La soluzione in extremis per salvare, almeno parzialmente, i parchi nazionali italiani dal fallimento economico riassume simbolicamente, da sola, le difficoltà dell’anno appena passato per quello che riguarda la conservazione e la tutela della natura in Italia. Ma anche in condizioni normali i problemi non mancavano: alle 23 “perle” naturalistiche del Bel Paese andava comunque meno di quanto occorre per costruire 1000 metri della variante di valico Bologna – Firenze, un’autostrada “tecnica”, ma pur sempre un’autostrada (tutto si potrà dire dei Parchi Nazionali, ma non che siano una spesa rilevante per lo Stato). Spesso si accusano i parchi di essere enti elefantiaci e burocratizzati che inghiottono denari pubblici senza portare in cambio alcunché, come se i fondi attualmente a disposizione fossero tanto ingenti da giustificare uno sfrondamento. Questa immagine è lontana dalla realtà. I 23 parchi nazionali italiani (istituiti con un’ottima legge, la 394 del 1991) ottengono risultati miracolosi e sono un esempio di buon funzionamento della pubblica amministrazione, pur avendo budget inferiori a quelli del servizio giardini di una qualsiasi grande città italiana, personale sottodimensionato e sottopagato, scarse possibilità di controllo reale del territorio e, spesso, strutture e mezzi non adeguati. Nonostante questa situazione, che richiederebbe un aumento consistente delle loro competenze, i parchi favoriscono uno sviluppo economico importante a livello locale e nazionale, non fosse altro che per la certificazione di qualità che danno alle aree su cui insistono, qualità che è il primo elemento di attrazione per chi viene a fare turismo in Italia. Il 33 per cento dei comuni italiani ha il proprio territorio ricompreso in un parco, cifra che sale al 68 per cento se si considerano i comuni sotto i 5.000 abitanti (la maggioranza in Italia): è proprio qui che nasce il connubio fra produzione di alta qualità locale e protezione della natura, che è un’altra carta vincente dei territori tutelati. Trenta milioni di visitatori annuali con un giro di affari stimato fra 1 e 2 miliardi di euro, altro che carrozzoni inutili e spreco di risorse. Spesso si tratta di veri e propri modelli di efficienza e motori di sviluppo, ma – sempre – i parchi nazionali conservano un patrimonio inestimabile della nazione, quello della ricchezza e diversità della vita, con tutti i servizi gratuiti cui nemmeno facciamo caso, dall’acqua all’aria, al cibo o alla protezione da eventi catastrofici: se c’è, per esempio, un argine alla desertificazione nel sud d’Italia, questo lo si deve alle riserve naturali che conservano foresta e zone umide. Un parco migliora la qualità delle esistenze degli uomini e, spesso, reca il valore aggiunto di uno sviluppo economico qualitativo e basato su pratiche eco-sostenibili. Da questo punto di vista l’Italia è custode di una straordinaria varietà di specie animali e vegetali: oltre 57.000 specie animali, più di un terzo dell’intera fauna europea, e 9.000 specie di piante, muschi e licheni, ovvero la metà delle specie vegetali del continente, sono tutelate e conservate soprattutto grazie ai parchi. Tra queste 5.000 sono gli endemismi che rendono unico il nostro ambiente. Ma i parchi italiani sono sotto attacco con qualsiasi mezzo, purché non si limitino i privilegi di chi un certo territorio ha sempre sfruttato per proprio tornaconto. Dove ci sono, si colpiscono le specie-simbolo per attaccare chi è riuscito a far passare la percentuale di territorio protetta nel nostro Paese dal 3 per cento di vent’anni fa a oltre il 10 di oggi. L’obiettivo non dichiarato è quello di tornare all’assalto sistematico del patrimonio naturalistico della nazione. I parchi e le aree protette in Italia sono stati e sono una resistenza alla cementificazione del territorio (il cosiddetto liberismo edificatorio). Sono istituzioni che reggono grazie alla saldezza di una legge nazionale che è ancora più che buona e che, semmai, deve essere applicata meglio, non mutilata. Sono però migliaia i casi di costruzioni abusive ben dentro i parchi e le aree protette. E caccia e agricoltura intensiva tengono infine costantemente sotto assedio il perimetro dei parchi, non permettendo di funzionare come un polmone di ossigenazione di territori più vasti. Il rimedio a questo stato di cose sta evidentemente nell’impegno per la tutela della ricchezza della vita e nel fare in modo che i parchi possano tornare a svolgere in via prioritaria l’attività primaria per cui sono stati creati, conservare e tutelare natura e ambiente. Se poi favoriscono lo sviluppo economico, tanto meglio (è quasi sempre così), ma se ciò non accade vanno finanziati e tutelati lo stesso. Invece si continuano a vedere i parchi solo come imposizione di vincoli a un non meglio specificato sviluppo e ci si oppone a nuove istituzioni come quello del Gennargentu, progettato da anni e mai realizzato. I parchi non si fanno contro la gente, ma, dove esistono le ragioni scientifiche di conservazione, tutelano un patrimonio che travalica le realtà locali e risponde a un interesse generale e a un bene comune che abbiamo il dovere di trasmettere alle generazioni future. Purtroppo quando tira aria di crisi economica il primo a rimetterci è l’ambiente (e, alla fine, l’uomo, tanto per chiarire subito che i due aspetti sono legati), solo che cinquant’anni fa non se ne accorgeva nessuno, e oggi, invece, il consumo di territorio è diventato un’emergenza internazionale che va ben al di là delle cose solo italiane. Insomma, tagli pesanti ai parchi, riduzione dei fondi: il problema per il futuro è trovare modalità di autofinanziamento degne di un parco e che non rendano la natura un bene solo per pochi. Cronaca di un anno difficile Il popolo dei parchi scende in piazza il 23 luglio 2010, per manifestare contro la manovra del Governo. Una scure che si abbatte sul sistema già fragile dei Parchi, causandone la totale paralisi o la chiusura della metà di essi. Un gravissimo colpo alla natura e al turismo d'Italia: fauna, paesaggio, fiumi, boschi e coste negli ultimi 24 paradisi naturali (si pensi a Gran Paradiso, Stelvio, Dolomiti Bellunesi, Foreste Casentinesi, Arcipelago Toscano, Sibillini, Gran Sasso, Abruzzo, Circeo, Cilento, Vesuvio, Gargano e molti altri) saranno di nuovo oggetto di speculazione e sfruttamento indiscriminato. Saranno cancellate anche le politiche ambientali richieste dall'Unione Europea. E ciò, proprio nell'Anno Internazionale della Biodiversità, la cui Strategia Nazionale riconosce il ruolo strategico dei parchi e la necessità di rafforzarli. Tutte le Aree Protette Nazionali, pari a circa il 5% del territorio nazionale, costano oggi 50 milioni di euro, appena un caffè all'anno per ogni italiano. Ma per il Governo, evidentemente, l'ambiente, la biodiversità e lo sviluppo sostenibile, temi strategici a livello mondiale, non valgono neppure questo caffè! Per il 23 luglio le associazioni che rappresentano il mondo dei parchi (direttori, dipendenti, guide, guardia parco, educatori ambientali) e quelle ambientaliste hanno organizzato un sit-in al Ministero dell'Ambiente, per dire NO a un taglio irrazionale e indegno di un paese civile, una grave violazione di diritti costituzionali, comunitari e internazionali; perché è ora di dire basta ai continui attacchi che indeboliscono e screditano istituzioni necessarie e strategiche quali i Parchi. Lo Scrigno dei Tesori naturali d'Italia, che i Parchi non sono più in grado di custodire per le future generazioni, verrà simbolicamente riconsegnato al Ministro Prestigiacomo, chiedendo: 1) che vi sia un effettivo e definitivo (e non solo sulla carta) riconoscimento delle Aree protette quali strumenti fondamentali e irrinunciabili nelle politiche ambientali, 2) che le Aree protette nazionali vengano escluse dal dimezzamento dei contributi ordinari previsto dall'art. 7 comma 24 della manovra economica (D.L. 78/20010) e vengano messi nella condizione di operare per il raggiungimento degli obiettivi strategici e nazionali e comunitari. TAGLI A PARCHI NAZIONALI, TOZZI: «INVITO TUTTI I PRESIDENTI A RIMETTERE IL MANDATO» FIRENZE. LA MANOVRA FINANZIARIA DEL GOVERNO VOLUTA DAL MINISTRO TREMONTI