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Controcopertina: Spezzeremo le reni agli egli sterminatori di sparlotti

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : lunedì, 10 gennaio 2011

Un po sul serio un po’ per ridere, ma alla fine mi viene da piangere Caro Sergio, ti riporto di seguito un articolo apparso oggi su giglionews ripreso da il Tirreno. Se la notizia venisse confermata anche se in allegato su giglionews c'è pure il link al decreto, la questione sarebbe a dir poco “scottante”. Lascio a te le considerazioni sulla portata del provvedimento, ma la domanda che ti pongo è la seguente: cosa avrebbero detto alcuni dei nostri compaesani se tale provvedimento fosse uscito da Pecoraro Scanio, oppure da qualcuno del centro-verde- sinistra con scappelamento nel PD o se per l’ amor del cielo fosse stata addirittura una proposta scaturita da un Comune dell’ Arcipelago. Te lo immagini? Sommosse popolari, raccolta firme, incatenamenti, gente che partiva “cullo spago alle valige” (locuzione gigliese usata molto ai tempi dell’ istituzione del parco per indicare tutti gli allora prossimi (costretti) emigranti causati dalle vessazioni apportate dall’ area protetta, poi re-interpretato in tempi recenti da qualcuno che ha detto che di gigliesi partire con le valige in questi ultimi 20 anni ne ha visti molti, ma per andare in vacanza, ma questa è un’ altra storia). Beh insomma dicevo che se un censimento del genere lo avesse partorito qualche verde, di quelli come i cocomeri, o per finire il buon Tozzi (io non mi ci metto nemmeno perché conto poco), ci avrebbero dato degli stalinisti leninisti con il segreto programma di riaprire l’arcipelago gulag invece dell’arcipelago Toscano. Eppure, dopo la chiusura del palio dei somari (e affini), dopo la proposta di abolizione della caccia nei terreni privati, pare che si arrivi pure al censimento di tutti quelli che intendano pescare anche solo una bavosa e chissà che non sia il primo passo per passare ad altro. Non che mi lamenti, anzi, ma il fatto è: fino a che punto tutti quelli che hanno fatto le guerre puniche contro l’ AMP, il parco etc… continueranno a stare zitti verso il Governo che loro stessi hanno votato e che ora propone provvedimenti “ambientalisti”? Io nel frattempo, sotto sotto, me la rido e devo dire che se fosse solo per veder portare a compimento uno di questi altri provvedimenti, AMP compresa, varrebbe la pena pure per noi di non veder cader presto questo Governo, che alle risate nazionali ora aggiunge gratis anche quelle locali… Come gigliese però sono tranquillo perché il mio Comune ha già pronta una delibera (a lunga gittata) contro l’ Europa, ma per ora la tiene segreta. Nel deliberato pare anche che si faccia notare come non sia del tutto vero lo spopolamento ittico del Mediterraneo in quanto, se è pur vero che di pesci ce ne sono tanti di meno, questa non può essere usata come regola generale perché vi è almeno una razza in ripresa, specialmente nell’Arcipelago Toscano, che è quella dei ghiozzi. Stefano Feri Segue articolo pubblicato su giglio-news del 8.1.2011, fonte il Tirreno Non si tratta di una vera e propria autorizzazione. Almeno per il momento. Ma di una comunicazione obbligatoria. Di sicuro, però, significherà un passaggio burocratico in più, anche soltanto per una giornata trascorsa in barca con la canna in mano. Si tratta della comunicazione che il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, ha previsto nell’ambito del decreto dello scorso 6 dicembre. Una decisione che sta facendo discutere molto. Con questo decreto l’Italia si adegua alle normative europee sul monitoraggio del prelievo di pesce dai nostri mari. Un primo step verso, probabilmente, norme più dettagliate, finalizzato a capire l’ impatto della pesca sportiva sulla popolazione ittica. Il ministero vuole “contare” i pescatori sportivi e ricreativi. E per farlo chiede a tutti di registrarsi, pena l’impossibilità di pescare e l’obbligo di adeguarsi (in caso di controlli che certifichino la mancata comunicazione) entro 10 giorni. Rispetto