Sono note le critiche anche molto autorevoli alla nostra regione per avere negli ultimi anni appannato sensibilmente un ruolo e una presenza nazionali sui temi ambientali di cui potevano legittimamente vantarci. I comitati di Asor Rosa, Salvatore Settis ci ricordano quel ruolo e ci rimproverano senza peli sulla lingua e sconti di avere fortemente annacquato quel vino specialmente per quanto riguarda il consumo del territorio e la tutela del paesaggio. E’ un tema che ha avuto un forte rilievo ed ha inciso non poco anche nell’ultima campagna elettorale alla messa a punto degli impegni della nuova giunta regionale. Da più parti ci si è chiesti come è potuto accadere che una regione che tra le prime in Italia si è dotata , ad esempio, dei parchi regionali e poi anche nazionali e che del suo paesaggio ha fatto un emblema abbia potuto perdere smalto e credibilità proprio su questo fronte. Sul perché ma soprattutto su come rimediare si è avviata, infatti, una riflessione critica a partire da alcuni strumenti importanti quali il PIT, la legge sul governo del territorio del 2005 che di buchi ne presenta più d’uno. La discussione riguarda scelte fatte ma anche scelte rinviate e tra queste in particolare proprio la nuova legge regionale sui parchi e le aree protette che i rimasta incagliata tra veti e ostilità. Su questo sfondo credo debbano essere segnalati e adeguatamente considerati due appuntamenti che possono aiutarci a rimettere al centro di quel rinnovato impegno chiestoci da tanti e non soltanto in Toscana i temi ambientali. Il primo riguarda l’inaugurazione l’11 febbraio in San Rossore, alla presenza dell’assessore all’ambiente Annarita Bramerini, del Centro studi sulle aree protette intitolato a Valerio Giacomini. Il Centro studi nasce sulla base di un accordo sottoscritto tra la nostra regione e l’associazione nazionale dei parchi in un parco regionale ‘storico’ quale è quello di Migliarino,San Rossore, Massaciuccoli. Mentre in tante regioni, anche tra quelle storicamente con le carte in regola, i parchi vengono strapazzati e lasciati a bocca asciutta, in Toscana offrono nuove occasioni di impegno e di iniziativa. Insomma anche dai parchi si può ripartire per ‘rimediare’ appunto a quei ritardi e appannamenti a cui abbiamo fatto cenno. E specie di questi tempi non è poco. L’altro è un appuntamento nazionale previsto per il mese di febbraio in regione a Firenze, promosso dal gruppo di San Rossore sulla base di appello e un documento per il rilancio dei parchi a cui hanno già aderito oltre 500 uomini di cultura, amministratori e tecnici di aree protette, di regioni ed enti locali. Un appuntamento con il quale si intende –anche qui d’intesa con la regione toscana ma anche si spera con altre regioni- rilanciare una vera e propria offensiva contro lo smantellamento in atto dei nostri parchi. E per farlo al meglio occorre naturalmente anche noi metterci in regola con la nuova legge con quel passo più spedito che ci ricorda sempre il presidente Enrico Rossi. Ecco, insomma, due buone occasioni perche la nostra regione e i nostri parchi possano tornare a giocare senza ombre quel ruolo nazionale che giustamente ci viene criticamente sollecitato.
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