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Il Pd e l’ambiente in Toscana e non solo

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 08 dicembre 2010

A Fiesole presente Bersani il Pd discuterà di territorio ed democrazia. Su l’Unità Riccardo Conti promotore della iniziativa l’ ha presentata unitamente ad una intervista in cronaca toscana al Professore Amerigo Restucci dell’Università di Venezia. L’incontro incrocia il dibattito avviato non senza difficoltà e mugugni dalla nuova giunta regionale alle prese con il vecchio PIT e la legge del 2005 che presentano entrambe ormai evidenti limiti ed una urgente necessità di revisione e correzione. Dibattito iniziato anche nelle nostre 3 Università con una notevole mole di documenti da cui emergono già importanti indicazioni su come superare i limiti di una gestione di cui Conti porta non poca responsabilità. Dalle cose lette sembra riemergere una tesi a lungo contrapposta alle non poche critiche anche alla nostra regione per avere allentato i freni di una pianificazione in grado di avvalersi di tutti i ruoli istituzionali e non privilegiare un rapporto regione –comuni che non ha dato sempre buoni risultati. La tesi è che il territorio si tutela governandolo e non imbalsamandolo perché non possiamo vivere di nostalgie del passato. Tutto vero. Ma non è vero che alle politiche di governo già al tempo di Conti si sia risposto rivendicando nostalgicamente una politica di no. Si rivendicava e si rivendica –oggi più di ieri visti i disastri alluvionali e non- una politica che sappia immettere nella programmazione e pianificazione regionale i ruoli degli enti elettivi e di quei livelli di governo del territorio finora praticamente ignorati come i bacini e i parchi inclusi quelli istituiti da un trentennio dalla stessa regione. Il confronto era -e oggi si ripropone con accresciuta forza e drammaticità- su cosa fare e chi deve farlo e non tra chi vuol fare e chi vuol bloccare tutto perché questa è una raffigurazione caricaturale della realtà. Raffigurazione che dovrebbe servire a mantenere fuori dal governo del territorio in Toscana come altrove protagonisti già penalizzato dalla legge del 2005 e dal PIT. E devo dire con preoccupazione che anche nei documenti che circolano sul nuovo Piano regionale di sviluppo -a quel che si dice- la parola parco neppure figurerebbe. Spero non sia vero e se lo è lo si corregga alla svelta visto che si dovrebbe mettere mano finalmente anche alla nuova legge regionale sui parchi ferma da anni al passaggio a livello. Conti i parchi li ha messi in castigo perché non elettivi. Ha fatto in piccolo quello che a Roma e non solo si sta facendo oggi in grande. Una ragione in più per non perseverare nell’errore e cambiare finalmente rotta. Lo si può e di deve chiedere alla Toscana ed anche al PD; se non a loro a chi?


loglio ibrido graminacee erba

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