COLPISCE DURAMENTE I PARCHI NAZIONALI CHE SUBIRANNO UN TAGLIO DEL 50% DELLE RISORSE SENZA LE QUALI SARANNO MESSE A RISCHIO BIODIVERSITÀ, TURISMO, SICUREZZA DEL TERRITORIO, POSTI DI LAVORO. GLI APPELLI AL GOVERNO NEI GIORNI PASSATI SONO STATI MOLTI E NELLE FORME PIÙ SVARIATE. VISTO L'INSUCCESSO IL PRESIDENTE DEL PARCO NAZIONALE DELL'ARCIPELAGO TOSCANO MARIO TOZZI, SUGGERISCE DI CAMBIARE STRADA: «INVITO TUTTI I PRESIDENTI DEI PARCHI A RIMETTERE IL MANDATO, A DIMETTERSI. UN GESTO SIMBOLICO PER VEDERE SE SCATURISCE QUALCHE EFFETTO». LA PROPOSTA DI TOZZI È STATA FATTA DURANTE LA CONFERENZA STAMPA DI LEGAMBIENTE IN CUI L'ASSOCIAZIONE HA PRESENTATO IL PUNTO SUI DESTINI DEI TRE PARCHI NAZIONALI TOSCANI (ARCIPELAGO, FORESTE CASENTINESI, APPENNINO TOSCO-EMILIANO). I parchi anche in Toscana rappresentano un'esperienza straordinaria di conservazione della biodiversità, sono meta di nuovi e crescenti flussi turistici e fonte di reddito per chi vi opera direttamente e supporto di un indotto che è sempre più vasto. Semmai c'è da dire che ancora non è stata sfruttata tutta la loro potenzialità soprattutto in termini di ricerca e innovazione. «E' davvero incomprensibile che questo meraviglioso intreccio di natura e cultura sia destinato a scomparire - ha aggiunto Piero Baronti, presidente di Legambiente Toscana- proprio nell'anno internazionale della biodiversità, il governo invece di investire nuove risorse su queste strutture, gli sferra uno schiaffo violento con la manovra economica. In questo contesto- ha concluso Baronti- registriamo come fatto positivo che la Regione Toscana non ha effettuato tagli e ha mantenuto il proprio contributo ai Parchi nazionali». Ma anche su un possibile cambio di scenario con il passaggio delle competenze alle regioni pare ci siano grandi perplessità «La iattura del taglio del 50% delle risorse spettanti va assolutamente evitata- ha ripreso Tozzi- La cosa peggiore di tutte sarebbe che i Parchi nazionali diventassero regionali, allora meglio chiuderli. Enti locali e Regione non sarebbero infatti in grado di gestirli. Io penso che dietro questa manovra ci potrebbe essere un disegno di devoluzione federalista molto ampio ... La natura statale di questi parchi è cosa scontata e riscontrabile anche in altre situazioni internazionali (vedi USA etc.) perché solo a questo livello si possono espletare livelli di tutela adeguati e davvero cogenti» ha concluso Tozzi. Pensando a quello che potrà accadere o non accadere nei territori dei parchi da loro gestiti, anche gli altri presidenti ribadiscono: «Un taglio del 50% non è rigore finanziario! - ha sostenuto Fausto Giovanelli, presidente del Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano- È un'esecuzione sommaria... una condanna di cui non si dà motivazione! L'Italia non risparmia più di quanto ci perda: patrimonio naturale da consegnare alle future generazioni e immagine di qualità nel mondo. Vogliamo un provvedimento correttivo in nome del buon senso e della bellezza Made in Italy- per questo- ha continuato Luigi Sacchini, presidente del Parco Foreste Casentinesi - reclamiamo attenzione nei confronti del ministero dell'Ambiente, affinché questo capitolo di tagli previsto da Tremonti venga finalmente e definitivamente scongiurato». Forse a qualcuno sfugge la reale portata delle conseguenze di questo provvedimento, ma sicuramente tutti comprendono l'esempio decisamente azzeccato che ha portato il presidente di Federparchi Toscana Giuseppe Nardini. «Dimezzare i finanziamenti ai Parchi Nazionali in Italia, nel paese europeo più ricco di biodiversità,così come la manovra economica intende fare, equivale a scegliere deliberatamente di distruggere Piazza della Signoria o abbattere la Torre di Pisa. Una scelta che il Governo deve assolutamente rivedere». FIRENZE. Ma i tagli ai Parchi nazionali nello specifico quali conseguenze porteranno alle strutture toscane? Per quanto attiene il Parco nazionale Arcipelago toscano con un taglio del 50% delle risorse finanziarie sarebbe a rischio la già debole struttura amministrativa- informano dall'Ente parco- Salterebbero innanzitutto le assunzioni definitive di figure essenziali, rispetto ad un personale che è già sotto l'organico previsto, causerebbero effetti pesanti sulla sentieristica dell'Elba (diventata negli ultimi anni il maggior elemento di attrazione del turismo di bassa stagione), metterebbero a rischio grossi progetti come quello Argomarine della durata di tre anni, nato per sviluppare tecnologie innovative per il controllo del traffico marittimo e dell'inquinamento da idrocarburi del mare, per non parlare dei finanziamenti per le boe utili per le immersioni subacquee a Pianosa. Tutte le isole più piccole inoltre rischiano di rimanere sguarnite rispetto alla già difficoltosa sorveglianza a terra e a mare e nel caso di Pianosa potrebbe saltare il controllo del turismo contingentato e tutti i progetti di fruizione sostenibile, con un ritorno agli abusi del passato. Ovviamente si fermerebbero anche importanti progetti come quelli di eco alberghi per valorizzare e migliorare le attività turistiche. La denuncia chiusura o abbandono per i Parchi della Toscana di Tommaso Galgani La manovra del governo taglia del 50% le risorse per i parchi nazionali. Infatti, da 50 milioni di euro si passa a 25. Tradotto: anche in Toscana i parchi nazionali, risorsa per la biodiversità, la sicurezza e il turismo (milioni di visitatori ogni anno), rischiano di chiudere abbondanti pezzi del territorio o di essere abbandonati a se stessi. Aprendo il fianco a possibili speculazioni o aumenti dei costi dei ticket. I presidenti dei Parchi toscani (Arcipelago Toscano, Foreste Casentinesi e Appennino Tosco-Emiliano) minacciano di dimettersi in massa per protesta. «Gli sprechi non sono certo qui: prendiamo 1.450 euro al mese per fare un lavoro impegnativo e delicato», dicono. Da Legambiente arriva un preoccupato allarme: «In questi anni le aree protette sono state in Toscana meta di turismo e volano di attività economiche. È incomprensibile che questo meraviglioso intreccio di natura e cultura sia destinato a scomparire», spiega il presidente toscano Piero Baronti, che registra «come fatto positivo» che la Regione, a differenza del governo, «non abbia tagliato i contributi ai Parchi». Gli fa eco Antonio Nicoletti, responsabile aree protette di Legambiente: «Non basta che il ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo faccia appelli a quello dell’economia Giulio Tremonti affinché riduca i tagli. Bisogna salvare un’esperienza di conservazione della biodicersità». Sulla stessa linea Giuseppe Nardini, presidente di Federparchi Toscana: «Dimezzarci i finanziamenti è come distruggere piazza Signoria a Firenze o abbattere la Torre di Pisa. Il governo ci ripensi». Il presidente del Parco Nazionale Arcipelago Toscano, Mario Tozzi, non usa mezzi termini: «Noi presidenti dei Parchi Nazionali Italiani dovremmo dimetterci in massa in segno di protesta contro il vergognoso taglio del 50% agli stanziamenti per queste strutture, inserito dal governo nella manovra finanziaria. Io così non riesco a garantire una fruizione sostenibile del nostro mare». Quello dell'Arcipelago toscano, spiega Tozzi, ha ricevuto finora circa «2 milioni di euro l'anno, un budget già di per sè insufficiente a consentirci di lavorare al meglio. Se tale stanziamento fosse ridotto della metà, non ci resterebbe altro da fare che chiudere metà delle aree protette, o abbandonarle a se stesse». Il Parco Nazionale Arcipelago toscano si estende per circa 60mila ettari distribuiti su cinque isole: Montecristo, Gorgona, Pianosa, Giannutri e Capraia. Nell’ambito della sua struttura amministrativa lavorano 23 dipendenti. «Con un milione l’anno a disposizione - aggiunge Tozzi - avrei a stento i soldi per pagare gli stipendi: dovrei rinunciare alla manutenzione delle attrezzature, dei mezzi, del sistema radar, forse non riuscirei nemmeno a pagare la benzina delle auto. Evidentemente, o non c’è consapevolezza dei costi di gestione del patrimonio ambientale, o si vuole, in prospettiva, dare mano libera alla speculazione». Altri effetti dei tagli: meno controlli sui sentieri per l’Elba e per la pesca di frodo, turismo