Egr. Direttore Sergio Rossi. La ringrazio per aver riscontrato la mia nota del 8 genn. scorso con argomentazioni di alto contenuto che contraddistinguono tutti i suoi interventi su Elbareport e da mè apprezzati e totalmente condivisi, . Poiché si è autorevolmente addentrato su particolarità tecniche del problema estendendo giustamente l'argomento fino a comprendervi tutti i settori connessi allo specifico problema idropotabile da mè trattato, le chiedo di poter far conoscere ai suoi lettori alcune particolarità tecniche che a mio avviso dimostrano che ancora una volta la strada intrapresa, almeno per quanto riguarda il settore idrico elbano, non porta a quella conclusione positiva che anche lei auspica. Da documenti ufficiali e quindi visibili a tutti, riprendo e riporto la seguente serie di nominativi: Marciana, Pomonte, Lentisco 1, Lentisco 2, Filetto, Bonalaccia, Foci, Condotto,Fabrello, Valle dei Molini, Val di Piano, Sassi Turchini, Valle del Botro 1, Valle del Botro 2, Mola 1, Mola 2, Le Paffe, Bacetti 1, Bacetti2, Ortano, Maceratona Si tratta dei nomi ufficiali di tanti piccoli invasi, che io ingiustamente ed a solo scopo provocatorio ribattezzo "pozzanghere", tramite i quali l'ASA conta di fatto di realizzare quella operazione universalmente ritenuta risolutiva del problema idrico e cioè l'accumulo e la conservazione di un totale di circa tre milioni di mc dell'ottima acqua che annualmente si rende disponibile in Isola e che invece va sistematicamente a scaricarsi inutilizzata a mare. Ho detto con proprietà di termini "ottima acqua" in quanto il prezioso liquido elbano ha di per sé tutte le caratteristiche per essere direttamente immesso in rete fatti salvi soltanto degli sbrigativi e poco costosi accorgimenti di controllo preventivo e di filtrazione e disinfezione. Tutto bene pertanto: quando l'Elba potrà contare su propria acqua potabile di tali qualità e quantità potranno veramente considerarsi risolti i guai di cui si parla. Devo però aggiungere che, a mio avviso, le cose andranno in tutt'altro modo in quanto il prezioso elemento, ripartito in alcune decine di laghetti aventi un'altezza media di soli 5 m circa e quindi caratterizzati da una enorme superficie di contatto sia con l'aria che con il terreno e per di più sparsi un po' ovunque sotto il sole cocente del'Elba, prima del suo utilizzo avrà tutto il tempo per essere enormemente decurtato a causa dell’irraggiamento solare e della mancata tenuta del fondo lago. Allo stesso tempo avrà i tempo di marcire in quanto sicuramente sarà infestato da ogni tipo di semoventi acquatici animaletti. Prima dell'utilizzo della poca acqua rimastavi occorrerà riprenderla e sottoporla ad una serie di trattamenti complessi e fatta singolarmente laghetto per laghetto o per gruppo di laghetti ma comunque non senza una notevole proliferazione degli impianti di trattamento Quale inevitabile completamento scenico dell'operazione lascio immaginare l'aspetto di queste pozzanghere quando, proprio per consentirne l'utilizzo, dovranno essere svuotate soprattutto durante il periodo estivo di maggior presenza turistica. La prima di queste operazioni di costruzione dei laghetti e cioè quella denominata "Condotto" è già iniziata e si prevede che per il suo riempimento fuori stagione venga utilizzata non solo acqua piovana ma anche quella già contenuta nella locale rete acquedottistica, come dire che si fa di tutto per perdere e per rovinare l'acqua migliore che già si trova all'Elba. Tanto per riportare un paragone calzante sarebbe come se l'oste, per risparmiare nell'acquisto delle botti, scavasse delle buche nel suo campo e vi riversasse il vino appena spremuto dall'uva. Mi resta una speranza che sia sufficiente il primo esempio cioè quello del laghetto "Condotto" di cui alla foto allegata per far cambiare le decisioni già prese. In caso contrario ancora una volta l'Elba si troverebbe a mille miglia dalla fine dei suoi problemi idrici. Gradirei veramente conoscere il suo parere al riguardo e la ringrazio. Marcello Meneghin Gentile Sign. Meneghin La ringrazione per i (troppo lusinghieri) apprezzamenti, ma temo di deluderla significandole che non ho pareri (o almeno non ho pareri supportati da una conoscenza tecnica sulla questione che lei pone. Non sono infatti in grado di valutare coefficienti quali l'entità dell'evaporazione o la permeabilità dei terreni su cui insisterebbero gli invasi, ergo non so se lei abbia perfettamente ragione o meno sulla inefficienza dei "bacini diffusi". Magari sarebbe meglio le rispondesse, sullo specifico punto ASA che li ha progettati, lo chiederemo giovedì prossimo nella programmata conferenza stampa. La saluto cordialmente
Laghetto bucine portoferraio