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I parchi: ma c’è un ministro?

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 27 gennaio 2011

La domanda è d‘obbligo visto che nella baraonda generale dei parchi e non solo una voce su tutte brilla per la sua assenza, quella del ministro dell’ambiente. Se non ricordo male l’ultima sua notizia risale alla crisi di nervi in consiglio dei ministri con quel che ne seguì. Da allora silenzio tombale. Eppure ogni giorno registriamo fatti e vicende che richiederebbero innanzitutto una presenza e soprattutto una iniziativa del ministro. E non si dica che dei tagli si è detto già quanto c’era da dire e cioè che molti parchi sono ormai alla canna del gas. Perché da solo questo fatto drammatico richiederebbe ben altra presenza e iniziativa. Ma se a questo dato aggiungi che ci sono presidenti di parco nazionale che non hanno un direttivo dell’ente e altri parchi sempre nazionali che hanno magari il direttivo ma non il presidente e in qualche caso neppure un commissario ormai scaduto e non rinnovato non è sorprendente che il ministro e il ministero non muovano foglia? E non muovano foglia neppure per quelle situazioni regionali dove i parchi devono fare i conti non soltanto con i tagli ma anche con molte altre manfrine e pasticci che stanno mettendo a rischio il presente e soprattutto il futuro di aree protette anche storicamente consolidate. Singolare situazione che vede un governo scattante nell’impugnare leggi regionali per rivendicare per se competenze e ruoli di cui bellamente poi si infischia. Intanto i parchi devono vedersela con le maree nere, i fiumi impestati, i monumenti che crollano, la monnezza che avanza e non soltanto in Campania, mentre l’abusivismo non conosce crisi. Certo tutto ciò non riguarda solo il ministro e il ministero ma anche le regioni e gli enti locali alle prese peraltro con guai non minori che il federalismo su piazza non sembra davvero in grado di sanare. Ma è innegabile che al ministro compete una maggiore responsabilità da cui non può liberarsi con la latitanza. Signor ministro si guardi intorno e vedrà che anche in questo marasma c’è chi sta cercando di fare la sua parte. Tra poche settimane, ad esempio, la regione Toscana d’intesa con Federparchi inaugurerà con l’assessore all’ambiente Annarita Bramerini nel Parco di San Rossore un Centro studi sui parchi intitolato a Valerio Giacomini. In questo stesso periodo il Centro studi sulle aree protette fluviali di Montemarcello-Magra metterà a punto con l’assessore ai parchi della regione Liguria un programma che riguarderà anche le aree protette marine che Roma ha abbandonato a se stesse da tempo immemorabile. Queste due regioni con l’Emilia –Romagna stanno mettendo a punto intese e collaborazioni per il Parco di Mare e d’Appennino che riguarda la montagna e la costa. Quando i parchi italiani si sono riuniti a Pescasseroli con molti parchi di altri paesi l’Italia non fu rappresentata da nessuno. Non è davvero il sonno dei giusti.


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