di massa a Pianosa, addio ecoalberghi e segnaletica. Situazione simile al Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. I tagli determinerebbero l’impossibilità di indennizzo dei danni da fauna sull’agricoltura, di censire gli animali selvatici, di pagare le funzioni del Corpo Forestale dello Stato. Con il rischio di licenziare dipendenti e di diminuire la sorveglianza. Senza contare le difficoltà per fare manutenzione e organizzare attività culturali e turistiche. «Un quadro desolante e di gravità inaudita. Facciamo un appello al ministro Prestigiacomo», commenta il presidente del Parco Luigi Sacchini. La musica non cambia per il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. I tagli porterebbero via 45 dei 90 progetti oggi garantiti: tra questi, ecoturismo, incentivi alle fonti rinnovabili, manutenzione della rete dei sentieri, strutture per l’educazione ambientale. «Un taglio del 50% non è rigore, è un’esecuzione sommaria. Vogliamo un provvedimento correttivo in nome del buon senso e del made in Italy. Dobbiamo consegnare alle future generazioni un patrimonio naturale che tutti ci invidiano», è la riflessione del presidente del Parco Fausto Giovannelli. FIRENZE fircro@unita.it Mario Tozzi In una pubblica discussione sui parchi della Toscana ho sostenuto una posizione che è parsa fuori dal coro e che vorrei meglio precisare rispetto a quanto riportato, visto che il tempo a disposizione non mi ha permesso di sostanziare il ragionamento. E visto che il vento della polemica strumentale soffia sempre impetuoso. Partivo dalla crisi mondiale, che non è tanto quella che attanaglia i mercati, quanto piuttosto quella che riguarda un mondo che si è ormai lanciato oltre il limite naturale imposto dalla natura alla crescita economica esponenziale. Voglio dire (come ho pure scritto su La Stampa) che qui non si tratta di sovrastrutture economiche, ma della struttura naturale di base, quella stessa che ha reso ricchi i Paesi più forti, ma che è messa in pericolo dagli effetti del cambiamento climatico, dallintegrazione delle nazioni effluenti e dal fatto che nessuna crescita risulta più sostenibile per il pianeta. Mi rendo conto che si tratta di un’espressione forte, ma non è frutto di slancio ideologico, piuttosto di un ragionamento sui dati di fatto che è stato già condotto teoricamente da cosiddetti eco-economisti (per esempio Meadows) ma anche da teorici destrorsi (come de Benoist). E che trova continue prove nelle società industriali avanzate come nei Paesi in crescita. Che ancora non ci si accorga della non pertinenza di una frase contraddittoria come sviluppo sostenibile è, a mio avviso, piuttosto grave, come è grave che non ci si accorga che non sarà mai possibile portare tutti gli abitanti del pianeta al livello di benessere (di spreco) della nazione più ricca. Per la semplice ragione che gli uomini sono sempre di più, le loro esigenze crescono, ma il pianeta resta sempre quello: eccessiva pressione demografica, fine delle risorse e delle fonti energetiche tradizionali, prezzo ambientale elevato da pagare non sono elementi di discussione per circoli ambientalisti, ma la dura realtà con cui tutti stanno per fare i conti. E non si dovrebbe ormai ignorare che, se i poveri del mondo volessero oggi consumare come i ricchi, il pianeta sarebbe già distrutto. Non è un problema tecnologico, visto che, quasi sempre, la tecnologia provoca più problemi di quelli che risolve (e comunque non pu non basarsi anchessa su risorse per definizione esauribili), ma di limiti. E gli uomini non amano il concetto di limite e, anzi, si illudono che non toccherà mai a loro incassare il colpo, ma sempre a qualcun altro, che, in ogni caso, sempre umano sarà. Purtroppo uno sviluppo infinito non è possibile, come non lo è una crescita continua e senza soste del PIL: l’economia è piuttosto un sottosistema della biosfera e quando lespansione economica attacca le basi naturali dellecosistema, si sacrifica un capitale naturale che ha un valore superiore a quello che si ottiene. Si tratta, in ultima analisi, di una crescita che impoverisce invece di arricchire, quasi unantieconomia (come la definisce Herman Daly), da cui qualcuno pu comunque trarre vantaggi, ma per cui tutti gli altri entrano inevitabilmente in sofferenza. E questo succede anche allElba: prima cera una ricchezza diffusa e tutti avevano un orto, magari integravano con la pesca e affittavano due camere o avevano una ristorazione. Oggi la ricchezza tende a concentrarsi nelle mani di pochissimi, spesso stranieri, e gli altri tendono ad andarsene via. Non si comprende che qualunque sottosistema, come quello economico, deve smettere di crescere e sottomettersi, invece, alle leggi che regolano il mondo naturale: uneconomia in crescita perenne è semplicemente unimpossibilità biofisica. Se anche i portatori dinteresse delle realtà turistiche italiane cominciassero a comprendere che il capitale economico non pu sostituire il capitale naturale, forse faremo qualche passo avanti. Se si capisse che le scelte ambientali pur obbligatoriamente di natura politica dovrebbero essere guidate da chiari dati scientifici, sarebbe più facile difenderle contro chi, proprio su basi esclusivamente politiche, vuole spostare sempre più in là la ineludibile fase critica in nome di un piccolo tornaconto personale che fa passare in secondo piano tutto il resto. Così i parchi naturali: se rispondono solo a logiche politiche dipenderanno dalle maggioranze del momento e saranno aiutati dagli uni e screditati dagli altri. Se sono invece vincolati a necessità scientifiche di salvaguardia della natura saranno indifferenti ai cambi di maggioranza e difesi trasversalmente. E eviteranno di trovarsi in difficoltà se non producono reddito: siamo tutti contenti che si facciano soldi sulla protezione della natura, ma la ragione istitutiva dei parchi è sempre quella della conservazione e tutela dellambiente naturale, se vengono gli affari tanto meglio, senn ci si guadagna comunque in qualità dellambiente. Finalmente un valore di fronte a tanti prezzi. MT Ottimismo finale La situazione dei parchi da allora è radicalmente mutata soprattutto dopo l’incontro pubblico organizzato da Federparchi assieme ai presidenti dei parchi nazionali con il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiamo in data 9 novembre 2010. Nei giorni che hanno preceduto la pubblicazione dell’articolo non mi sono stati chiesti aggiornamenti in merito. La posizione attuale di Federparchi è radicalmente cambiata come dimostra il comunicato della conferenza del 9 novembre che era stato fornito al giornalista. L’azione portata avanti finora da Federparchi, dal ministro Prestigiacomo e da numerosi parlamentari di maggioranza e d’opposizione, tra i quali il senatore D’Alì e l’onorevole Realacci, ha portato, per il momento, a ridimenzionare considerevolmente il paventato taglio. Stiamo continuando a lavorare per migliorare ulteriormente il risultato raggiunto. 