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Un'Isola che fa del ritardo nella pianificazione urbanistica la sua regola

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 31 dicembre 2010

Il Dott. Paolo Gasparri, portoferraiese (anzi sangiovannino) dirigente del Ministero dell'Ambiente replica puntigliosamente e circostanziatamente ad Alessandro Mazzei, Presidente della Commissio.ne Urbanistica del Comune di Portoferraio sulla vicenda Water Front - Accesso agli atti urbanistici del Comune di Portoferraio con una lunga missiva che invia per conoscenza anche a Mauro Parigi, Dirigente dell'Ufficio programmazione e gestione del territorio del Comune di Portoferraio a Massimo Morisi, Garante della comunicazione per la partecipazione nel governo del territorio della Regione Toscana ad Elbareport e a Legambiente Arcipelago Toscano Eccone il testo Gentile Alessandro, faccio seguito alla nota pubblicata con la mia sigla su Elbareport del 27 dicembre 2010 e alla cortese risposta del giorno successivo per fornire alcuni spunti di riflessione sulla procedura di variante agli strumenti urbanistici per la portualità e osservazioni alla Delibera di giunta comunale DGC 330/2010. Salvatore Settis, in Paesaggio, Costituzione e cemento, a pag.10, scrive: "Particolarmente vulnerabili sono i nostri litorali basse e sabbiosi gia' in continua erosione e a rischio di allagamento...". "Nella sola Liguria, ai 49 porticcioli che ospitano 20500 barche se ne aggiungeranno altri 15, con un incremento di quasi 10000 posti barca...". "Questa cieca, suicida devastazione dello spazio in cui viviamo, la "progressiva trasformazione delle coste italiane in un'unica immensa periferia", non avverrebbe impunemente se vi fosse tra i cittadini "una chiara percezione della risorsa e dell'irreversibilita' del suo consumo"." Nicola Dall'Olio, in "Le cause culturali del consumo di suolo", Economia della cultura, n.1, 2010, ha indicato fra le "cause culturali del consumo del suolo" la retorica dello sviluppo come strategia comunque vincente, l'astratta fede in una crescita continua, la "trappola mentale che non consente di vedere possibili alternative, sostituti a modalita' di produzione di ricchezza ed occupazione ormai obsolete e di corto respiro". Sul sito della Regione Toscana leggo: "Tutti i cittadini hanno diritto di essere informati degli effetti che produrrà sul territorio la costruzione di un nuovo insediamento, di una strada, di un ponte. Insomma, di una nuova opera. Il comma 5 dell'art. 7 della legge 1/2005 “Norme sul governo del territorio” annovera infatti i cittadini, singoli o associati, tra i 'soggetti istituzionali' competenti alla formazione delle scelte territoriali, in coerenza con le nozioni di cittadinanza attiva e di partecipazione politica contemplate nello Statuto della Regione Toscana." (http://www.regione.toscana.it/regione/export/RT/sito-RT/Contenuti/sezioni/ambiente_territorio/pianificazione_territorio/rubriche/opportunita_scadenze/visualizza_asset.ht) Il paragrafo "La partecipazione nel processo di VAS" in "Lettura critica del "recepimento" della direttiva 2001/42/CE (VAS) nel d.lgs 152/2006 recante"Norme in campo ambientale"", redatto dall'Istituto nazionale di urbanistica (INU) del maggio 2006 riporta: "Decenni di pratica urbanistica della pubblica amministrazione e, in particolare, dei Comuni, indicano che da questi momenti pseudo-partecipativi la comunità locale è sostanzialmente esclusa, e che la dialettica si sviluppa tra l'amministrazione ed i portatori di interessi forti, i quali già nella stesura del piano o del programma, prima ancora, quindi dello sviluppo della VAS, è ragionevole pensare abbiano trovato modo di influire sulla definizione del piano o del programma e di esercitare pressioni più o meno forti sull' amministrazione stessa." "È evidente come il fatto di non riconoscere un'importanza significativa a queste tematiche, ridotte ad un adempimento burocratico, genererebbe e genererà, in mancanza di un cambiamento di rotta radicale, prassi di VAS in cui la comunità locale è assente, ed in cui, di conseguenza, non ne potrebbero e non ne potranno essere rappresentati ed integrati bisogni, aspettative, visioni e rappresentazioni di futuri possibili e desiderabili." Tutto