In un post sul blog Camminando una signora che si firma "Rubina" mi faceva carico (in ordine alla vicenda dei famosi (o famigerati) blocchi ESAOM, di non trattare la vicenda, al pari di altri soggetti per una supposta sudditanza nei confronti del "padrone parmense". Dopo che avevamo risposto alla signora consigliandole una semplice ricerca sul nostro archivio che inserendo "blocchi Esaom" come parole chiave avrebbe fornito ben 34 link, la stessa ha replicato: "Forse non mi sono spiegata bene, nel passato Lei si è espresso piu volte sui Blocchi Esaom, io mi riferivo al progetto di bonifica 2010, che prevede il raggruppamento dei blocchi in una specie di collinetta, e non lo smaltimento come dovuto. Non ricordo di aver letto qualcosa, se mi è sfuggito mi scuso, anche perchè io la leggo sempre con attenzione". Gentile Signora L'operazione di che trattasi nelle intenzione dell'azienda, se ho capito, bene farebbe parte di quel generale riassetto dell'area denominato Water Front, il quale mi ha visto da prima da ancor prima che fosse così denominato tra i più tenaci (ma non numerosi, evidentemente i ferajesi hanno altro che li preoccupa)oppositori, per questioni che attengono la visione della vita e del futuro. Sono e resterò radicatamente contrario allo spargimento di altro cemento (residenziale o meno) sul mare e sulla costa a qualsiasi modifica paesaggistica che non sia la demolizione delle schifezze ivi già realizzate. Lo ripeto per l'ennesima volta che per me "sviluppo compatibile" è un concetto già vecchio, è una ipocrita formula di copertura usata da chi vuole darsi "una mano di verde", perché non ha il coraggio di imboccare la strada della "decrescita felice" l'unica che può salvare le prossime generazioni da disastri annunciati e già in atto. Come dire, per parlare papale papale che personalmente io ad Esaom consentirei semplicemente di riattare quello che ha e stop senza concedere un nuovo metro cubo che sia uno, e che da tempo avrei obbligato la società a risolvere il problema della sussistenza di quei blocchi in maniera diversa dalla furbata di nasconderli alla vista, come peraltro a suo tempo affermai pubblicando la foto qui a sinistra. Attendo per esprimere una valutazione sulla "collinetta" di prendere visione dei dettagli del progetto, dopo aver sentito il parere tecnico di qualcuno che ne capisce più di me di queste faccende e di cui mi fidi. A quanto mi risulta da anni lo smaltimento di quei blocchi deve operato in modo che essi non siano a contatto con acque che ne provochino erosione e dilavamento. Bene carte e disegni alla mano vedremo se la cosiddetta "collinetta" sarà paesaggisticamente accettabile e funzionale a preservare la pubblica salute, di più, se in essa saranno contenuti anche i numerosi blocchi già sbolognati fuori dall'area, e che si stanno sbriciolando sotto il sole e il vento nel piazzale ex-Enel, oltre quelli (attendo eventuali smentite) che sarebberò già stati in tempi lontani affondati in mare per fungere da corpi morti. Ancora chiederò poi se l'altra "collinetta" che quarnisce la zona, anche essa al pari dei blocchi costituita da materiale di resulta delle demolizioni del vecchio stabilimento e da fanghi portuali, ormai colonizzata da specie vegetali, può considerarsi "inertizzata" o se si pensa di farlo, è una "curiosità" questa ultima, lo dico per sua informazione, largamente condivisa (e più volte manifestata) da Legambiente. La Saluto
blocchi esaom dall'alto montarozzo