“Ho quasi sempre descritto personaggi mostruosi. All’estero si stupiscono che gli italiani li trovino tanto simpatici” Nelle parole di Monicelli riferite ai suoi personaggi è racchiuso il mistero doloroso secondo il quale gli italiani da quasi 20 anni votano e rivotano per una inamovibile èlite mediatico-politica, che avrebbe fatto la sua degna figura in molte pellicole del maestro. Se volessimo fare una classifica dei soliti noti, in testa troveremmo senz’altro il telepalazzinaro milanese, il medico varesotto mai laureato e il velista baffuto che, periodicamente, fra un affaruccio e l’altro, alternativamente o in combriccola, si vestono dei panni di padri costituenti. Fortunatamente, almeno fino ad ora, quasi tutte le operazioni tentate sono finite presto a puttane sia per la predisposizione personale del più anziano verso il settore, sia perché, riconosciamolo, il sopracitato trio meraviglia, nella migliore tradizione della commedia all’italiana, è ideologicamente più idoneo a tirare fregature a chiunque sia disponibile a prendersele che a elaborare progetti, anche biechi, di architettura costituzionale che, grazie ai veri padri della Costituzione, quelli del ‘46/47 per intenderci, richiedono cultura, intelligenza e una visione dell’Italia che non sia limitata al tinello della propria casa o al living room della propria villa. Rimane il fatto che i personaggi di Monicelli talvolta si riscattano in punto di morte, testimoniando che il regista non ha mai completamente perso la speranza che l’italica stirpe possa, prima o poi, uscire dalla farsa e entrare nel mondo reale. In attesa di vedere come si comporteranno i nostri eroi in prossimità dell’ultimo viaggio, e nel tentativo, per il momento, di aiutarli a riflettere sulle loro opere senza altre distrazioni, che ne direste, alla prossima occasione, di non trovarli più così simpatici? Il mitile ignoto
mitile cozza