questo per dire che prima di decidere una trasformazione urbana irreversibile che modifica il paesaggio e l'uso pubblico del demanio marittimo, che sono i beni più preziosi della nostra collettività, e creare conflitti, per esempio tra l'uso balneare della costa e la nautica da diporto, è necessario che gli amministratori non solo coinvolgano le associazioni di categoria del mondo dell'impresa, del lavoro e ambientali, ma anche che informino e ascoltino l'opinione pubblica in modo non solo formale ma anche sostanziale. Nel merito della procedura di variante agli strumenti urbanistici in materia di portualità del Comune di Portoferraio, anche con riferimento all'articolo 97 della Costituzione sull'organizzazione dei pubblici uffici, alla legge 241/1990 recante Nuove norme sul procedimento amministrativo, al DLgs 82/2005 recante il Codice dell'amministrazione digitale, alla parte seconda del DLgs 152/2006 che recepisce la direttiva europea 42/2001/CE concernente il procedimento di valutazione ambientale strategica e alla Legge RT n.10/2010, osservo le seguenti carenze in materia di pubblicità, e di trasparenza dell'attività dell'Amministrazione comunale in merito alle procedura di VAS: -la fondamentale delibera di giunta DGC n.330/2010, che avvia il procedimento di VAS anche in relazione alla variante del Regolamento Urbanistico (RU) anche se presente sul sito istituzionale non è stata adeguatamente resa pubblica impedendo la partecipazione del pubblico al processo di VAS; -la citata DGC 330/2010 pone il nuovo procedimento di VAS per il RU "in continuazione e articolazione del procedimento di variante al Piano Strutturale avviato con la DCC 37/2007" e non esclude esplicitamente l'applicazione delle norme transitorie stabilite dall'art 37 della LRT 10/2010; -le delibere di giunta e di consiglio per la Variante al Piano strutturale per la portualità, che costituiscono le premesse della citata DGC n.330/2010 e che danno validità ai relativi allegati, pubblicati sul sito nella sezione urbanistica normativa, valutazioni, cartografiche, non sono presenti sul sito istituzionale (DCC n.37/2007, DGC n.109/2007, DGC n.250/2008, DGC n. 58/2009, DGC n.119/2009, DCC n.78/2010). Inoltre "Preso atto che a seguito dell’approvazione del programma di settore, sarà possibile riavviare la conferenza dei servizi attivata ai sensi del D.P.R. 509/1996 per la scelta del progetto meritevole di accedere a concessione demaniale per la realizzazione dell’approdo di San Giovanni, sospesa nel mese di giugno 2006" ( vedi DCC 37/2007) e che il segretario locale del partito di riferimento della maggioranza (http://www.pdelba.it/index.php/news/201/70/Esito-del-congresso-del-PD-di-Portoferraio/d,circoli) è anche il promotore di un''iniziativa che ha richiesto la concessione (http://www.marinadisangiovanni.it/index.php?option=com_content&view=article&id=3&Itemid=4), non dubito che questo tema sia stato un momento di confronto interno al partito per la campagna elettorale del 2009. Non mi risulta tuttavia che negli altri "molteplici i momenti di confronto" sul tema della portualità sia stato sollecitato l'intervento e l'espressione del pubblico. Ad esempio la cittadinanza di San Giovanni non e' mai stata coinvolta in un incontro pubblico sulla pianificazione portuale. Sarebbe l'occasione per chiedere se la dichiarazione contenuta nel comunicato della Giunta Comunale del 10 dicembre 2010 si applicano anche per il porto di San Giovanni: "La Giunta Comunale è tendenzialmente contraria alla vendita dei posti barca, che vogliamo rimangano un bene da gestire e quindi produttivo. La Giunta Comunale da almeno sei anni con i suoi piani urbanistici combatte la rendita immobiliare." Infine per sapere "quanti Comuni in Toscana o in Italia abbiano fatto un percorso simile a quello svolto dall'Amministrazione di Portoferraio" suggerisco di ricercare sul sito istituzionale del Comune di Portoferraio la documentazione della Variante al piano strutturale e poi di ricercare su google: partecipazione piano strutturale toscana. La risposta potrebbe essere: tutti meno Portoferraio e gli altri Comuni dell'Elba. Con i miei sinceri auguri di un buon anno nuovo


san giovanni porto turistico

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