Torna indietro

A Sciambere Piombinese

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 02 ottobre 2003

Da un po' di tempo a questa parte a noi poveri centrosinistrati d'isola dalla costa non pervengono notizie molto positive: a Livorno scoprono un brutto inciucio anzi un brutto inCecio, a Piombino roccaforte della sinistra, dove i DS da soli stanno sopra il 50%, ha debuttato oggi sulla scema politica lo SDIANFIDS, che sembra il nome di un medicinale antidiarroico ed invece è la creativissima nuova maggioranza Socialisti-aennini-forzaitalioti-diessini compassati e cazzuolati in grembiulamento rapido, cosa che ha fatto incazzare Fabio Mussi come una tigre con l'emorroidi. Ufo Garocco intervistato in orbita geostazionaria dal Subcomandante Marcos travestito da giornalista dell'Unità (giornale molto malvisto dai veri riformisti che considerano il Foglio e Ferrara esempi di pericoloso estremismo di sinistra), ha detto che lui non è consigliere ma che se lo fosse stato avrebbe votato gioiosamente per lo sdoganamento massone (e forse avrebbe mandato ai "fratelli" anche un bacino). Ciò ci ha fatto cambiare nettamente idea su di lui. Pensavamo precedentemente che quel giovanotto dall'esile voce e dalla espressione pensosa, capisse poco dei problemi dell'Isola d'Elba, ora siamo sicuri che capisce poco tout-court. Tre caballeros querciaioli hanno salvato almeno la faccia e la dignità dei DS piombinesi, noi ci scherziamo sopra, ma siamo anche più imbelviti di Mussi. Per qualche momento considerando quello che passa il convento della destra amministrativa elbana, e quello che passa il convento della sedicente sinistra piombinese, tra il canchero e la rabbia (dovendo optare tra un tumore e l'idrofobia) come avrebbe detto nostra nonna, abbiamo cominciato a carezzare l'idea di ritirarci a vita privata a Palmaiola, a trascorrere i nostri ultimi anni guardando verso nord per non vedere più né gli uni né gli altri. Poi ci abbiamo ripensato, decidendo in ultimo di resistere resistere resistere e raccogliere tutta la forza che abbiamo nei nostri fragili nervi (Bennato opere citate) per frantumare ogni giorno i coglioni di questi torzoli uguali e contrari che allignano sulle opposte sponde del canale, fino all'ultimo respiro.