Torna indietro

A Sciambere dei truffatori e dei trasmigratori

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : lunedì, 13 dicembre 2010

Che un cittadino debba reputarsi innocente fino a che non sia colpito da sentenza passata in giudicato è scontato, per questo il Sen. Dell’Utri non può essere definito “Mafioso” né per converso di può dire che il suo principale abbia intrattenuto rapporti di affari con la criminalità, anche se due dei tre gradi di giudizio, questo hanno sentenziato. Figuriamoci se si può dare del truffatore ad un fino a prova contraria integerrimo cittadino, che è stato “semplicemente” rinviato a giudizio per truffa continuata, appropriazione indebita e falso. Però a leggere quel che si può degli atti di quel processo e a prendere per buona l’ipotesi dell’accusa non sappiamo chi ci esce peggio se l’accusato o le presunte vittime: sembrano episodi di Totò-Truffa, ed al termine una persona di senso comune non può che esclamare: “Ma come si può essere così tacchini da farsi supersucchiare qualche decina di migliaia di euro (consegnati cash) da un pittoresco “politico” che per dirla alla ferajese non sa né leggere, né scrivere, né parlare né soprattutto stare zitto? Passa qualche giorno e cosa scopriamo? Che lo stesso “innocente fino a prova contraria” già cacciato dallo squadrone di Alberto da Giussano con lo spadone in mano, rientra con gran clamore in politica, accompagnato da una valorosa schiera di fidi compagni d’arme (scartati perfino dai legaioli .. che è tutto dire) e passa sotto l’egida del cattolicissimo Giovanardi vale a dire sotto la sub-cappella di Berlusconi. Mossa assai astuta: da quelle parti rinvii a giudizio e condanne fanno curriculum, anzi i decreti di citazione possono essere appuntati al petto come medaglie, la cultura poi è un optional. Prevediamo per il nostro (medaglia d’agento dopo Piercorbezzolo per cambio di casacche) un luminosissimo nuovo cammino


totò truffa 62

totò truffa 62