Per coloro che sono scettici sulla possibilità di utilizzare il sottosuolo dell'Isola per ricavarvi un grande serbatoio d'acqua potabile con cui si risolverebbero gran parte dei problemi idropotabili elbani, faccio notare un recente intervento del tutto simile a quello in argomento e cioè la costruzione dell'impianto di trattamento dell'acqua potabile della città di Como. Evitando di ripetermi e continuare ad annoiare tutti i lettori di Elbareport, sottopongo al loro giudizio una piccola parte autentica di una relazione stilata dall'Ente che gestisce l'acquedotto di Como. Eccola: La Potabilizzazione in Caverna delle acque del Lago di Como ACSM Spa è una società da sempre all'avanguardia nell'applicazione delle migliori tecnologie sugli impianti di pubblica utilità gestiti. Un esempio, unico al mondo, è l'impianto in caverna di potabilizzazione delle acque del Lago di Como, supervisionato da Movicon. L'indiscussa star della storia recente di Acsm spa è La caverna nella quale si trova l'impianto di potabilizzazione del Lago di Como. Quando erano ancora in corso i lavori, alle pendici del Monte Baradello avevano già fatto tappa centinaia fra tecnici e curiosi. Adesso che l'impianto è pronto e a regime, si fa fatica a soddisfare le richieste di tutti i visitatori. La media è di 200 persone la settimana, con una netta prevalenza di alunni, studenti delle superiori, universitari. Nessun dubbio che sia un'opera di grande suggestione. Una via di mezzo fra l'epica pionieristica e l'avanguardia tecnologica. Nel nostro Paese non ci sono precedenti. Dilatare un circoscritto rifugio anti-aereo che risaliva ai tempi della guerra sino a potervi ospitare un impianto gigantesco in grado di raddoppiare la precedente capacità di trattamento (si è passati dai 300 ai 600 litri al secondo) è stato davvero un salto in avanti rispetto alla cantieristica e all'urbanistica italiana che, finora, sottoterra, ci aveva infilato quasi esclusivamente strade e parcheggi. Prima servivano gli stivaloni (per il fango) adesso basta un elmetto giallo (un gadget più che una reale esigenza di sicurezza) per penetrare il tunnel in cui è stata ricavata la centrale, un dedalo di condotte che consegna l'acqua pescata nel lago ai vasconi e a tre distinte fasi di trattamento. La caverna ha calamitato anche l'attenzione delle telecamere eccellenti della Rai che al tunnel dell'acqua ha dedicato un servizio nella trasmissione SuperQuark di Piero Angela "Da Platone ai norvegesi Orchi e tenebre". Ma la caverna nasce con il mito su cui si fonda gran parte del pensiero occidentale. Quello in cui Platone immagina una realtà fittizia, in cui vediamo le ombre della realtà e non la realtà stessa. L'idea di scavare nella montagna la nuova centrale di potabilizzazione di ACSM nasce sulla spinta di una riflessione urbanistica e tecnologica. Restituire alla città un pezzo di città e ridurre a zero l'impatto visivo e ambientale di una centrale che è un groviglio di tubi e infrastrutture metalliche. Sono risultate indispensabili le competenze delle aziende che hanno partecipato all'impresa, comprese le due ditte specializzate norvegesi che hanno scavato dalla roccia le gallerie. Nel cantiere si sono cimentate la Selmer, la Degremont Italia, la Nessi & Majocchi, la Rini, la Sintertec, la SguasseroN. Da primato anche i tempi di esecuzione, che hanno richiesto solo due anni per la realizzazione, cosa non da poco in un Paese spesso abituato a cantieri dai tempi indefinibili. La firma sul prestigioso progetto è di Fernando De Simone, considerato uno dei massimi esperti a livello internazionale in operazioni del genere. I numeri dell'impianto unico nel suo genere 35 mila i metri cubi rimossi per formare il tunnel (il materiale è stato riconvertito in manutenzioni stradali). Fra i 15 e i 20 metri la larghezza variabile dei tunnel. 15 metri l'altezza massima. 16 milioni di metri cubi la capacità di trattamento annua (600 litri al secondo, rispetto ai 300 litri al secondo della stazione di potabilizzazione preecedente). 2 anni i tempi di esecuzione dell'intervento. La Sicurezza della Caverna La crisi internazionale determinata dall'attacco delle Due Torri di New York registra un ulteriore aggravamento. Gli impianti di ACSM Spa, come tutti quelli delle società chiamate ad assicurare servizi collettivi o comunque di pubblico interesse, sono stati definiti, per loro stessa natura, obiettivi sensibili, cioè strategici per un'eventuale offensiva terroristica e dunque presidi da proteggere con misure speciali. I controlli, da sempre rigidissimi, sono stati ulteriormente rafforzati, nel quadro di un piano complessivo messo a punto assieme a prefettura e questura. L'azienda, per accentuare garanzie già assicurate sin dall'insediamento della nuova centrale di potabilizzazione (peraltro resa meno vulnerabile dal fatto stesso di essere interamente collocata in una caverna), ha diluito le visite e ridotto il percorso all'interno dell'impianto. ........ Omissis.......... Ritengo superfluo ogni commento. Invito soltanto gli enti responsabile del rifornimento elbano a visitare di persona l'impianto di Como, imitando i molti che continuamente si ritrovano a Como per un sopralluogo estremamente istruttivo ed interessante.
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