Povero Cimabue non gliene va bene mezza: mentre lui se ne sta ad altre latitudini a ritemprarsi le membra in rilassati (si fa per dire) pensieri, gli arriva, improvvido e proditorio "lo sbruffo di merda portual-marinese di mezzo inverno" proveniente da quel "coso" che comune ed ASA si ostinano a definire impianto di depurazione, così che quei loschi figuri di Legambiente possono tornare a vessarlo con un comunicato il cui titolo assassino "Carta igienica sulla Bandiera Blu" entra nella carni come una pugnalata. Tra una sentenza del TAR che gli dà in capo sul PEEP e la pioggia di concorrenti (eccheccazzo... altro che ninna-nanna ninna-o questo porto a chi lo do ... si so' svegliati anco li marinesi) che mette il peperoncino nella gara per la gestione del porto dei profumi di cui sopra, deve sempre preoccuparsi di qualcosa, non ha mai un attimo di pace. Orbene nel ferajese qualche anno fa si usava una allocuzione che ci è tornata in mente, perché ben si presta ad essere porta in guisa di consiglio all'elemento di che trattasi; essa suonava "Ma perché 'un ti dai una patta da solo e poi dici che sei cascato?" ma risparmiando fiato la stessa esortazione la si esprimeva anche più circoncisamente (direbbe l'assessore) con "Datti una patta!" che ci pare ancor più adatta (rima baciata involontaria).
cimabue