I dati confortanti dell'ultimo trimestre, sebbene facciano sperare in una ripresa più solida, non mettono al riparo il mercato del lavoro toscano dai pesanti colpi di coda della crisi. È quanto emerge dal rapporto Irpet “Il Mercato del lavoro in Toscana 2010” presentato oggi all'Auditorium Ente Cassa di Risparmio di Firenze. Il Mercato del lavoro mostra infatti nel primo semestre una debolezza per certi versi superiore a quella osservata nel pieno della recessione. Si conferma infatti il calo occupazionale, soprattutto giovanile e nell'industria. La disoccupazione, se ufficialmente si attesta al 6,8%, sale al 10% considerando anche i cassaintegrati e gli scoraggiati. In deciso aumento anche i giovani “Neet” (Neither in Education nor in Employment or Training), i ragazzi che non lavorano, non studiano né stanno facendo formazione di alcun tipo, saliti al 16% nella nostra regione. In calo l’offerta di lavoro, aumentano gli scoraggiati A partire dal corrente anno si arresta la dinamica crescente della forza lavoro. In termini percentuali la flessione su base semestrale è pari a 0,8 punti (circa 14mila attivi in meno rispetto al primo semestre del 2009). Il decremento è guidato dalla componente più giovane della popolazione (meno di 35 anni) e dalle donne, ma il calo della partecipazione è trasversale sia rispetto al genere, che alla nazionalità, che al titolo di studio e alle classi di età. Quello che si osserva, quindi, è il manifestarsi di uno scoraggiamento collegato alla difficoltà di trovare lavoro. Cala ancora l’occupazione, specie giovanile e nell’industria. Nel primo semestre del 2010 si registrano 1.541.000 occupati. Rispetto all’anno precedente si è verificata dunque una riduzione di posti di lavoro che complessivamente ammonta al 2,1% (pari a 33mila occupati in meno). La caduta dell’occupazione colpisce prevalentemente le donne, i nativi, ma soprattutto i più giovani. Questi ultimi in particolare, (molti dei quali con contratti temporanei) sono stati i primi a perdere l’occupazione, spesso senza la necessità di un ricorso a licenziamenti collettivi. Per loro già nel 2009 si era avuta una contrazione dei tassi di partecipazione al lavoro, un fenomeno che nel primo semestre 2010 si è esteso a tutte le fasce d’età. Il calo occupazionale è stato particolarmente consistente nell’industria in senso stretto (- 9400 occupati), con 6400 unità in meno nel comparto manifatturiero. Il calo di occupati industriali è stato più marcato che altrove ed oggi la quota dell’occupazione industriale sul totale è in Toscana al 19,5%, addirittura inferiore al dato nazionale (20%) e a quello delle principali regioni del centro nord (Lombardia, 25,8%; Emilia Romagna, 27,1%). Per contro, durante la parte più acuta della recessione, si è verificata una tenuta significativa dell’occupazione nei servizi, tale che oggi la Toscana è una regione ampiamente terziarizzata (68,1% del totale, a fronte del 67,7% nazionale).
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