da mandare alla morte, solo a Birkenau, un milione e mezzo di persone che ai loro occhi l'unica colpa che avevano era quella di apparenere ad un altro popolo. L'odio e l'intolleranza hanno costruito i campi di concentramento dove abbiamo camminato, e ad ogni nostro passo urlava in noi la giustizia, la verità che voleva uscire. Ad ogni nostro passo nel campo della morte raccoglievamo le urla di bambini appena nati che non sapevano nemmeno cosa volesse dire giocare o semplicemente vivere. La disperazione delle donne che non erano più tali, erano private della loro bellezza, della loro femminilità, del loro istinto di essere madri e di tutto quello che completa una donna. Ad ogni passo sentivamo gli affanni degli uomini che venivano portati al confine delle loro forze. Dite voi se questo è un essere umano. Da tutto questo sono venute spontanee le mie lacrime che non riuscivo più a fermare, lacrime amare di una ragazza che ancora del mondo sa poco ma che, a questo punto, ha anche paura di scoprire verità simili a ciò che è stato.


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