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A Sciambere della Sinistra prossima ventura

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 09 dicembre 2010

Caro Sergio, volevo condividire con te questa mia brevissima-issima-issima riflessione. Se un gruppo consiliare solleva un problema, che credo sia di grande attualità visto che il tema in questione è "i RIFIUTI", perchè bisogna per forza essere tacciati di dire cose ridicole e pretestuose? In cuor mio credo di aver sollevato un problema quantomeno degno di una presa d'atto, cioè che all'Elba, nel 2010, e in questo caso Marina di Campo, c'è un evidente problema di rispetto ambientale e civile. Logicamente qualcuno potrebbe dire "ma perchè non hai pulito te la zona?" oppure "ma che senso ha un'interpellanza?"... io credo abbia senso, come credo abbia senso rispettare le istituzioni ive comprese le persone che ne fanno parte. Se alzare, sommessamente e pacatamente (alla Veltroni), la voce vuol dire sempre e solo dire sciocchezze ed essere tacciati di esserlo, allora vuol dire che il berlusconismo ha già vinto, non importa aspettare il 14 Dicembre! Rimanendo ad una dimensione prettamente locale spero soltanto che questa interpellanza che abbiamo presentato non serva solamente a riproporci l'isteria di un'amministrazione comunale sorda alle richieste del buon senso, ma che sia procacciatrice di maggior attenzione verso le "piccole cose". Perchè diciamolo con franchezza, amministrare un comune vuol dire anche questo, farsi carico di alcune questioni importanti come i RIFIUTI che non devono essere solo "emergenze", ma costantemente sorvegliate e amministrate. Ciao e grazie, Lorenzo Iodice Perez Lambardi Caro Sergio Sergio hai visto? Mi prendevano tutti per il culo, credevano a Verdini il coordinatore nazionale del PDL e a Migliori. E invece alla fine chi aveva ragione? Il "giovane" segretario PD di Rio Marina. Le zone franche non si faranno. Dario (Ballini NDR) Cari Dario e Lorenzo Vi chiederete perché ho pubblicato insieme due note che mi avete mandato e che si riferiscono (apparentemente) a questioni molto diverse. Ci provo a rispondere: Il fatto è che entrambi avete ragione: ha ragione Lorenzo a dire che non esiste una politica delle piccole cose e una politica delle grandi cose, esiste la politica tout-court: quella che nel piccolo o nel grande ha l'obbligo morale di contrastare il berlusconismo, il populismo il leaderismo che sono tre aspetti dell'antipolitica, della non partecipazione (della quale questa porcata di legge elettorale vigente è una perfetta manifestazione). Ha ragione Dario a ribadire la disonestà politica di chi viene a scadenza elettorale a prendere per il culo i selvaggi elbanesi con la mirabolante promessa del porto franco ed altre consimili palle, e mente sapendo di mentire, ovverosia sa benissimo di promettere ciò che non potrà dare. Ciò premesso cari Dario e Lorenzo volevo farvi ragionare su un aspetto curioso: su quanto la sinistra è capace di dividersi al suo interno ed a mescolarsi (talvolta pure a "confondersi", detto nell'accezione elbana) con ciò che di sinistra non è culturalmente affatto. Io sto in S.E.L., voi nel P.D. (e mi pare pure con due orientamenti interni diversi). Alla luce del confronto che c'è stato tra noi tre, delle comuni convinzioni e delle naturali differenze queste divisioni di campo hanno un reale senso? Io credo che la sinistra sia da ricostruire, articolata ma unitaria e certa, tornando a Lorenzo, a partire della concretezza, della valutazione degli atti che si vogliono compiere, e da una discussione aperta che riguardi pure sugli errori delle amministrazioni che ci hanno visti protagonisti, in primis quelli sul versante dell'urbanistica. Il PEEP campese si è rivelato un'autentica porcheria anche se lo abbiamo licenziato noi, il Water Front portoferraiese si delinea sempre di più come una cementificante inaccettabile speculazione anche se a gestirne la nascita è il centrosinistra, il Villaggio Paese è un'operazione che ormai si vergognerebbero di realizzare in Burundi anche se la sinistra locale la ha avallato. E la scusa non può essere che altrove o altre amministrazioni hanno fatto di peggio, anche all'isola. Occorre ricostruire una sinistra sostanziale che parta dai punti fermi della difesa del lavoro, del diritto alla studio, della difesa degli ultimi della terra e dalla difesa dell'ultima (e unica) terra che abbiamo, tutto con i piccoli e i grandi atti, con la coerenza personale, con il recupero di un rigore morale inattaccabile, tornando ad essere quando occorre "orgogliosamente diversi", austeri e del tutto disinteressati. Le sinistre nominali innamorate del liberismo, i nuovismi modaioli, i radicalismi giacobini, i rottamatori che vanno a pranzo alla corte del rottame di un premier, con la sinistra che penso, l'unica possibile c'entrano poco o niente. Passata la sbornia del sogno Berlusconiano tornerà il tempo di parafrasare Gramsci "... avete condotto l'Italia alla rovina ... toccherà alla sinistra salvarla " Statemi bene


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