al regime sanzionatorio, in caso di inadempienze, il decreto ministeriale è poco chiaro. La linea che sarà adottata da chi effettuerà i controlli, cioè le Capitanerie di Porto, è quella di non elevare multe in attesa che la norma venga chiarita o che vengano adottati ulteriori provvedimenti da parte del governo. È chiaro però che la strada intrapresa sembra andare verso la predisposizione di regole simili a quelle già in vigore per chi va a caccia o chi raccoglie funghi. Dunque non è escluso che spuntino le sanzioni e la comunicazione si trasformi in un’autorizzazione vera e propria, magari a pagamento. Per il momento limitiamoci a quanto prevede il decreto di dicembre. I tempi. Per mettersi in regola c’è tempo fino a marzo, quando il decreto entrerà ufficialmente in vigore. La comunicazione sarà valida per 3 anni. Chi deve farla. Tutti i pescatori sportivi devono riempire i moduli della comunicazione (che si può trasmettere via Internet al ministero o di persona agli uffici delle Capitanerie), anche chi pratica questa attività sporadicamente (fosse pure una volta all’anno). Non ci sono limiti di età. Anche i bambini devono esserne in possesso. La comunicazione è individuale e dovrà essere portata con sé da ciascun pescatore. Per fare un esempio se un amico ci invita a uscire in barca per pescare dobbiamo esserne in possesso anche se fosse la prima volta che prendiamo una canna in mano. Cosa comunicare. La comunicazione riguarda ogni tipo di attività di pesca: da riva, subacquea, con la barca. E ogni tecnica consentita: lenza, canna, natelli, nassa, fucile e così via. Dovrà essere vidimata dalla Capitaneria o accompagnata dalla ricevuta del ministero (se la comunicazione è fratta tramite Internet). Il documento indica le generalità della persona, l’area (cioè la Regione) dove si è soliti pescare, il tipo di pesca praticata, l’indicazione (per i proprietari di imbarcazioni) dell’unità da diporto utilizzata e l’eventuale iscrizione ad associazioni di pescatori. Eh Caro Stefano, Dura Lex Sed Lex! I nostri amati legislatori hanno finalmente preso le mire giuste regimentando, finalmente la più devastante delle attività di prelievo ittico: la pesca dello sparlotto da banchina! Altro che spadare, altro che derivanti, altro che cianciolari, altro che strascicanti ara-fondali, altro che tonnare a circuito, altro che quegli stronzi ufficialmente professionisti o dilettanti che vanno a bracconare nelle aree protette, Pianosa tanto per dirne una! I veri rapinatori dei nostri mari da controllare e schedare sono gli spietati killer di pregiatissimi ghiozzi di buca, bavose, castagnole e verdoni, gli assassini di perchie e giudole, i terminator di sugarelli boghe, ignari dell'adagio "boghe boghe, prendine tante ma mangiane poghe". Scherzi a parte lo sanno più o meno tutti che una regolamentazione in questo settore (o meglio ancora un'informazione diffusa) non farebbe male, così come non ha fatto male nei paesi europei in cui le direttive europee da cui deriva hanno equiparato le attività di pesca sportiva fluviale a quelle in ambito marino. Da ex pescatore a cannella mi ricordo ancora una furibonda litigata che mi feci con un fiorentino che aveva messo una batterie di canne a Punta della Rena (toh!) tutte armate con amini e tutto fiero perché aveva già pescato una decina di "oratelle" da 60 grammi sì e no. (assai più giovane e meno tollerante fui tentato di troncargliele nel groppone le canne). Ma il problema e che poi in Italia molto spesso una direttiva saggia diventa per eccesso di zelo tradotta in norme inapplicabili faraginose e asurde. L'altra cosa che facevi anche tu notare è il silenzio (dei gorilla) innocenti, accacchinati dall'ennesimo provvedimento contro cui alte grida levarono al cielo percuotendosi i villosi petti quando lo prospettava il sentro-sinistra e che s'ingozzano ingoiando al medesimo tempo il rospo e le lacrime quando a realizzarlo è il centrodestra che hanno votato al Giglio, a Pomonte, a Firenze e a Roma.


sparlotto  pesce

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