Riceviamo dal Consigliere dell’Ente Parco e del Comune di Campo nell'Elba il seguente comunicato relativo all'avvistamento da parte di un pescatore di Pomonte di quello che potrebbe rivelarsi un esemplare di foca monaca che riportiamo qui sotto integralmente Ad un anno e mezzo di distanza dall'avvistamento, documentato fotograficamente ma tanto chiacchierato per l'improvvida quanto evidente strumentalizzazione politica di cui è stato oggetto, di una Foca monaca (se non addirittura di due esemplari, come ipotizzato da eminenti studiosi) all'isola del Giglio, ci giunge notizia di una nuova segnalazione. Questa volta siamo nelle acque della nostra isola: tardo pomeriggio del 26 dicembre, nei pressi dello scoglio dell'Ogliera a Pomonte. A pochi metri dalla scogliera, il Signor F., intento alla pesca di calamari dalla riva, ha ripetutamente osservato, da brevissima distanza, quella che con tutta probabilità era una Foca monaca. L'attendibilità dell'avvistamento, pur se non documentato da foto o video, deriva dalla nota conoscenza del mare del Signor F. e dalla sua completa estraneità a qualsivoglia interesse politico/ambientale. Come d'obbligo in questi casi, oltre a segnalare il possibile avvistamento alle Autorità competenti (la Foca monaca è l'unico pinnipede del Mediterraneo, animale rarissimo e ovviamente protetto in maniera assoluta dalla Legge), abbiamo ritenuto opportuno, prima di avventurarci in considerazioni premature, affidare il caso agli studiosi che da anni si occupano della ricerca scientifica e della tutela di questi animali così importanti per la conservazione della biodiversità dei nostri mari. Attendiamo quindi i risultati di una seria verifica, perché anche se in perfetta buona fede, è sempre possibile sbagliarsi, specie all’imbrunire. In ogni caso, invitiamo comunque tutti gli amici della costa ovest a girare sotto costa con apparecchi video e foto… l’occasione è davvero più unica che rara e sarebbe un vero peccato andasse sprecata! La nostra amica Foca, peraltro, ha l’abitudine di girovagare, e la Natura stessa le impone di spostarsi dalle (comunque deboli, purtroppo..) colonie della Grecia o del Marocco in cerca di nuovi territori. Niente di troppo strano, quindi, se un esemplare venisse a farci visita: certo, da un lato vorremmo evitare assurde conseguenze come la chiusura alla balneazione di Montecristo……. Ma dall’altro, saremmo felici di poter salutare anche solo la visita occasionale di una animale meraviglioso, che fino a poche decine di anni fa era considerato “nocivo” e ucciso senza il minimo scrupolo. E che oggi è, come è giusto che sia, il massimo simbolo della necessità di conservare il nostro mare integro, pulito, e soprattutto…… vivo. Yuri Tiberto Ringraziamo Tiberto per aver rivelato questa bella notizia, ma non possiamo non fare alcune rapide considerazioni su quello che ha segnalato: a) Sull’episodio del Giglio (molto bel documentato fotograficamente, con riferimenti ottici a terra che testimoniavano la esatta localizzazione ed osservato da almeno una mezza dozzina di persone) si mise all’epoca in atto una vera campagna di scetticismo a base di sfottò ed insinuazioni, alimentata anche da Tiberto (con una campagna addirittura negazionista da parte della maggioranza di centro-destra del Giglio) che di tutto fece per alimentare la convinzione che si era in presenza di una “bufala ambientalista” gigliese, anche se il turista autore della importantissima (e studiata) documentazione non era gigliese né risultava iscritto ad una associazione ambientalista e comunque (ancora oggi) sconosciuto a Legambiente; b) E’ singolare quanto si afferma sul testimone dell’episodio di Pomonte (che ringraziamo per la sua preziosa segnalazione) a parere di Tiberto sarebbe più attendibile per la sua “completa estraneità a qualsivoglia interesse politico/ambientale”. Come dire che avere interessi politici (come Tiberto) o ambientali (come noi) significa essere meno seri e attendibili dei cittadini “laici”; c) Tiberto amministratore dell’Ente Parco dovrebbe sapere che mettere la presenza di divieti di balneazione a Montecristo in correlazione con quella specie di “miracolo” che sarebbe una nuova colonizzazione delle acque dell’arcipelago da parte di questo splendido animale è, questa si, una strumentalizzazione politica “preventiva”. Il divieto di balneazione a Montecristo, riserva integrale dal 1971, ha altre motivazioni oltre la passata presenza della foca monaca e non ha nulla a che vedere con l’istituzione dell’Area marina protetta, visto che ha preceduto di decine di anni l’istituzione del Parco nazionale. Comunque fa sempre piacere vedere che ora si ammette che questi meravigliosi mammiferi marini stanno ricomparendo nelle acque dell’Arcipelago Toscano e del Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos, un segnale che le protezioni a mare del Parco funzionano, anche se l’Area marina protetta, prevista fin dal 1982, non è stata ancora istituita. A margine, dobbiamo anche noi una informazione su un avvistamento verificatosi nel maggio 2010, su un altro tratto della costa elbana: al traverso di Punta Pina nel Golfo di Portoferraio: il pinnipede (la cui descrizione era perfettamente compatibile con un esemplare di foca monaca) fu osservato immergersi e riemergere più volte a poche decine di metri di distanza da un portoferraiese che si trovava a bordo di una nave in accosto. Quando avemmo notizia di quanto accaduto, appreso che l’autore dell’avvistamento aveva segnalato il tutto ad un Agente del Corpo Forestale dello Stato, compimmo una breve indagine, dalla quale risultò che in zona alcuni pescatori avevano proprio in quel periodo lamentato “strani” danneggiamenti alle proprie reti, compatibili con la presenza di un predatore capace (come la foca monaca) di strapparle per estrarre il pesce catturato. Decidemmo di mantenere comunque riserbo sulla notizia vista la scarsità della documentazione ma anche per evitare un’altra campagna di “punzecchiature” da parte di qualche “scettico” che evidentemente nel frattempo si è ricreduto, perché la foca monaca è davvero uno strano animale: incredibile se viene avvistato e fotografato di giorno da 6 bagnanti al Giglio, più certo se lo scorge un pescatore di Pomonte sul far della sera.
Foca Monaca Giglio 2009 1