9 Dicembre 2010 “L’approvazione della legge di bilancio, che attribuisce 130 milioni di euro in 3 anni per il pagamento del personale degli enti parco, assicura ai parchi nazionali italiani la sopravvivenza”. È quanto dichiarato dal presidente di Federparchi-Europarc Italia, Giampiero Sammuri, che ha poi aggiunto: “La battaglia che noi di Federparchi assieme al ministro Prestigiacomo e a deputati e senatori di maggioranza e opposizione, tra questi il senatore D’Alì e l’onorevole Realacci, ha dato un primo risultato ma non una piena vittoria. Siamo certi che la fruttuosa collaborazione instaurata in questa occasione con il ministero dell’Ambiente possa portare in futuro importanti novità per il sostentamento e lo sviluppo del sistema dei parchi italiani”. In occasione di quell’incontro il Presidente Tozzi ha avuto modo di rinsaldare definitivamente i rapporti con il Ministero dell’Ambiente che erano stati anche burrascosi in passato. Con il Ministro c’è oggi una buona identità di intenti e di vedute. I risultati del 2010 Organi del Parco: Consiglio Direttivo A dicembre 2009 è stato nominato Vice Presidente il Consigliere, Angelo Banfi, nomina che ha permesso tra l’altro di rendere nuovamente operativa la Giunta esecutiva che sarà integrata a pieno regime a breve. Il Ministero dell’Ambiente ha trasmesso a febbraio 2010 i decreti di nomina per l’insediamento formale e la reintegrazione del Consiglio Direttivo: Tiberto, Ricci Romano e Mattera. Il Consiglio Direttivo a pieno regime nel 2010 ha approvato n 42 delibere in 7 sedute. Comunità del Parco La Comunità del Parco è un organo che non esiste più da un anno. Non si riunisce dal 24 novembre del 2009, non è stato ancora eletto il Vice Presidente ed è fermo il piano di sviluppo socio economico oltre che tutti i pareri obbligatori sui bilanci dell’ente. Nel dettaglio è mancato : 1) parere sul conto consuntivo 2008 è stato espresso nella seduta del 24 novembre, ma non è stato 2) parere di competenza su Bilancio di previsione 2010: questo era nella convocazione del 15 marzo, a cui il Presidente non si è presentato. Il parere non è stato formulato 3) conto Consuntivo 2009- serve ancora il parere di competenza, Atti del Direttore: ad oggi sono quasi 800 CONCORSI PER ASSUNZIONI ENTRO IL 2010 L’Ente ha espresso grande impegno per poter arrivare a bandire i concorsi del personale pur con grandi difficoltà in mancanza di indicazioni precise dai Ministeri vigilanti. Sono in corso di svolgimento le prove per i 4 concorsi indetti. Tre riguardano l’assunzione di 3 C da assegnare: Ufficio Ragioneria, Ufficio Tecnico per Lavori, Ufficio Tecnico per Progetti e Finanziamento. Il B verrà assegnato solo a seguito della conferma della effettiva possibilità di assunzione. Si ricorda che l’Ente ha dimostrato di avere effettuato un risparmio nel 2010 di una somma corrispondente alla spesa del 10% del personale (circa 90.000 €) che dovrebbe evitare il taglio delle assunzioni. Tale risposta non è ancora pervenuta per cui rimane in stallo la procedura di mobilità in entrata e l’assunzione del B. I Piani del Parco Il Piano del parco è vigente ed è stato recepito da tutti i comuni dell’Arcipelago ora stiamo lavorando per il Regolamento, documento molto importante che deve disciplinare le attività consentite entro il territorio del Parco. E’ stato affidato l’incarico per la redazione del Regolamento del Parco e per il Piano ecoturismo a uno studio specializzato e i professionisti stanno lavorando a stretto contatto con gli uffici per rielaborare le regolamentazioni integrandone le lacune e semplificandone i dispositivi. Per il Piano dell’ecoturismo sono già state raccolte le schede coordinate dalla Faita e Ass.ne Albergatori per le strutture ricadenti entro il perimetro dell’area protetta. Il Parco ha portato a compimento quest’anno il Piano AIB per l’antincendio boschivo. Enfola sede del parco dall’ 8 marzo 2010 La sede. Il Parco Nazionale Arcipelago Toscano ha sede nell’ex Tonnara dell’ Enfola. Quello che rimane oggi visibile è soltanto l’Arsenale che caratterizzava il complesso della Tonnara dell’Enfola. Costituiva il corpo principale del fabbricato dove si svolgevano alcune fasi della lavorazione del tonno e in inverno venivano deposte le imbarcazioni, le reti e i cavi che costituivano l’intera tonnara. La facciata dell’Arsenale e i locali annessi, compresa una piccola cappella, il magazzino e la baracca regia, hanno subito nel corso degli anni continui deterioramenti e modifiche. Dal 1999 è stato messo in atto un processo di restauro dell’Ex Tonnara dell’Enfola. Nel 2010 sono stati completati gli ultimi lavori di riqualificazione e messa in sicurezza dell’intera struttura. Il lungo processo di recupero storico dell’edificio si è concluso con la concessione al Parco Nazionale Arcipelago Toscano, che né ha preso pianamente possesso nel mese di Marzo. Radar a Pianosa Il 2010 ha visto, come da prassi consolidata negli anni, il protrarsi della collaborazione tra la Capitaneria di Porto di Portoferraio e l’Ente Parco Nazionale Arcipelago Toscano per il controllo e la vigilanza dell’area naturale marina di interesse nazionale dell’Isola di Pianosa, cosi come da Convenzione del Luglio 2008 inerente il monitoraggio antinquinamento ed il potenziamento delle attività per la sorveglianza nelle aree marine protette e da Convenzione dell’Agosto 2010 per il pattugliamento. La vigilanza della Capitaneria di Porto è stata attuata attraverso il sistema di sorveglianza radar interfacciato con sistema AIS presso la Sala Operativa di Portoferraio ed il pattugliamento dell’area, intensificato nei mesi estivi, della dipendente M/V CP 553. Il sistema radar consente un raggio di osservazione utile di 20/30 miglia a giro d’orizzonte intorno all’Isola, emettendo automaticamente allarmi visivi ed acustici al momento dell’ingresso di qualsiasi unità entro un miglio nautico dalla costa. Ad oggi la presenza di tale sistema di monitoraggio continua ad essere un ottimo deterrente al transito nella fascia di mare protetta, infatti il sistema di allarme si è attivato per 11 volte facendo scattare il dispositivo di intervento. Le avarie al sistema sono state 2, prontamente riparate dalla società incaricata della manutenzione. Allo stato attuale il sistema risulta comunque efficace per una prima risposta ai tentativi di intrusione dei pescatori di frodo. Le ore di pattugliamento pianificate nell’arco di tutto l’anno sono state notevolmente incrementate nei mesi di Luglio, Agosto e Settembre quando la Motovedetta CP 553 è stata dislocata in pianta stabile presso l’isola, a seguito del previsto incremento di tutte le attività connesse alla stagione estiva. L’unità è stata impiegata per un totale di 320 ore di navigazione percorrendo 2150 miglia. Sono stati elevati 20 verbali amministrativi connessi alla nautica da diporto per transito non consentito nell’area marina di interesse nazionale. Tale dato, confrontato con quello del 2009 (30 verbali elevati) ha evidenziato un calo di 10 infrazioni. In più di un’occasione, i diportisti verbalizzati, soprattutto stranieri, hanno lamentato la non conoscenza del divieto di attraversamento delle acque interdette. La presenza di personale e mezzi del Corpo in zona, unitamente all’utilizzo del radar/AIS, ha sicuramente costituito uno strumento di deterrenza e controllo non indifferente anche nei confronti dell’attività di pesca, ponendo in essere una sostanziale diminuzione rispetto agli anni precedenti degli illeciti collegati a tale fattispecie. Ne sono dimostrazione gli unici due illeciti penali riscontrati per il posizionamento in zona vietata di 300 mt di tramaglio e di un palangaro da 50 ami, con relativo sequestro e denuncia all’autorità Giudiziaria contro ignoti. Progetto Argomarine Si è concluso il primo anno di attività con il meeting del progetto che si è tenuto ad Atene. I risultati sono stati positivi: -realizzazione del primo prototipo di naso elettronico in grado di annusare le esalazioni dal petrolio in mare. Verrà installato su alcune boe in prossimità di punti sensibili (costa di Fetovaia, baia di Portoferraio) per una fase di test -sviluppo di un modello matematico sulla circolazione dei venti e delle correnti nl tirreno, che ha portato risultati sorprendenti: la presenza di un vortice di circolazione locale localizzata nella zona tra la Corsica e il sud dell’isola di Capraia, che provoca una circolazione locale dei rifiuti e del petrolio sversato (trash vortex) e privilegia accumulo nella zona di mare a sud, tra l’Elba, Pianosa e Montecristo. Questo sembrerebbe spiegare la frequenza ricorrente dei fenomeni di spiaggiamenti di petrolio nella costa sud dell'isola -la raccolta di dati storici dell'inquinamento del tirreno e l'analisi delle rotte petrolifere. Questo importante risultato ha prodotto dati che saranno a breve resi disponibili su di un portale web per studiosi ed autorità Per quanto riguarda le attività dui comunicazione il Progetto è stata presentato nel mese di settembre all’EXPO di Shanghai nell’ambito di un seminario sulla gestione delle aree protette e tecnologie per la protezione della biodiversità presieduta dal Presidente Tozzi nell’ambito del programma di cooperazione e sviluppo Italo cinese. Il Presidente Mario Tozzi all’Expo di Shanghai per rappresentare i Parchi nell’incontro Cina-Italia sulla Biodiversità. Il 13 settembre il presidente del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, Mario