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Mezzadria alberghiera

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : giovedì, 02 ottobre 2003

Avviene quindi che un operatore turistico nazionale, di chiara fama e con sede a Roma, chieda agli albergatori una commissione del 40% sul listino prezzi lordo (e quindi la commissione è da pagare anche sulla parte fiscale del listino stesso che già contiene l’imposta sul valore aggiunto - iva - al 10%) per commercializzare gli alberghi che aderiscono alla sua richiesta. (questo fatto è documentato dalla richiesta, scritta, che Paternò mi ha passato per conoscenza e doverosa testimonianza ndr). Esaminiamo quindi, nel caso l’albergatore accetti tale richiesta, che non è né raminga né inusuale, il costo commerciale e fiscale “di prima botta“. Fatto 100 euro il prezzo di vendita, avremmo 40 euro di commissione e 6 euro di iva sui restanti 60, per un totale di 54 euro restanti all’albergatore. Si tratterebbe proprio di un quasi perfetto rapporto di mezzadria laddove però, un tempo, il padrone almeno metteva i terreni e gli attrezzi, ed il Contadino il Lavoro, a volte, anzi sempre, di tutta la Famiglia che doveva essere numerosa e forte, per garantire la sopravvivenza al Contadino Fattore e l’agiatezza al proprietario terriero. Cosi andavano le cose, ma eravamo nel secolo scorso, all’inizio del secolo scorso e non nel 2003. Ad ulteriore scapito dell’Albergatore Contadino, occorre ricordare che nel nostro nuovo rapporto di mezzadria, sia il Lavoro che il “terreno“ (l’albergo) è del Contadino Albergatore sia in affitto o in proprietà, così come il rischio d’impresa con tutto ciò che in questa parola è compreso (contratti con i Collaboratori, pubblicità, promozione, etc etc). Se qualcheduno si impressiona, poco male. Posso mostrare anche richieste di contratti al 50% del prezzo di listino. Possiamo continuare su questa strada ? Pensate voi se un qualsiasi industriale o artigiano dovesse spendere il 46% dei ricavi per la sola intermediazione e la prima parte della zona fiscale. Certamente fallirebbe nel breve spazio d’un mattino. Solo le benemerite prostitute potrebbero sopportare un costo simile, essendo la loro materia prima fornita dal Buon Dio, ed anche se Loro ne fanno un uso smodato ed informale, non canonico … ma a volte anche canonico (assessore, cosa ha capito!!! ci vanno anche loro ma sotto mentite spoglie) il costo della manutenzione generale e delle spese accessorie e profilattiche è minimo in rapporto all’introito … e che introito ! Fra Tinello da Velletri Alias Bruno Paternò, albergatore deluso ma non domo


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