Tozzi ha partecipato a Shanghai all'Expo 2010 International Semirar " Management of Protect Area and Tecnology for Biodiversity Protection", dove ha rappresentato l'Italia in qualità di Presidente del Parco. Cina e Italia hanno discusso di "Gestione delle aree protette e la tecnologia per la protezione della biodiversità" in un'iniziativa è organizzata dalla direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo del ministero degli esteri e dalla Commissione italiana per l'Expo. Il tutto in preparazione della Cop di Nagoya della Convezione sulla biodiversità (Cbd) e per creare scambi tra gli esperti del settore cinesi e italiani e stabilire o mantenere i programmi di cooperazione per il trasferimento tecnologico delle conoscenze. Durante l'iniziativa sono state presentate iniziative dei due Paesi per rilanciare il concetto di uso sostenibile della biodiversità e per la tutela delle specie e la gestione delle aree protette. La Cooperazione italiana ha voluto organizzare l'evento sia per consolidare e sviluppare gli ottimi rapporti tra Italia e Cina sul versante della protezione ambientale sia per celebrare il 2010, dichiarato dalle Nazioni Unite come anno internazionale della biodiversità, ispirandosi anche al fatto che il tema dell'Expo è "Migliore città, migliore vita". La prima sessione sarà la tavola rotonda "Il ruolo delle aree protette per lo sviluppo sostenibile" presieduta da Mario Tozzi.. Il seminario proseguirà con "Le riserve naturali e i parchi nazionali: tecnologie e know how", presieduto da un funzionario del ministero delle finanze di Pechino. La terza e ultima sessione dei lavori sarà dedicata a "Gli ecosistemi marini: minaccia alla conservazione", presieduta ancora da Tozzi. SINTESI DEGLI EVENTI DEL PARCO 2010 Nel corso del 2010 nelle isole dell’Arcipelago Toscano si sono svolti diversi programmi di iniziative rivolte a turisti e residenti che hanno riguardato escursioni per la conoscenza del territorio del Parco ed incontri su temi di interesse naturalistico in occasione dell’anno internazionale della Biodiversità. Il Festival del Camminare si è svolto nella primavera dal 2 aprile al 10 maggio, nell’ambito del più allargato progetto del Walking Festival della Costa di Toscana che ha coinvolto anche i Parchi Regionali, la Provincia di Livorno e l’APT. Nel Festival del Camminare il Parco ha organizzato circa 80 escursioni gratuite durante i fine settimana, coinvolgendo oltre 140 aziende del territorio che hanno collaborato organizzando oltre 50 eventi che hanno arricchito il calendario delle iniziative e proponendo sconti particolari e promozioni per l’accoglienza turistica. Tra gli eventi più significativi del Festival si ricorda la giornata inaugurale all’Enfola con la sigla del protocollo d’intesa con Slow Food, la Sagra dei Sapori dell’Arcipelago Toscano a Capraia, la Giornata Ecologica e il concerto del 1° maggio al Giglio. Nel 2011 il Festival del Camminare si svolgerà a primavera a partire dalle vacanze pasquali dal 21 aprile al 1° maggio La Festa dei Parchi si è svolta dal 21 maggio al 5 giugno con un calendario di 15 appuntamenti ed escursioni guidate rivolte al pubblico per ricordare il giorno in cui, il 24 maggio dell'anno 1909, venne istituito in Svezia il primo parco europeo. Il programma è stato realizzato con il contributo della Regione Toscana. L’Estate nel Parco, il programma di appuntamenti della biodiversità nell’Arcipelago Toscano che ha riguardato oltre 30 iniziative, tra cui passeggiate dalle Case del Parco di Marciana e Rio nell’Elba, escursioni guidate a Pianosa, la mostra di pittura “Luoghi nascosti e itinerari”, appuntamenti serali nelle piazze delle località elbane per parlare di natura e biodiversità oltre alle Olimpiadi dei Sapori dei Parchi, una gara tra i prodotti dei Parchi Nazionale che ha visto tra i vincitori due prodotti dell’Arcipelago: le orate della maricoltura di Capraia e la Schiaccia briaca dell’Elba. Le passeggiate d’autunno sono state una sorta di prosecuzione delle iniziative estive ed hanno riguardato escursioni guidate nel fine settimana sui sentieri elbani con la collaborazione delle Case del Parco di Rio nell’Elba e Marciana. Infine il programma Walk Italy Coast, in collaborazione con la Regione Toscana e Federparchi, che si è svolto a fine ottobre con un calendario di escursioni guidate all’Elba ed a Capraia in occasione della Sagra del Totano. REALIZZAZIONE INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE E MESSA IN SICUREZZA DELLA RETE SENTIERISTICA DELLE ISOLE RICOMPRESE NEL PERIMETRO DEL PARCO NAZIONALE DELL’ARCIPELAGO TOSCANOCON INSTALLAZIONE DI NUOVA CARTELLONISTICA E REALIZZAZIONE NUOVA CARTA CON GEOREFERENZIAZIONE DEI TRACCIATI Il Por è il programma operativo elaborato da parte della Regione Toscana a valere sul fondo strutturale dell’unione Europea che si occupa di competitività regionale e occupazione fino al 2013. Il programma elenca cinque priorità e la sostenibilità ambientale è al secondo posto. Il progetto “Sentieri dell’Arcipelago Toscano” rientra nella linea di finanziamento 2.2.relativa agli interventi finalizzati all’implementazione di infrastrutture ed investimenti produttivi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile nell’ambito delle aree protette. Recentemente anche a seguito delle precipitazioni atmosferiche dello scorso inverno alcuni sentieri risultano ostruiti o difficilmente percorribili ostacolando una fruizione del territorio particolarmente apprezzata da escursionisti e visitatori che si recano in vacanza nelle isole dell’Arcipelago. Attraverso gli interventi di riqualificazione ambientale e messa in sicurezza della rete sentieristica, il patrimonio storico, fatto di antiche vie e percorsi che nel passato costituivano le uniche vie di comunicazione per le comunità locali sarà ripristinato. A completamento degli interventi verranno realizzate delle nuove aree attrezzate e installata nuova cartellonistica descrittiva. Il tutto in plastica riciclata per sperimentare all’interno di un parco la filosofia del “second life delle cose”. Per concludere sarà quindi editata una nuova carta dei sentieri con georeferenziazione dei tracciati e illustrazioni didattiche da poter utilizzare su netbook, palmari e smartphone. QUADRO ECONOMICO DI SPESA Indicazione delle principali categorie 1) Oneri di progettazione, DL e collaudo € 20.000,00 (max 15% - 0.03%) 2) Opere di messa in sicurezza e riqual. amb.le € 390.000,00 3) Fornitura e posa in opera di cartellonistica e realizzazione nuove aree attrezzate € 120.000,00 (max 35% - 22%) 4) Georeferenziazione dei tracciati € 10.000,00 __________ Totale € 545.000,00 al netto di IVA Totale comprensivo di ogni onere € 650.000,00 Volontariato Progetto Pollicino Il progetto Pollicino nasce da una specifica volontà di creare, alla luce delle attività svolte da altri Parchi Nazionali iniziative che possano coinvolgere il settore del volontariato, ed in vista del 2011 (Anno Europeo del Volontariato ), di creare opportunità per impiegare volontari per l’attuazione di attività educative, dimostrative della cura del territorio. Il progetto si è sviluppato inoltre dalle istanze e dai bisogni del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e dell’intero territorio, quali le richieste della manutenzione della rete sentieristica da parte di escursionisti, guide, operatori turistici in genere e da tutti coloro che si sono resi conto dell’importanza dell’escursionismo e dell’esistenza di una rete sentieristica per le sue finalità didattiche ed educative, dirette ad una migliore conoscenza, valorizzazione e quindi protezione dell’ambiente naturale, nonché per le attività ecoturistiche così rilevanti per il territorio dell’Arcipelago ed ai fini del riconoscimento delle forme di turismo ecosostenibile, e quindi ai valori promossi e sostenuti dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. L’impegno dedicato all’operazione ed i risultati ottenuti sono sinteticamente riassunti nella tabella. Tabella Riassuntiva relativa al progetto “Operazione Pollicino” Inizio Progetto Pollicino Dicembre 2009 (Prima Uscita [interna] con personale Pnat 2/12/2009) (Prima uscita con volontari12 /12/2009) Uscite sui sentieri effettuate nell’ambito del Progetto Pollicino 20 Iscritti al progetto di Volontariato 23 Partecipanti effettivi agli interventi 20 Numero medio partecipanti per ogni singola uscita 3/4 persone più coordinatore Pnat “Giornate lavoro” guadagnate grazie all’intervento dei volontari circa 70 Segni a pittura Bianca e Rossa effettuati Oltre 170 Km di percorsi segnati circa 65 km I risultati appaiono più che soddisfacenti in quanto sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati, tra i quali il fondamentale risulta l’effettuazione della segnaletica a pittura, con ben 65 km di sentieri marcati. Non si tratta ovviamente della totalità dei percorsi che richiedono interventi ma si tratta sempre di una porzione considerevole. Si è raggiunta anche una certa fidelizzazione dei volontari e soddisfazione per le operazioni eseguite tanto che alcune delle persone con maggior tempo libero disponibile hanno manifestato più o meno direttamente richieste di poter continuare l’iniziativa intrapresa insieme al Pnat. Operazione trasparenza Sito istituzionale è stato arricchito con tutti gli atti del Consiglio e della Direzione oltre che della modulistica necessaria all’utenza. A partire da gennaio l’intero albo pretorio sarà online e sostituirà completamente quello cartaceo. A breve sarà attivato un vero e proprio ufficio relazioni al pubblico per migliorare la comunicazione istituzionale e arricchire l’attività dell’ente con momenti di incontro e di ascolto con i cittadini Interventi sulle isole minori BOE A PIANOSA A seguito di un incontro svoltosi presso il Comune di Campo con i consiglieri Mazzantini e Tiberto si è ipotizzato un percorso operativo che dovrebbe far avviare in fase sperimentale la collocazione di boe per i diving nella stagione 2011. Si farà un bando per l’assegnazione di tutti i compiti operativi preliminari, di monitoraggio, di gestione. Nel CD di gennaio si dovranno approvare le linee guida per l’attivazione di tale servizio. VILLA LITERNO Il giorno 1.12.2010 vi è stato un incontro positivo con i vertici della Soprintendenza per concludere i lavori della rete fognaria e programmare l’apertura nel 2011. Il passo imminente è l’approvazione del progetto in conferenza dei servizi. Le somme pervenute dal Ministero Ambiente sono già state incassate mentre è difficoltoso il recupero delle somme stanziate a suo tempo dalla Regione Toscana. La trattativa per il recupero di tale contributo è in fase di stallo per l’imminente allontanamento dal servizio degli attuali dirigenti del Servizio Parchi. Per quanto poi attiene all’apertura si dovrà formulare un piano operativo in collaborazione con altri soggetti. IMMOBILI E TERRENI A GIANNUTRI Il CD ha deliberato per farsi trasferire le somme in capo al Ministero dell’ambiente per riqualificare tutte le strutture del CTA CFS utilizzando i fondi che dovevano servire per sistemare i 4 manufatti di scarso valore immobiliare, 3 dei quali gravati da evidenti problematiche di abusi edilizi a Giannutri. L’ex palazzina Enel, che non necessità di sanatoria, potrebbe essere subito riqualificato per la sede del CTA. L’attività di vigilanza del Ministero competente sulle delibere del Parco non ha avuto nulla da eccepire sull’atto ma non ha contestualmente disposto il trasferimento delle somme per cui, non si può procedere ad iscrivere tale somma tra le Entrate e non si può avviare il procedimento. GORGONA Dopo numerosi rinvii in data 7.12.2010 il Comune di Livorno (Vice sindaco Toncelli) ha convocato l’incontro per la definizione delle modalità di fruizione e per le questioni relative alla convenzione per la realizzazione degli interventi di difesa del suolo cofinanziati dal PNAT per € 90.000 in base alla delibera di riprogrammazione del 2008. Tale incontro si svolgerà il 29 dicembre a Livorno in due distinti appuntamenti per i due argomenti. ACQUISTI FONDIARI E IMMOBILI La convenzione sottoscritta con l’agenzia delle Entrate ha portato alla perizia per la valutazione della spesa che l’Ente deve sostenere per l’acquisto dell’immobile di Marciana, per una sede distaccata dell’Ente; per il complesso delle dune di Lacona e i manufatti collegati per la realizzazione del terzo centro Visite del Parco. Il passo immediato è di conferire con i nuovi dirigenti del Ministero dell’Ambiente per valutare le modalità per effettuare i compromessi per l’acquisto e anticipare i relativi corrispettivi, sulla base degli accordi già intercorsi. L’incontro è previsto per il 15.12 a Roma con il dr. Grimaldi. Il giorno 7.12 abbiamo avuto la notizia che il referente ministeriale che aveva seguito tutta l’operazione viene sostituito da un altro dipendente dal 10.12 p.v. con il quale si tratterà pertanto di avviare una fase informativa preliminare. FRUIZIONE DELLE ISOLE MINORI Il sindaco Segnini ha scritto che intende muoversi per fare una linea di collegamento per Pianosa. Si attendono esiti e specifiche. Sarà necessario comunicare che il booking on line non si riprende dal 1.1.2011??? ASSEGNAZIONE DI MONTECRISTO AL PARCO E’ stata inviata una nota dal Ministero che comunica la fase di passaggio delle Riserve Statali ai Parchi Nazionali. Oggi sono gestite da personale fondi del Ministero delle Risorse Agricole. Quanto costa gestire Montecristo? La richiesta inviata all’UTB di Follonica non ha permesso di avere una risposta perché i superiori di Vagniluca hanno scritto che tratteranno l’argom,ento direttamente con il Ministero. Il giorno 15.12 a Roma vi è l’incontro con tutti i direttori dei parchi interessati. SENTIERISTICA Si sta evidenziando come area di lavoro prioritaria per la gestione a) PROGETTO STRAORDINARIO TRIENNALE POR (600.000 € IVA inclusa per tre anni) b) ADOTTA UN SENTIERO – molte richieste dal mondo degli albergatori c) VOLONTARI E CURA DEL TERRITORIO – corso per manutentori all’Enfola con personale interno e dell’UCAT e CTA d) ACCORDI CON COMUNI – trattative con Comune di Marciana e Comune di Campo e) RAPPORTI CON LE SCUOLE – iniziativa con Comune di Marciana e Rete di Scuole Outdoor e istituti scolastici elbani f) RAPPORTI CON I COMUNI DELLE ISOLE MINORI – PSRS al Giglio, Sentieri del Vino, ecc. – prosecuzione attività a Capraia g) CARTELLONISTICA – raccordo con progetti UCAT INFOPARK E’ opportuno verificare se sarà possibile proseguire la convenzione con APT stante le recenti evidenze sulla permanenza di tale struttura. Si propone un utilizzo oreintato a valorizzare il rapporto con el aziende del territorio (gruppo dei produttori a Km Zero, ecc.) Gestione delle specie problematiche Ungulati Il PNAT ha affrontato in modo ancora più determinato quella che è risultata una delle questioni maggiormente sentite da parte dei cittadini dell’Arcipelago: la proliferazione incontrollata di cinghiali e mufloni. I risultati ottenuti continuano ad essere incoraggianti , in linea con gli interventi condotti nel 2008 e nel 2009. Nel 2009 il Parco Nazionale si è impegnato notevolmente nel contenimento delle popolazioni di cinghiali e mufloni all’Isola d’Elba ottenendo buoni risultati: circa 1400 gli ungulati prelevati. Detto impegno è riconducibile altresì alla diminuzione del numero di richieste di risarcimento per danni arrecati alle colture in atto o alle opere, passato dai 14 eventi del 2009 ai 10 del 2010, e al decremento delle somma indennizzate: da circa 8310 Euro nel 2009 a 3430 Euro. Gli interventi, realizzati sulla base di piani di prelievi approvati dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, sono stati realizzati mediante catture e abbattimenti con selecontrollori e personale istituzionale. Nonostante la diminuzione del periodo di cattura, il trappolamento si conferma essere il metodo di prelievo che assicura maggiore efficacia nel ridurre il numero di cinghiali presenti nel territorio del Parco (catturati oltre 900 capi). Cinghiali prelevati all’Isola d’Elba Anno abbattimenti Catture TOTALE braccate selecontrollori Personale istituzionale 1997 125 0 0 0 125 1998 139 0 0 45 184 1999 250 0 0 287 537 2000 178 0 7 291 476 2001 0 0 3 324 327 2002 197 0 73 145 415 2003 394 0 0 246 640 2004 77 0 69 0 146 2005 0 0 82 298 380 2006 0 0 92 357 449 2007 0 0 39 709 748 2008 0 67 4 716 787 2009 0 187 11 871 1069 2010 0 181 19 937* 1137* * 25 capi sono stati prelevati con trappole ubicate esternamente al territorio dell’area protetta Mufloni prelevati all’Isola d’Elba Anno abbattimenti Catture TOTALE selecontrollori Personale istituzionale 2008 64 99 0 163 2009 115 126 188 429 2010 53 70 132 255 Mufloni prelevati al Giglio dove vige un piano di eradicazione della specie di consistenza minima stimata pari a 20 – 30 capi. Anno Abbattimenti con Selecontrollori 2008 2 2009 17 2010 2 Cornacchia Grigia Presso l’Isola di Pianosa sono in corso interventi per l’eradicazione della Cornacchia grigia ritenuta una minaccia per altre specie di avifauna tutelate a livello internazione. Le campagne di prelievo condotte con abbattimenti ad opera di personale istituzionale e catture sono iniziate nel 2008. La consistenza stimata della popolazione è stata ridotta nel corso di due anni a circa la metà. In tabella sono riportati i dati di prelievo. Anno Catture Abbattimenti TOTALE 2008 0 45 45 2009 91 5 96 2010 52 0 52 Gatti rinselvatichiti Presso l’Isola di Pianosa continua il controllo della popolazione di gatti rinselvatichiti mediante catture incruente, sterilizzazione e successivo trasferimento presso colonie feline. Il gatto rappresenta infatti un predatore alloctono in grado di interferire con il successo riproduttivo di svariate specie di uccelli. Le attività sono iniziate nel 2005 per proseguire tutti gli anni con brevi campagne di controllo; complessivamente sono stati rimossi dall’Isola ben 88 gatti di cui 12 quest’anno. Lo Stagnone di Capraia In Agosto sono iniziati gli interventi per la riqualificazione dell’area umida “Lo Stagnone” a Capraia, unico specchio d’acqua dell’intero Arcipelago. Il piccolo lago era infatti completamente invaso da vegetazione infestante, con il rischio di perdita delle comunità vegetali a animali associate a questo particolare habitat. Già nel 2009 era cominciata la raccolta di esemplari di flora per disporre di sufficiente materiale biologico da reimmettere nell’area a termine dell’intervento di recupero, che prevede l’asportazione delle parti epigee e dei rizomi delle tife infestanti. Al momento i lavori sono stati interrotti per le intense piogge degli ultimi mesi, ma riprenderanno con la prossima estate, quando l’invaso sarà di nuovo asciutto. Si prevede la conclusione dell’intervento in autunno 2011, anche se la fase di monitoraggio potrà estendersi agli anni successivi. I progetti scientifici del Parco Dopo Argomarine, e Momar sul monitoraggio Marittimo attualmente in corso di svolgimento, sono stati attivati progetti per il controllo delle specie alloctone E’ stato avviato il progetto finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito dello strumento finanziario Life+, “Montecristo 2010: eradicazione di componenti floro -faunistiche aliene invasive e tutela di specie e habitat nell’Arcipelago Toscano”. Il beneficiario coordinatore è il Corpo Forestale dello Stato, gli altri partner sono l’ISPRA e la società Nemo. Il Parco Nazionale, responsabile per lo svolgimento di azioni pari ad un valore di 505.538 Euro, coordina le attività di eradicazione del ratto nero dall’Isola di Montecristo e delle specie alloctone vegetali dall’Isola di Pianosa. Obiettivo generale è la rinaturalizzazione delle due Isole, oltre alla protezione di un procellariforme mediterraneo, la berta minore. Le operazioni sono iniziate con la realizzazione di studi preliminari e con l’acquisto di attrezzatura e strumentazione. La maggior parte degli interventi di eradicazione saranno effettuati nel corso dell’anno 2011, mentre la fine del progetto è prevista nel 2014. Grazie a un progetto di cooperazione transfrontaliera, “Cooperazione delle Reti ecologiche nel Mediterraneo – CoREM” nell’ambito del Programma Operativo Italia-Francia “Marittimo” 2007-2013, potranno essere sviluppate linee guida per il controllo e la gestione delle specie alloctone animali e vegetali. Il progetto, attivato lo scorso aprile, prevede la partecipazione di un ampio partenariato con capofila l’Assessorato delle Difesa dell’Ambiente della Regione Autonoma della Sardegna, ed ha un budget complessivo di 6 milioni di Euro. Avrà durata di tre anni e riguarderà diversi aspetti di governance di sistemi di aree protette della Rete Natura 2000 in Liguria, Corsica, Sardegna e Toscana. L’obiettivo generale prevede la condivisione e lo scambio di metodologie e buone prassi gestionali dei siti della rete ecologica. Il Parco Nazionale è impegnato sul fronte della lotta alle invasioni delle specie aliene con la predisposizione di particolari protocolli di intervento e di risposta rapida, nonché di ripristino di siti degradati in seguito alla presenza di tali specie. Il lavoro è appena iniziato e prevederà la spesa in un triennio di 179.800 Euro. Altri progetti per la tutela della biodiversità Continua la conduzione di progetti cofinanziati dalla Regione Toscana per la tutela e l’incremento delle conoscenze su alcuni gruppi di invertebrati dell’Arcipelago, le falene ed i molluschi. Le prime, considerate buoni indicatori ambientali, rappresentano un gruppo estremamente diversificato le cui origini ed evoluzione sono ancora per lo più sconosciute; tra i molluschi terrestri invece esistono specie e sottospecie endemiche la cui conservazione è ritenuta prioritaria nella strategia di tutela della biodiversità. Infine, proprio in novembre, si è conclusa una campagna di inanellamento a Pianosa, con risultati soddisfacenti e che si aggiungono a quelli già ottenuti in precedenza sulla stessa Isola e in altre zone dell’Arcipelago. Il prossimo anno saranno costruiti alcuni nidi per favorire l’insediamento di coppie di Falco pescatore, recentemente reintrodotto nel Parco della Maremma e con una popolazione ormai stabile in Corsica. Con tale intervento si spera che il rapace, ormai da tempo non nidificante nell’Arcipelago, possa ritornare a Montecristo. Il progetto sarà realizzato con la collaborazione della Riserva Naturale della Scandola della Corsica e dello stesso Parco Regionale della Maremma. Nell’ambito del Progetto Corem è stata attivata una collaborazione con istituti universitari toscani per la valutazione degli hot spot di biodiversità marina dell’Arcipelago; il lavoro, appena iniziato, dovrà condurre alla realizzazione di un data-base georeferenziato che evidenzi le aree più significative in senso conservazionistico delle acque che circondano le Isole Toscane. I risultati da ottenere nel prossimo triennio saranno complementari a dati già in fase di raccolta nell’ambito del progetto BIOMART, e potranno essere un punto di riferimento per l’impostazione di una gestione razionalizzata delle risorse dell’area protetta a mare nel Parco Nazionale Arcipelago Toscano. Complessivamente sono destinati alle attività 223.300 Euro. L’ATTIVITA’ DEL COORDINAMENTO TERRITORIALE PER L’AMBIENTE DI PORTOFERRAIO DEL CORPO FORESTALE DELLO STATO NELL’ANNO 2010 Incendi boschivi e protezione civile Dal punto di vista della prevenzione e repressione degli incendi boschivi nel corso dell’anno 2010 si sono verificati complessivamente n. 6 episodi di incendi o principi di incendio nel territorio dell’Arcipelago Toscano considerando sia la superficie ricompresa all’interno dei confini del Parco Nazionale che quella esterna. La superficie complessiva andata a fuoco risulta pari ad appena 0,50 ettari, di cui 0,43 boscati. Tra questi rientra anche un evento da cause naturali verificatosi in comune di Campo nell’Elba e causato da un fulmine. In analogia con gli anni più recenti, durante i quali si è verificata una notevole riduzione del numero di eventi e delle superfici percorse andate a fuoco, anche nel 2010 la stagione A.I.B. si è dimostrata particolarmente soddisfacente. Il conseguimento di tali risultati risulta dovuto, in notevole misura, al livello di organizzazione e di coordinamento tra i vari enti e soggetti competenti in materia (Corpo Forestale dello Stato, Vigili del Fuoco, Provincia di Livorno, Unione dei Comuni, Comuni ed Associazioni del volontariato) in attuazione di quanto previsto dalla vigente normativa nazionale e regionale, nonché nei piani operativi antincendi boschivi delle Province di Livorno e Grosseto, e del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Al fine di garantire una vigilanza aggiuntiva nelle giornate di massimo rischio, quando si verificano le condizioni di elevata siccità e vento particolarmente intenso, è risultato particolarmente efficace l’attuazione delle procedure previste nel protocollo aggiuntivo, sottoscritto annualmente presso la Prefettura di Livorno, che vede il coinvolgimento nell’attività di prevenzione e controllo del territorio anche delle altre forze dell’ordine presenti all’Isola d’Elba (Arma dei carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza). La riduzione del fenomeno è stata altresì raggiunta attraverso i risultati ottenuti nell’ambito dell’attività investigativa svolta dal Corpo Forestale dello Stato per l’individuazione dei responsabili delle violazioni in materia ed al relativo effetto di deterrenza conseguito. Durante la stagione a rischio sono state effettuate n. 16 sanzioni amministrative per accensione fuochi o per il mancato rispetto delle norme di prevenzione incendi e n. 3 comunicazioni di notizie di reato nei confronti di persone che avevano commesso delle violazioni di natura penale. Durante la stagione primaverile ed estiva si è resa necessaria l’effettuazione di 5 interventi di soccorso di turisti, a piedi o in bicicletta, che si erano persi o si erano trovati in difficoltà lungo i sentieri dell’isola d’Elba e del Giglio. Tali problematiche sono state provocate anche dalle copiose precipitazioni nevose verificatesi nel corso della passata stagione invernale che hanno provocato la caduta di moltissimi alberi e che hanno reso impraticabili diversi percorsi dell’isola. In occasione delle nevicate eccezionali della scorsa stagione invernale il personale del Coordinamento Territoriale per l’Ambiente ha partecipato alle operazioni di soccorso, unitamente alle altre strutture di Protezione Civile ed alle altre Forze dell’Ordine, per garantire il raggiungimento di diverse località ed abitazioni che erano rimaste isolate. Sempre nel settore degli incendi boschivi il Corpo Forestale dello Stato ha partecipato, congiuntamente con il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e la Provincia di Livorno, al progetto europeo MI.R.TO. (MInimizing forest fire Risks for TOurists on islands), finalizzato alla prevenzione degli incendi boschivi ed alla sensibilizzazione delle popolazioni e dei turisti nei confronti dei rischi connessi. Al fine di conseguire un miglioramento del livello di coordinamento tra le strutture che operano nel campo della protezione civile, nel dicembre 2010 i reparti forestali dell’isola d’Elba hanno partecipato all’esercitazione denominata Arcipelago 2010, svoltasi congiuntamente con tutti gli altri Enti ed associazioni operanti nel settore, che è stata messa in pratica attraverso la simulazione di vari scenari di crisi, provocati da eventi alluvionali, in molte località dell’isola. Sorveglianza sulle isole minori La sorveglianza sulle isole minori durante le stagioni primaverile ed estiva ha comportato un notevole impegno da parte del personale del Corpo Forestale dello Stato. Nel corso di tale periodo sono state contestate, per le violazioni alla normativa sulla fruizione turistica e per il mancato rispetto da parte delle imbarcazioni dei confini dell’Area Protetta a mare delle isole minori di Pianosa, Montecristo e Giannutri, n. 81 sanzioni amministrative e sono stati effettuati n. 4 sequestri penali, con relativa denuncia dei proprietari, per attrezzature da pesca non consentite. Nel corso di tali controlli è stato effettuato anche un intervento di soccorso e sanzionamento di 5 giovanissimi turisti stranieri che con un piccolo gommone avevano raggiunto l’isola di Montecristo partendo da Marina di Campo, in violazione alle norme sulla sicurezza in mare. Sempre relativamente alle violazioni in materia di fruizione turistica dell’isola di Pianosa sono state effettuate due denunce all’Autorità Giudiziaria per violazioni penali legate all’eccessiva presenza di visitatori e sono state trasmesse due informative in merito agli eventi verificatisi nel corso dell’estate. Transito fuoristrada con mezzi a motore e violazioni al Codice della Strada Un altro settore che ha richiesto un notevole impegno per il personale del Corpo Forestale dello Stato è quello relativo ai controlli in merito al rispetto delle normative vigenti in materia di transito fuori strada con mezzi a motore e del Codice della Strada. In questo campo sono stati effettuate 29 sanzioni amministrative a proprietari di moto ed automezzi che avevano commesso delle violazioni in materia. La vigilanza nelle altre materie ambientali Relativamente al controllo ed alla repressione delle altre violazioni in materia ambientale nel corso del 2010 sono state effettuate n. 11 comunicazioni di notizie di reato in materia edilizia, n. 14 in materia di tutela del paesaggio, n. 2 in materia di rifiuti ed inquinamento delle acque, n. 4 in materia venatoria, e n. 19 in altre materie inerenti la tutela del Parco Nazionale. Sono state inoltre effettuate n. 22 sanzioni amministrative per violazioni alle disposizioni vigenti in materia di inottemperanza ai provvedimenti del Parco, disturbo degli animali, campeggio, prelievo minerali, ecc. Collaborazione con l’Ente Parco per lo svolgimento delle istruttorie tecniche e nel campo della conservazione Il Corpo Forestale dello Stato collabora con l’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano per lo svolgimento di varie attività tecniche connesse con i propri compiti d’istituto. Nel corso del corrente anno il Coordinamento Territoriale per l’Ambiente ha svolto n. 70 istruttorie tecniche per pratiche edilizie ed istanze di interventi forestali all’interno dei terreni vincolati. Inoltre sono state effettuate n. 12 istruttorie tecniche per richieste di risarcimenti danni provocati dagli ungulati. Il personale del Corpo Forestale dello Stato ha inoltre collaborato con l’Ufficio Conservazione del Parco nell’effettuazione delle varie attività riguardanti i censimenti di mufloni all’isola d’Elba e nelle isole di Giglio e Capraia, in quello delle capre all’isola di Montecristo, e per le varie iniziative nel campo della tutela e della conservazione dell’avifauna presente sulle isole e sugli isolotti minori dell’arcipelago. Nel corso dell’anno inoltre è stato effettuato il soccorso ed il recupero di n. 11 animali terrestri, costituiti in maggioranza da rapaci diurni, e da n. 7 tartarughe marine. Il Servizio Nautico Il Servizio Nautico del Corpo Forestale dello Stato, con le due motovedette in dotazione di stanza presso le basi di Portoferraio e Porto Santo Stefano ha svolto nel corso dell’anno n. 79 servizi di vigilanza e controllo ambientale, che hanno consentito di conseguire i risultati precedentemente descritti in merito all’attività di repressione degli illeciti nelle aree tutelate a mare. Inoltre l’impiego delle motovedette ha consentito lo svolgimento dell’attività di collaborazione con l’Ente Parco per l’effettuazione di molte delle attività svolte nel campo della conservazione della natura e nella tutela della biodiversità. Collaborazione con la Regione Toscana In adempimento con quanto previsto nella convenzione tra il Corpo Forestale dello Stato e la Regione Toscana nel corso dell’anno sono stati svolti n. 15 controlli su interventi relativi ad istanze in base alla legge regionale forestale 39/2000. Il Coordinamento Territoriale per l’Ambiente ha inoltre collaborato con la Regione Toscana nell’ambito dello svolgimento delle attività legate al progetto META riguardante lo studio ed il monitoraggio delle problematiche connesse alle fitopatologie della vegetazione forestale presente sul territorio dell’arcipelago. Attività di educazione ambientale Nell’ambito delle attività previste nel servizio d’istituto il Corpo Forestale dello Stato ha partecipato a diverse iniziative nel campo dell’educazione ambientale. In particolare sono state svolte n. 6 iniziative con istituti scolastici che sono state finalizzate alla sensibilizzazione ed alla diffusione della conoscenza ambientale tra le generazioni più giovani.
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